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«Jonathan!»
Il ragazzo arrivò dalla sua camera e l'abbracciò.
«Sei così cambiata in una settimana! Ehm, ciao, tu sei?» chiese poi, rivolto alla ragazza dietro Jane.
«Lei è Nicole, non credo che sarei sopravvissuta questa settimana senza di lei.»
«Oh, allora sei la benvenuta.» le disse sorridendo.
«In realtà volevo venire da sola, ma ho scoperto che il Re me lo proibisce e fortunatamente lei si è offerta di accompagnarmi.»
«Oh, bene!»
Si misero a parlare e il ragazzo le raccontò cosa si diceva per le strade, ovvero tutto quello che Jane aveva già immaginato.
«Si parla quasi solo di questo.»
«Avevo avvisato il Re, ma non mi ha dato ascolto.»
«Doveva farlo comunque.»
«Jane, è passata mezz'ora. Per me potresti anche rimanere, ma poi dovremo ascoltare il Re.» li interruppe Nicole.
«Va bene, andiamo, non voglio farti passare dei guai.»
I due fratellastri si salutarono e le ragazze andarono via.
«Non mi va di tornare a palazzo.»
«Dove vuoi andare?»
«Lontano da qui.»
«Per quanto sia un'idea allettante, non possiamo farlo.»
«Lo so, stavo soltanto- Non guardare a destra, non guardare!» cambiò discorso, abbassando lo sguardo, e si rese conto che aveva anche i capelli legati, per cui non poteva cercare di nascondersi.
Nicole si girò subito a destra.
«Ti ho detto di non guardare!»
«Scusa, ma volevo capire!»
«Jane.» sentì e aveva voglia di sbattersi una mano in faccia.
«Ecco, è fatta.» sussurrò alla ragazza e si girò.
«Posso continuare a chiamarti Jane o devo darti del voi
«Sai già la risposta, Edward.»
«Va bene, principessa.»
La ragazza sbuffò e fece per andarsene, ma lui la bloccò.
«Dai, stavo scherzando.»
«Ho già abbastanza problemi, non ho bisogno di sentirli elencare.»
«Scusami, non volevo prenderti in giro.»
Alla ragazza scappò una risatina nervosa. «Tu non volevi tante cose, ma lei fai sempre.»
«Jane, è successo tanto tempo fa.»
«Ma è successo.»
«Io-»
«Va' via, Edward.»
«Se posso fare qualcosa-» le disse, ma lei scosse la testa e lui non finì la frase.
«Ci vediamo.»
«Ciao, Edward.»
Il ragazzo si allontanò e le due tornarono a camminare.
«Posso sapere chi era?»
Jane sospirò. «Un vecchio amico.»
***
«Tu non me la racconti giusta.» le ripeté per l'ennesima volta Nicole il pomeriggio successivo. Il giorno prima non ne avevano più parlato perché Jane era voluta andare anche da Charlotte e Raphael. Adesso le due stavano pulendo la camera di Jane, nonostante Nicole le avesse chiaramente detto che lei non doveva fare nulla.
«Cosa dovrei dirti?»
«La verità. Puoi fidarti di me.»
«Lo so, ma non c'è più di tanto da sapere. Eravamo amici, poi ha fatto cose che non doveva fare e non l'ho più voluto vedere.»
«Cosa intendi? Ci ha provato con te?»
«No, no. Mi ha insultata e ha tradito la mia fiducia.»
«Ti ha insultata?! Dovevi dirmelo prima, l'avrei riempito io di insulti!» disse, facendo ridere Jane.
«Ti ringrazio, ma non ce n'è bisogno. Ormai siamo quasi indifferenti.»
«A me non è sembrato, in realtà.»
«Che intendi?»
«Intendo che mi siete sembrati tutto tranne che indifferenti. Cosa mi stai nascondendo?»
«Cosa dovrei nasconderti?»
Il viso della cameriera la fece sospirare.
«Non ne sono così sicura, va bene?»
«Mh, va meglio.»
«E tu, invece? Non so nulla su di te.»
«Ho 19 anni, abito con i miei genitori e mio fratello, non ho una vita molto interessante.»
«Non sei fidanzata?»
Le si oscurarono gli occhi. «No, lo ero, ma poi lui si è ammalato. Adesso non c'è più.»
Jane rabbrividì e a Nicole scese una lacrima, ma si sbrigò ad asciugarla.
«Mi dispiace tanto.» le sussurrò la più piccola, abbracciandola.
«Scusami, non avrei dovuto lasciarmi andare, devo tenere la mia vita privata fuori dal lavoro.»
«Io sono un'amica, va bene? Non sono soltanto lavoro.»
Nicole annuì, dandole una carezza.
***
La cena era diventato uno dei momenti peggiori della giornata per Jane. Era seduta di fronte al Re e accanto a William, che non le rivolgeva minimamente la parola.
«Come è andata oggi?» le chiese il Re.
«Come tutti gli altri giorni dalla scorsa settimana.»
«Ti stai ambientando?»
«Adesso è una questione di ambientarsi?»
«È un nuovo ambiente per te, adesso dovrai assumere abitudini diverse.»
«Mi state parlando come se fossi un animale.»
«Non ho detto questo, non fraintendermi. Sto soltanto dicendo che eri abituata in un certo modo e-»
«Avevo certe abitudini perché mi avete lasciato sola per ben 18 anni.»
«Ma adesso sono qui, non è questo l'importante?»
«No, non lo è affatto. Il tempo perduto non può essere recuperato e voi adesso mi avete riconosciuta solo per impedire a me e a William di sposarci.»
«Devi per forza tirar fuori questa storia?» parlò finalmente il ragazzo, anche se continuava a fissare il suo piatto.
«Sì che devo, perché se tu non mi avessi chiesto di sposarti lui avrebbe continuato a non dirci niente!»
«Non puoi esserne sicura.» disse l'uomo.
«Invece ne sono più che sicura perché altrimenti ce l'avreste detto la prima volta che ci avete visto insieme. L'avete rivelato soltanto perché non potevate più farne a meno. Mi chiedo cosa sarebbe successo se mi fossi lasciata andare con William.»
«Puoi evitare di parlarne ora?» intervenne di nuovo il ragazzo.
«No, perché dovrei? Eri tu il primo a volerlo.»
«E sai qual è il problema?» chiese, finalmente girandosi a guardarla.
«Che io lo voglio ancora e che rifarei tutto quello che abbiamo fatto insieme anche ora.» continuò, gettando il tovagliolo sul tavolo e alzandosi, andando via. Jane sospirò.
«Se in questo momento ci ritroviamo in queste condizioni, è soltanto per colpa vostra.» disse al Re e andò anche lei nella sua camera.

||spazioautrice||
Buonasera! Oggi non sono andata a scuola e non ci andrò nemmeno domani, perché non sto tanto bene. Nel frattempo ne approfitto per pubblicare un po'. Voi come state? Spero che vada tutto bene. E boh, non so più che dirvi, quindi vi lascio. Buonanotte!
~Rob ❤️

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