Capitolo 1
La pallina di carta mi è finita dritta sul collo. Sento l'umido della saliva del mio compagno di classe Ivan. So che è stato lui, ormai ci sono abituata. Lui è il giovane più popolare e alla moda della scuola ed è sempre circondato da ragazzi e tantissime ragazze sicuramente migliori di me. Mi prende sempre in giro, come il resto della classe, per come mi vesto e per le mie abitudini. Non ho niente di strano; sono una semplice ragazza di 3^ media che, invece di pensare a vestirsi bene, avere sempre per prima il gioco appena uscito o il telefono di ultima generazione, si preoccupa di aiutare i suoi genitori nei campi e di andare bene a scuola, in modo da potersi trovare un buon lavoro il prima possibile e poter utilizzare i propri guadagni per aiutare la famiglia. Vivo in una piccola casetta di campagna con i miei genitori e i miei due fratelli Alberto e Luigi. Mio padre lo vedo raramente perché è sempre in viaggio per lavoro e mia madre è troppo impegnata con la nostra fattoria per considerarmi. A casa sono io che mi occupo di tutto il resto, come cucinare, lavare, stendere, e ciò perché sono una ragazza. Alberto ha 16 anni e per questo ha più libertà di me, infatti esce quasi tutte le sere. Luigi, invece, frequenta la 4^ elementare e non lavora in casa, però con la scuola si dà molto da fare, perciò riesce a prendere buoni voti.
Domani dovrò andare in biblioteca per una ricerca; l'unico problema è che sarò con i miei compagni e, sfortunatamente, nel mio gruppo c'è anche Ivan. La sola persona che sono felice di incontrare è Andrej, un ragazzo più o meno con il mio stesso carattere, molto simpatico e di cui ci si può sempre fidare. Per questo ci confidiamo e condividiamo i nostri segreti.
Tanto vale non pensarci e provare a riposare. Domani si vedrà.
La notte è trascorsa tra incubi e continui risvegli, per cui mi alzo di buon'ora con una brutta cera, mi preparo al meglio ed esco di casa, senza nascondere un po' di preoccupazione. Percorro la strada a testa bassa, fino al grande cancello del vecchio palazzo in cui si trova la biblioteca.
Sono appena entrata, ma già mi sento tutti gli occhi addosso e mi giungono all'orecchio le prime prese in giro.
Qualcuno dice: -Che brutta pettinatura!
Alice commenta ad alta voce: -Che stile scadente!
Mauro aggiunge: -Che andatura ridicola!
Cominciamo bene!
Andrej prende subito le mie difese: -Dovreste pensare più a voi stessi, prima di giudicare gli altri; siete prevenuti, maleducati e arroganti!
Le sue parole, però, non servono a molto, perché viene immediatamente zittito dalla prepotenza di Ivan e della sua banda: -Taci, rammollito e vergognati di essere amico di certa gente!
Si ripete la solita storia; mi sento perduta, mi viene da piangere e mi rifugio in bagno. Che figuraccia!
Subito dopo arriva Andrej, che bussa timidamente alla porta e mi sussurra parole di consolazione. Gli dico di non preoccuparsi e di lasciarmi sola un attimo.
Il bagno è appena stato lavato, ma io sono troppo triste per accorgermene. Infatti, qualche attimo dopo, scivolo e, per evitare di cadere rovinosamente sul pavimento bagnato, mi appoggio ad una piastrella. Accade allora qualcosa di inaspettato; la piastrella ondeggia e rientra nel muro. Sento un rumore di meccanismi cigolanti e delle grida. Un senso di terrore mi pervade, istintivamente cerco di uscire, ma la porta è bloccata. Mi volto di scatto verso il water e vedo aprirsi una porta segreta; sopra è appeso un bigliettino con su scritto una sorta di strano indovinello e una sequenza matematica: "5-2-9-4-7-3-1...In che ordine sono messi questi numeri?".
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