Capitolo 16 -prima parte-

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Molte volte il mondo ci appare come una piccola sfera dove vi abitano sia esseri viventi che materiali.
Il fatto che la vita sia strana ma allo stesso tempo virale, è l' unica cosa che mi ha fatto riflettere molto su questo argomento.
Tutti noi durante i peggiori anni della nostra esistenza abbiamo pensato, anche solo una volta, di scappare e di lasciarci alle spalle i dispiaceri che ci hanno sconvolto.
Questo dimostra come la ruota durante gli anni possa cambiare, che ostinatamente vuole portarci in un nuovo universo dove i contagi di periodi bui o dispiaceri non vi siano e che solamente la pace e la tranquillità vi regnano.
Nella mia mente, la ragione stava cessando di esistere.
Poiché da quando Chris mi aveva portata all' Istituto, le mie giornate erano radicalmente cambiate, assumendo un carattere molto strano per essere descritte in così poco tempo.
Adesso pure Drake era entrato nella mia vita e mi sentivo in dovere di conoscerlo, di capire che persona fosse per poi poter giudicare, sia in modo positivo che negativo, quello che pensassi su di lui.
Non volevo perderlo e tanto meno litigarci.
Fin ad ora eravamo in simbiosi e avrei fatto di tutto per non interromperla.

Stavo sognando quando un rumore simile ad una penna che cade a terra, mi svegliò.
Per la prima volta nella mia vita ero riuscita a non fare incubi che ti fanno provocare un incendio.
Ma un rumore molto fastidioso mi aveva svegliata e questa mattina ne avrebbe pagato le conseguenze.
Aprii gli occhi.
Avevo tutti i capelli arruffati e pieni di nodi, gli occhi che mi bruciavano per il sonno e la pelle fradicia di sudore.
Mi potevo considerare un brutto esempio, in confronto a molte ragazze delle mia età che, stranamente,ogni mattina sembravano perfette.
Anche io volevo essere così, ma il mio corpo durante la notte me lo impediva, ritrovandomi sempre in posizioni scomode e mezza rintontita ogni santa e spregevole mattina.
Cercai, dopo svariati tentativi, di girarmi e di vedere che cosa fosse caduto.
Non vidi niente, così presi dal mio comodino una torcia.
L'accesi e scorsi una persona che frugava nelle mia scrivania.
Chiunque fosse, si girò ed io come un pazza iniziai ad urlare e a scatenarmi nel letto, nel tentativo di uscire e di chiudermi a chiave in bagno.
Ma sfortunatamente mi ritrovai sommersa ancora più di prima nelle coperte e legata dalle lenzuola pulite.
: "Chi sei?" urlai.
: "Non ti spaventare...in questo modo svegli tutti!"
: "Chris!?"
: "Sì...è meglio se ti riaddormenti...la sveglia suona tra un'ora..."
: "Che cosa ci fai in camera mia!?" gli urlai contro.: "Shh!... Stavo cercando i libri delle materie che hai oggi..."
: "E?"
: "E... non li trovo... dove li hai messi?"
: "Posso farmela anche io la borsa!"
: "Sì ma potresti sbagliare libro... perché per ogni corso c'è un libro diverso"
: "Guardo in che corso sono?" risposi furiosa.
Potevo scommettere tutti i soldi che avevo che non avrei mai pensato che dentro la mia camera ci fosse Chris!.
Continuavo a pensare " come si è permesso di entrare!?" "io avevo chiuso a chiave la porta".
: "Okay...ma adesso puoi uscire!?"
: "Prima trovo i libri ...prima uscirò..."
: "...Ma anche no! Adesso esci...per favore!".
Ma come se non mi avesse sentito, continuava senza sosta a rovistare tra i miei cassetti.
: "Chris! Che ne sai che cosa può esserci dentro!? E' la mia camera e se permetti vorrei che te ne andassi... e...immediatamente!".
Contrariato dalle mie continue richieste rimase a cercare, così cercai a tentoni nel pavimento le mie ciabatte e dopo averle trovate, con tanta difficoltà, gliele lanciai addosso.
: "Ahi!"
: "Quale parola del vocabolario non hai capito!? Esci!".
Dopo che se ne fu andato accesi la luce e velocemente andai a riprendere le ciabatte per poi indossarle.
Era da pazzi entrare in camera di una persona per prenderle dei libri.
Ancora stupita mi andai a preparare, stando attenta di aver chiuso la porta d' ingresso.
Scelsi un abbigliamento comodo.
Così evitai di truccarmi, facendo solamente una coda.
Per mia fortuna la donna delle pulizie aveva riportato i pantaloni che Chris mi aveva regalato, così li misi e veloce come un missile indossai le converse bianche per spezzare il nero che avevo deciso di mettere.
Appena finii di sistemarmi e di guardarmi ulteriormente allo specchio per la trentesima volta, andai ad aprire la porta a Chris.
: "Okay adesso che ti sei cambiata possiamo continuare a preparare la tua borsa?"
: "Entra pure.."
: "Ah... per le lezioni dovrai indossare un uniforme..."
: "Cosa?" chiesi sbalordita.
: " La Direttrice vuole ordine e così ha deciso di istituire un regolamento dove esplicita apertamente che gli allievi e le allieve di questo Istituto dovranno regolarmente indossare l' uniforme a loro assegnata."
: "Ah..."
: "Purtroppo sì".
: "Posso farti un' altra domanda prima che prepariamo le cose?"
: "Sì"
: "Come hai fatto ad entrare se avevo chiuso la porta a chiave?".
Notai che all' inizio non sapeva che cosa rispondere, ma dopo pochi secondi cercò di spiegarsi.
: "Al primo giorno quando ti ho dato le chiavi per la stanza, io ne avevo una copia"
: "Cosa? Cioè...tu hai una chiave di scorta?"
: "Io ti devo proteggere e se ti dovesse succedere qualcosa in camera come farei entrare?"
: "Dalla finestra o non so..spacchi la porta?"
: "Sì certo, mica abbiamo una scala di trenta metri per venirti a salvare...Ah eccoli!"
Certo appena iniziavamo a litigare o gli facevo qualche domanda, lui doveva tagliare corto e cambiare "magicamente" il discorso!.
: "Dove hai messo la borsa?"
: "Non lo so, visto che non ho ancora fatto lezione da quando sono arrivata".
Spalancò gli enormi armadi e senza scrupoli si mise a rovistare nelle mie cose.
Ero arrabbiata e innervosita dal suo maleducato e impulsivo comportamento.
: "Dove l'avrà messa?" si diceva tra se e se.
Io mi trovavo in mezzo alla stanza ad osservare acidamente quello che stava succedendo.
Mi stava manchevolmente evitando e lasciando in disparte.
Sembravo così inutile che mi sedetti sulla sedia della scrivania, dove cominciai a girarmi e rigirarmi su me stessa in cerca di qualcosa di più divertente da fare.
: "Invece di rimanere lì impalata a girarti su te stessa, mettiti l'uniforme"
: "Certo!" risposi facendogli una smorfia.
Così mi alzai dalla mia comodissima e graziosa sedia girevole e avanzai verso il secondo armadio.
Presi l' uniforme e, velocemente, andai in bagno, chiudendomi a chiave.
La divisa non era male, ma neanche eccezionale.
L'uniforme comprendeva una camicia bianca, una gonna nera e un paio di calzini grigio chiaro.

L' ultimo Respiro  {Breathed} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora