CAPITOLO 1

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"Piantala Tobias!", urlo togliendomi le cuffiette dalle orecchie.

"Dai Morgan, mi annoio!", sbuffa.
Si dà una spinta contro il sedile, braccia conserte e il broncio sul volto.

Rimetto le mie cuffiette e appoggio la
fronte al finestrino appannato lasciando il segno.

Quando meno me lo aspetto riparte all'attacco, sfilandomi la cuffietta destra.

Gli do un pizzicotto sul braccio e si mette a gridare.

"Ahia! Mi hai fatto male.", urla toccandosi la parte  dove gli ho leggermente stropicciato la pelle.

"Ma se non ti ho nemmeno toccato, smettila!"

La macchina si ferma di colpo e noi dopo di lei.

"Sono stufo delle vostre continue urla. D'ora in poi non voglio sentire volare nemmeno una mosca, chiaro?"

Nessuno fiata.

"Chiaro?", ribadisce mio padre in tono autoritario.

"Chiaro.", ripetiamo in coro io e mio fratello.

Ci guarda dallo specchietto retro-visore per qualche secondo, accertandosi che ognuno prenda le distanze dall'altro.

Io mi rimetto le cuffiette e Tobias ritorna a giocherellare con i lacci della felpa che indossa.

Questo viaggio è appena iniziato e sono già stufa.

Non per il viaggio in sè, ma per la presenza straziante di questa peste di mio fratello.

Ha solo otto anni e non oso immaginare il caratterino che tirerà fuori quando sarà più grande.

La luce del sole che sorge riflette sui miei capelli, facendoli diventare di un colorito quasi oro.

Il cielo nuvoloso, tuttavia, resta comunque un panorama stupendo.

Amo perdermi tra le sfumature del cielo.

Riesco a trovare la serenità in dei semplici colori fusi, che se guardate con occhio da sognatore, riescono a rapire la tua mente, la tua anima ed il tuo cuore. Anche per tutta la giornata.

Dobbiamo imparare ad amare ciò che ci circonda. Ogni più piccolo dettaglio può essere interessante se guardato con occhio giusto.

Sperando in nessun'altra interruzione, faccio ripartire la playlist relax del mio cellulare.

I battiti del mio cuore vanno a tempo con le note della canzone Always di Bon Jovi.

Ho sempre amato vivere nel passato. Mi spiego meglio. Le canzoni di qualche anno fa, lo stile di vestiti, i caratteri delle persone e persino il modo di pensare.

Siamo diretti a Miami Beach. La perenne calda, afosa e soleggiante città di Miami Beach.

Perché questo viaggio? Perché dopo aver passato tre strazianti anni nella umida e fredda città di Boston abbiamo -o meglio mio padre- ha deciso di lasciare alle spalle il triste passato, trasferendosi con me e mio fratello in una nuova casa.

La perdita di mia madre ha provocato un colpo decisamente forte nel cuore di tutti noi.

È sempre stata una donna con la testa sulle spalle, con un talento innato per il canto e per la cura della propria famiglia.

Nonostante non abbia mai potuto passare molto tempo con noi a causa del suo lavoro e dei suoi continui viaggi, è sempre stata una madre e una moglie premurosa e attenta.

Prima di ogni volo si alzava presto la mattina, per preparare una colazione diversa ad ognuno di noi. La nostra preferita.

Quando è venuta a mancare, il primo a saperlo è stato mio padre.

Un segreto da custodireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora