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«Cosa stava per succedere col principe?» le chiese Jonathan, prima di andare a dormire.
«Non lo so.»
«Hai iniziato tu?»
«Sì.»
«Perché l'hai fatto?»
«Non lo so.»
«Lo volevi?»
Rimase in silenzio. No.
«Jane...»
«Volevo smetterla di farmi tutti quei problemi, va bene?! Sono scoppiata a piangere di fronte a lui! Mi diceva che non c'era nessunissimo problema, che potevo dirgli no!»
«Allora fallo!»
«Come se non sapessi che non posso!»
«Te l'ha detto lui!»
«Tu sai perché non posso, Jonathan! Smettila!»
«Non credo che ti capirò mai.»
«Ci penserò solo fino alla settimana prossima. Poi dovrò dargli una risposta.»
«Buonanotte, Jane.» sospirò.
«Buonanotte.»
***
La settimana era passata. Più che altro Jane aveva cercato di convincersi che sarebbe andato tutto bene, anche se ogni tanto rileggeva il biglietto di Edward.
«Ne sei davvero sicura?» le chiese per la milionesima volta Jonathan.
«Sì, davvero. Io... Credo che dovesse finire così. Se è successo tutto questo sarà per un motivo ed è giusto in questo modo.»
«Sai che non lo devi fare perché ti senti obbligata dal principe o per gli altri o perché ti manca Edw-»
«Non mi manca! E non è per questo! Mi sento di fare questo passo, sarò felice e staremo tutti meglio.»
Il ragazzo sospirò e l'abbracciò, stringendola un po' troppo, ma nessuno dei due ci fece troppo caso.
«Ti appoggerò sempre su qualsiasi cosa, voglio soltanto che tu sia felice.»
«Lo so e ti ringrazio immensamente.»
«Va bene, prima di iniziare a piangere ti lascio libera. Sii felice.»
«Grazie, ci vediamo.»
La ragazza uscì di casa e cominciò a prepararsi un discorso carino durante il tragitto. Alla fine, l'unica cosa che riuscì a decidere prima di arrivare a palazzo fu di non farsi presentare da una cameriera, ma di fargli una sorpresa, quindi entrò dal retro.
«Salve.» salutò le due due donne che ormai la conoscevano.
«Marie è di sopra, cara, andiamo a chiamarla?» le chiese una.
«No, no, grazie, ma non sono qui per lei. Sapete dirmi dove è il principe?»
«Dovrebbe essere nella sua camera, lo avviso?»
«No, vado direttamente io, se non è un problema.»
«Assolutamente no, vai pure.»
La ragazza rivolse loro un sorriso ed entrò a palazzo, dirigendosi verso la stanza. Ormai sapeva come arrivarci, quindi non ebbe problemi. Aprì piano la porta, ma la camera era vuota e decise di sedersi ad aspettare, non sarebbe tornato lì troppo tardi. Si mise di nuovo a pensare a come gliel'avrebbe detto e non sapeva quanto tempo fosse passato, ma ad un certo punto le venne sete e decise di andare a prendere un po' d'acqua.
Stava per passare dalla sala centrale, quando sentì parlare animatamente qualcuno, così si fermò ad ascoltare.
«Non puoi farlo, William!»
«La amo, padre!»
Jane si appiccicò al muro, stavano parlando di lei.
«Non puoi esserti innamorato proprio di lei!»
«Perché no? È fantastica!»
Sembravano molto agitati e in effetti lo erano davvero.
«Ti proibisco di sposarla!»
«Cosa?! Vi ho sempre detto di non voler sposare una principessina narcisista!»
«Non è questo il punto!»
«E allora quale?! Se non mi date una motivazione valida me ne andrò, padre, ho molto da fare.»
«Ti ho cresciuto da solo, William, dammi ascolto!»
«Ho bisogno di una motivazione!»
«Non vuoi saperlo...»
«Sì che voglio saperlo!»
«Dammi retta, William!» gli disse, ma il ragazzo si girò e iniziò a camminare senza ascoltarlo.
«Lei è tua sorella!» urlò il Re e sia il principe che Jane sobbalzarono. Cosa voleva dire?
«Siete diventato sarcastico, padre?» disse girandosi nuovamente verso di lui.
«Sono serio. Sua madre si chiamava Elena, siamo stati insieme dopo la morte di tua madre.»
«È... Questo è impossibile.»
«No, non lo è. Tua madre è morta quando tu avevi un anno, William, e Elena è morta quando Jane ne aveva 5. Quando siamo stati insieme tu avevi due anni.»
A Jane vennero le lacrime agli occhi e si mise una mano davanti la bocca per non far rumore. William fece qualche passo indietro, scioccato.
«Non è vero...»
«Avevo solo 21 anni, William... È successo...»
«È successo?! Voi mi prendete in giro?! Non me l'avete mai detto!»
«Non potevo permetterlo...»
«Io... Non posso crederci! E lei non l'ha mai saputo! Ha vissuto sempre di stenti quando è... Quando è la principessa!»
«William, ascoltami. Io-»
«Non parlatemi! Non dite più niente! Io e Jane ci siamo baciati migliaia di volte e fortunatamente — soltanto grazie a lei — non siamo mai andati oltre! Mi sono innamorato di lei e adesso scopro che è mia sorella!»
«Come facevo a dirtelo?!»
«Voi mi avete lasciato libero di innamorarmi di mia sorella e non me l'avete mai detto!»
Il viso della ragazza era ormai pieno di lacrime, mentre William era più arrabbiato che altro. Jane si disse che non poteva continuare ad ascoltare di nascosto, così prese un profondo sospiro ed entrò nella sala.
«Credo... Credo di meritarmi delle spiegazioni...»
***
Jane e William erano seduti uno accanto all'altra, mentre di fronte c'era il Re. Cercava di spiegargli come potessero essere fratello e sorella.
«Padre, se voi state dicendo tutto questo soltanto perché non vi piace Jane...»
«Sai che ti avrei lasciato sposare chiunque tu avessi voluto, non ti avrei mai obbligato a lasciare una ragazza che amavi. Ma voi... Voi non potete...»
«Potevate raccontarci questa bella storiella prima di farmi innamorare di lei.» disse il ragazzo alzandosi e andò verso la sua camera, lasciando sola Jane col Re.
«Perché eri venuta qua?» le chiese.
«Ero venuta ad accettare la proposta di matrimonio.» disse, con la voce che si spezzò alla fine.
«Jane...»
L'uomo si alzò, facendo per abbracciarla, ma lei si alzò e si mise indietro.
«Voi non siete mio padre, io non ne ho mai avuto uno.»
«Tu sei la principessa, capisci?»
«Non me ne importa! Come fate a dirmi questo dopo 18 anni?! Dove siete stato per tutta la mia vita?! Ho portato avanti una famiglia e una casa da sola! Voi non vi siete mai interessato a me!»
«Jane, aspetta!» le disse, ma lei stava già correndo via.
***
«Jonathan! Jonathan!» disse ad alta voce Jane entrando in casa.
«Che è successo?!» chiese preoccupato correndo in cucina, inciampando nei suoi stessi piedi.
«Abbracciami.» riuscì a sussurrare prima di scoppiare a piangere e gli mise le braccia attorno al collo.
«Che cosa è successo?»
«Io non posso crederci!»
«Va tutto bene, Jane, basta piangere.» cercò di rassicurarla accarezzandole la schiena, ma non ci riuscì.
«Non va niente bene, niente! Mi hanno mentito da tutta la vita, mi hanno creato una vita finta! Non riesco ancora a crederci.»
«Che stai dicendo?»
La ragazza si staccò, singhiozzando, e si asciugò il viso, inutilmente.
«Mio padre non è scappato quando mia madre è morta, mio padre non si chiama Daniel Barlow... Sono la figlia del Re...»
«C-che... Cosa?!»
«Non l'ha mai saputo nessuno... Lo sapevano solo lui e mia madre e non l'hanno mai detto a nessuno...»
«Come è possibile?!»
«Non lo so, non sto capendo niente!»
«Ma... Quindi... Tu e il principe...»
«Siamo fratelli. Sì, siamo fratelli...» ripeté, più per se stessa che per Jonathan.
«E adesso...»
«Adesso nulla. Non esiste nessun fidanzamento, nessun matrimonio... Il Re mi ha detto che vuole riconoscermi davanti a tutti, sarò ufficialmente la principessa e...»
«E...»
«Vuole che vada a vivere a palazzo...»
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma si sedette senza pronunciare niente.
«Io non voglio andarci, non mi sento una principessa, io sono semplicemente Jane, quella che lavora, che vive con te e che aiuta i suoi amici.»
«Se sei davvero sua figlia — il che è sicuramente vero, o non avrebbe avuto motivo di dirtelo — devi andarci. È il posto che ti spetta.»
«Sarà bruttissimo, dovrò cambiare tutte le mie abitudini, non so come reagirà William e... Non voglio lasciarti qua da solo.»
Jonathan fece un piccolo sorriso.
«Sei la principessa, non devi preoccuparti di me.»
«Chiunque io sia, mi preoccuperò sempre di te.»
***
Il Re aprì la porta della camera del figlio, trovandolo sdraiato sul letto. Sospirò.
«William.»
«Cosa volete?»
«Mi dispiace.»
«Provate soltanto immaginare a quanto dispiaccia a me.»
«So che ti farà ancora più male, ma credo che tu debba saperlo.» disse, e il ragazzo alzò la testa per guardarlo. Era riuscito ad avere la sua attenzione.
«Era venuta a dirti di sì. Voleva sposarti.»
«Andate via.»
La sua voce gelida fece rabbrividire l'uomo.
«William...»
«Andate via!» urlò. «Non voglio più vedervi, sparite dalla mia camera!»
«William, per favore...»
«Dovete andarvene!»
Il Re sospirò e uscì dalla camera. Il ragazzo si alzò e andò a prendere l'anello. Lo osservò, gli passò un dito sopra, poi aprì la porta che portava al giardino e lo lanciò. Non aveva idea di dove fosse finito, sperava soltanto di non rivederlo più. Si accorse di star tremando e si mise le mani tra i capelli, mentre gli scendevano lacrime di rabbia. Prese la lampada dal comodino e la gettò a terra.
«Will
Il ragazzo si girò e vide Violet sulla soglia della porta.
«Stavo passando di qui e ho sentito rumore...»
Tutta la rabbia che infuriava dentro di sé svanì e si sentì soltanto solo ed enormemente triste.
«Violet...» disse, ma un singhiozzo lo interruppe e andò ad abbracciare la cugina.
«Non ti ho mai visto così, tu non perdi mai il controllo. Tuo padre ti ha fatto infuriare?»
Stava per dire di sì, ma non era vero. Almeno, non del tutto. Se prima era arrabbiato con suo padre perché gliel'aveva tenuto nascosto, adesso riusciva soltanto a pensare che Jane era sua sorella.
«Jane ti ha detto di no?»
«Non ci sarà nessun matrimonio, Violet. Non più...»
«Allora ti ha detto no. Mi dispiace...»
Il ragazzo scosse la testa, asciugandosi il viso.
«Stava per dirmi di sì, ma è mia sorella.»
«Cosa?!»
«È la principessa.»

||spazioautrice||
Buonasera! Lascio a voi i commenti 🙈 domani è l'ultimo giorno di vacanze e no, non posso farcela, non posso resistere ancora in quella scuola, con tutti i nuovi giri delle interrogazioni 😖 voi che mi raccontate? Spero che stiate bene e nulla, vi lascio. Notte!
~Rob ❤️

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