porta di camera mia si spalancò mostrando la figura di Matt, che appena mi vide rimase immobile. Rimase lì, a fissarmi, così decisi di parlare "Hai bisogno Matt?" Chiesi cercando di non alzare troppo la testa, perché sicuramente avevo ancora gli occhi gonfi dalle lacrime.
"No, volevo solo vedere come stavi. Sai, per prima"
"Sto bene" risposi con tono forse troppo freddo per una che sta bene, infatti Matt mi si avvicinò, e io istintivamente alzai lo la testa e incrociai il suo sguardo, i suoi occhi erano come li ricordavo, pieni di vita.
"Io non credo" disse analizzandomi con lo sguardo
"Ho detto che sto bene" dissi calma, per niente irritata o distaccata.
"Hai... pianto(?)"Chiese quasi... deluso. Se solo lui si ricordasse di me...
"No" mentii
Lui alzò un sopracciglio e la sua espressione divenne buffa, istintivamente sorrisi, un sorriso malinconico, ma sincero. Mi ricordavo quando da bambini lui si arrabbiava perché non riusciva ad alzarne uno solo mentre per me ed Emily era facilissimo, per tutto il pomeriggio non ci rivolse la parola, ma la cosa non ci pesava, io ed Emily sapevamo che la mattina seguente già gli sarebbe passato e saremo tornati a giocare e ridere insieme.
"Sei buffo" dissi sempre sorridendo
"E tu sei una bugiarda"
"Non è vero" fossi quasi con tono da bambina capricciosa
"Quindi vuoi dirmi che non hai pianto?"
"Esatto" dissi con nonchalance
"E gli occhi gonfi?"
"Oh, allergia. Credo di essere allergica a questa crema" dissi mostrandogli il tubetto che tenevo in mano
"Farò finta di crederci" disse e poi continuò " ma che fai così" disse indicandomi "e con un tubetto di crema in mano?"
Mi girai e mostrai la mia schiena.
"Ti aiuto?" Chiese
Non gli riposi, gli passai il tubetto e mi girai dandogli le spalle, dopo una manciata di secondi sentii la crema che a contatto con la pelle bruciava. Sussultai."Scusa" disse Matt subito.
"Finito" continuo poco dopo. Mi girai verso di lui e gli sorrisi
"Grazie Matt"
"Di nulla" disse, e poi si venne a creare un silenzio imbarazzante.
"Ok allora io vado, notte" disse senza darmi il tempo di rispondere, uscendo dalla stanza.
"Notte" dissi alzando la voce.
E dopo di che mi avviai verso l'armadio per prendere una maglia lunga.Mi buttai a peso morto sul letto e fissai il soffitto. Finché la porta non si aprì, doveva essere di nuovo Matt, dato che condividevamo la stanza.
A quanto pare in questa casa non si usa bussare.
Non mi voltai, rimasi a fissare il soffitto pensando che mia madre sarebbe tornata tra 4 giorni e che la persona che fosse appena entrata fosse Matt.
"Ehi" Taylor.
Non risposi. Non mi aspettavo fosse lui.
"Ok. So che sei arrabbiata" fece una pausa "sappi che per tutti gli altri quello che ha detto Jack non significa nulla. Abbiamo legato molto con te in questi 3 giorni ed è come se già ti conoscessimo da una vita."
"Ok" risposi secca. La verità è che non avevo voglia di parlare, o meglio vorrei poter parlare con lei, con quella persona che era in grado di far cambiare il mio umore in un fratto di tempo paragonabile a pochi secondi.
"Sei arrabbiata?" Chiese dopo molti minuti di silenzio.
"No"
"Sei sicura?" Chiese con tono un po' preoccupato
"Si"
"Ok, Bhe allora, Buonanotte sorellina" sorrisi involontariamente.
"Buonanotte" dissi e dopo di che sentii Taylor alzarsi dal letto andare verso la porta e chiuderla alle sue spalle.
Sospirai.Presi il telefono e notai un messaggio da: mamma.
Lo aprii.
"Ehi Ally. Come va lì? Tutto bene? Spero di sì. Qui da noi tutto bene. Ci sentiamo domani un bacio."
Risposi semplicemente "tutto bene"
Poi misi il telefono sotto carica e mi sistemai sotto le coperte sdraiata di fianco..."No no ti prego, no"
"Io dico si" disse ghignando, però con voce rotta, poi continuò
"Sai un nella ragazza come te non dovrebbe girare sola per queste strade di Los Angeles." Il suo alito puzzava di alcool e di fumo, era ubriaco.
Iniziò a picchiarmi poi...Buio.
Mi svegliai urlando di soprassalto, ero tutta sudata, avevo il respiro affannoso. Mi alzai dal letto, mi feci una coda, non notai Matt, magari per non disturbarmi era andato a dormire con uno dei ragazzi, quindi scesi per prendere un bicchiere d'acqua.
Ormai sono due mesi che non facevo incubi. Successe il 27 Novembre, avevo litigato con mia mamma ed ero uscita vagando senza una meta precisa, mi ritrovai in una via piena di gente che beveva seduta a terra, gente che fumava e guardava il cielo scuro, gente semplicemente seduta che osservava gli altri e poi uno che beveva e aveva le guance rigate dal pianto. Gli chiesi se aveva bisogno ma in risposta lui rise, poi lentamente si alzò e venne verso di me e mi prese dai capelli, gli tirai uno sonoro schiaffo, da lì poi lui iniziò a picchiarmi e mi sbatté la testa contro il muro di mattoni che c'era dietro. Mi sveglia in ospedale il 29 Dicembre, i dottori mi dissero che un ero finita in coma dopo la forte botta alla testa. Da quel giorno iniziai a fare incubi, e non trovarono il colpevole.Mi svegliai da i miei pensieri e notai di non essere sola, Hayes era seduto sul tavolo che mi guardava.
"Che hai da guardare?" Dissi cercando di non risultare scontrosa.
"Nulla. Non riesci a dormire?" Chiese sempre con tono calmo.
"No, a quanto pare non sono l'unica"
"Sbagliato." Disse soltanto.
Un po' confusa chiesi "come scusa?"
"Sono le 4:23 e io mi sveglio sempre ha quest'ora poi alle 5:34 torno a dormire." Disse
Questo ragazzo è abbastanza strano...
"Ah. Ok"
"Vabhe io vado" dissi dopo aver preso un bicchiere d'acquaSalii lentamente le scale ma appena arrivai davanti alla mia camera la porta era semi aperta, nonostante il l'avessi chiusa. Lasciai perdere e andai nel bagno che stava di fianco alla mia camera.
Quando entrai mi guardai allo specchio, il mio sguardo finì sui miei occhi. Spenti. Questa era l'unica parola che mi veniva in mente guardandoli, azzurro spento, buio.
Se ci guardi dentro non riflettono nulla, il vuoto. Profondi, si. Ma vuoti. Non esprimono niente, nulla di nulla. Forse a furia di guardare il cielo quando piove, i miei occhi hanno preso lo stesso colore del cielo in tempesta. Adesso si abbinano alla mia anima, e forse è meglio così. Prima erano così accesi, quasi come il cielo o come il mare. Banali. Troppo per me. Per me che venivo reputata diversa già da bambina per il mio modo di fare e di vestire. Diversa perché mentre tutti si lodavano del lavoro bello è ambizioso dei loro padri io non dicevo nulla, che lavoro ambizioso potevo inventare su un papà che non ho mai conosciuto perché mi ha abbandonata con mia madre in ospedale?
Spostai lo sguardo dai miei occhi riflessi alle mie labbra, erano carine, rosee...
Smisi di evidenziarmi.
Uscii dal bagno entrai in camera e c'era lui seduto...Oh oh
Chi è ???
Hahahah adoro lasciare i capitoli così...🙊
Mi odierete per questo but io vi amoz⭐️
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Tra odio e amore c'è una sottilissima linea, e io sono in mezzo||•Cameron Dallas
Fiksi PenggemarAllyson Smith, ragazza cresciuta senza padre. Molto fredda, scontrosa e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ma a volte anche allegra e divertente. Non crede all'amore a causa di suo padre. Sua madre Lidia Gillins troverà un nuovo compagn...