Entro guardo e il mio sguardo si posa sulla figura che sta beatamente sdraiata sul mio letto. Tossisco falsamente così che lui si accorga della mia presenza, ma niente. Sta lì, fermo.
"Ok senti, alzati immediatamente oppure potresti rischiare di morire." Dissi acida
"Mi sto spaventando" Disse lui scherzando
"Dovresti"
"Comunque perché sei qui?" Chiesi con disinteresse
"Dopo che Jack si è sfogato." Disse. Lo incitai a continuare gesticolando "Matt non voleva disturbarti e quindi è venuto a rompere a me. E ha dormito in camera con me"
"E quindi?" Chiesi
"Quindi tu non sai quanto sia fastidioso quando dorme. Si è preso tutto lo spazio del letto."
"Non ti seguo"
"Tutti dormono" sapevo dove voleva andare a parare, ma tanto non sarebbe stato qui a rompere le scatole a me.
"Dove vuoi andare a parare"
"So che tu adesso sicuramente non ti riaddormenterai, quindi io starò qui"
"Io non ti voglio nella mia stanza" il mio tono era freddo
" beh, tanto rimango qui. Sto qua da più tempo di te."
"Si solo per ora." Dissi
"No nanetta, io ci sto sempre qui, ci dormo pure. E anche Matt sta qui."
"Cosa?!"
"Eh già. Ti dovrò sopportare per moolto tempo" disse prolungando la O.Oh no, cioè dovrò convivere con questo?! Non posso crederci.
"Semmai sono io che devo sopportare te. E ti ho già detto di non affibbiarmi alcun tipo di nomignolo."
"Ok, nanetta" disse ghignando, poi si alzò, andò verso il comò e iniziò a prendere una ad una le foto in mano per guardarle.Lo lasciai fare.
Mi alzai e andai vicino al alla finestra, presi il telefono e chiamai Jacob, a quest'ora starà dormendo, anzi sicuramente starà dormendo.
Uno squillo.
Due squilli
Tre squilli.
Poi rispose
*si?* chiese con voce roca.
*Jacob?*
*si Rebecca dimmi*
*Rebecca? Hai per caso qualcosa da dirmi?*
*Ally?*
*no, tua nonna. Certo idiota*
*ah ciao... ma, perché mi hai svegliato*
*Cameron vive qui. Cioè lo dovrò sopportare tutti i giorni. Ti rendi conto?*"Guarda che io sono ancora qui eh" disse una voce alle mie spalle, mi girai e stava ancora guardando le foto
"Sisi"*dov'eravamo? Ah già, ti rendi conto?*
Nulla.
*Jacob?*
Nulla.
*Jacob Miller capisco che tu possa avere sonno ma io stavo parlando*
*eh? Sisi dicevi?* chiese
*vabhe. Alle 9:15 vieni qui.* stava per dire qualcosa ma io gli staccai il telefono in faccia non facendolo finire.Mi giro verso Cameron che ha... gli occhi lucidi?
Ci vuole troppo una foto.
Prendo il telefono, apro la fotocamera, ma nello stesso momento in cui scatto la foto suona, ho scordato di togliere la suoneria e così si accorge che gli ho fatto la foto. Oh oh.Si gira posa la foto e viene verso di me.
"Non hai osato farlo." Disse minaccioso
"Oh, si che l'ho fatto" dissi fiera io.
Con un gesto veloce però mi prese il telefono dalle mani e lo tirò su.
"Ok senti non mi piacciono questi giochetti, ridammi il telefono" dissi acida
"No"
"Si, lo farai"
"No, non lo farò"
"Anzi, Ok, tienitelo" Mi guardò interrogativo
E io andai a sedermi sul letto a gambe incrociate senza dire una parola. Lui smanettò un po' il telefono, sicuramente aveva cancellato la foto. Poi però si avvicinò un po' al letto."Chi è?" Chiese lui indicando la foto sul comò .
"Che ti importa?" Chiesi calma
"Rispondi" disse lui con tono evidentemente irritato.
"Perché dovrei?" Non gli avrei di certo raccontato la storia di Emily.
"Perché mi riguarda?" Chiese ovvio
"Ti riguarda?" Chiesi calma ma evidentemente confusa.
"Si" disse quasi in un sussurro
"Lei era, ed è anche tutt'ora una delle poche persone più importanti per me" dissi con un filo di malinconia tagliando corto.
"Come si chiamava?"
"Emily, Emily Devinson"
"Come?!" Chiese sgranando gli occhi sbalordito
"Hai sentito bene" dissi
Poi uscì dallas stanza sbattendo la porta. Chi lo capisce è bravo.Però decido di seguirlo, mi affretto ad aprire la porta e fermarmi in cima alle. Lui era lì davanti alla porta che si stava mettendo il giubbotto, scesi velocemente.
"Cameron" lo chiamai cercando di non urlare per non svegliare gli altri.
Si girò, ci guardammo, però poi si rigirò uscendo dalla porta. Scesi gli ultimi scalini presi la felpa e uscii di fretta, ma lui non c'era. Com'è possibile?Notai molto avanti una moto nera, molto probabilmente era lui.
Camminai sul marciapiede pensando ai possibili posti dove sarebbe potuto andare, il mare: nah troppo banale, in centro... troppo affollato. Cammino, cammino, ci sono. Il parco, quel parco, ripercorro la strada dell'ultima volta, i negozi a destra e le case a sinistra, la vietta buia e infine quel posto magnifico che fino a pochi giorni fa credevo di conoscere solo io e i miei due migliori amici.Eccolo, stava lì seduto, sotto l'albero gigante e maestoso. Avevo lo sguardo puntato su un fiore, una margherita, una sola isolata. Era cresciuta distante da tutti gli altri fiori che c'erano.
Mi avvicinai e mi sedetti vicino a lui, sempre però stando a distanza.
"Perché sei qui?" Chiese lui non distogliendo lo sguardo, il suo tono non era acido come il solito, era più tranquillo.
"Perché voglio capire la tua reazione di prima" dissi calma
"Non c'è nulla da capire, Allyson" il suo tono era un po' più alto
"E invece si. Perché hai reagito così, chi era per te Emily" avevo capito. Per lui significava tanto.
"Perché muoiono sempre le persone migliori?" Chiese evidentemente malinconico.
Mi ricordai di una frase che lessi un paio di giorni fa
"Quando vai in un giardino, quali fiori strappi, Quelli belli o quelli brutti?"
"Quelli belli" disse ovvio, distogliendo lo sguardo dalla margherita.
"Esatto, proprio così" dissi io.
Decisi che forse era meglio lasciarlo solo a riflettere.Mi alzai e feci per andarmene ma mi sentii tirare dal braccio. Mi voltai, e subito dopo spezzai il contatto, quasi come il suo tocco mi stesse bruciando la pelle.
Lo osservai confusa poi parlò.
"Aspetta, chi era davvero lei per te?"
"Mi sembra di avertelo già detto" dissi secca. Poi però continuai "lei era, ed è, una delle persone più importanti per me"
"Quanto importante?" Chiese.
Ma perché tutte queste domande? Che gli importava a lui?
"Che ti importa?" Chiesi guardandolo negli occhi
"Per favore" disse quasi in un sussurro.
"talmente tanto importante da lasciarmi un vuoto, un vuoto immenso e che non si può colmare." Spiegai sempre senza lasciar trasparire alcuna emozione.
"Per te?" Chiesi
"Non importa" disse distogliendo lo sguardo
"Immaginavo" dissi piano però non me ne andai camminai in giro per quel parco che non ricordavo così grande, finché non trovai un laghetto, non ci avevo mai fatto caso, osservai la mia immagine riflessa. Forse Jacob aveva ragione, Matt non si era scordato di me, ero cambiata davvero tanto, forse non mi aveva riconosciuta.Li vicino c'era un gruppo di fiori viola, mi chinai, ne raccolsi uno e poi sussurrai "è proprio vero, le persone migliori vengono scelte per andare in un posto migliore" una lacrima rigò il mio viso e finì direttamente sul fiore, passai velocemente il polso sulla guancia. Odio quando non riesco ad avere la meglio su me stessa. Mi sento impotente.
Osservai ancora per un po' il fiore, poi mi sdraiai sul prato, la schiena era ancora un po' dolorante, e la mia mente era un via vai di ricordi, come una stazione piena di treni che vanno e vengono. A distrarmi fu un ombra che mi di parò dietro oscurandomi il sole...
Hallooooo chissà chi è ?😂
Ovviamente si sa chi è but vi lascio così...😌⭐️
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Tra odio e amore c'è una sottilissima linea, e io sono in mezzo||•Cameron Dallas
FanfictionAllyson Smith, ragazza cresciuta senza padre. Molto fredda, scontrosa e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, ma a volte anche allegra e divertente. Non crede all'amore a causa di suo padre. Sua madre Lidia Gillins troverà un nuovo compagn...