Madison si appoggiò alla parete del treno e si sedette, accanto a lei si trovavano Bradley sulla sinistra e Cameron sulla destra - inizio io - disse Cameron - io sono Cameron Smith, mio padre morì quando avevo solo cinque anni ma me lo ricordo come fosse ieri... Era un tranquillo pomeriggio d'autunno, il 19 settembre per l'esattezza, mia madre era all' ospedale, doveva dare alla luce la mia seconda sorella, io la stavo per raggiungere, ero un macchina con mio padre, stavamo per entrare nella via dell' ospedale quando un pirata della strada, uno stupido ubriaco, cambió corsia, sbandó e finì contro la nostra macchina, mio padre morì, io illeso. Quando mi resi conto di ciò che era appena successo, mi slacciai la cintura e corsi via. Si scoprì che aveva avuto una commozione cerebrale e se fossero stati chiamati i soccorsi, se fosse stati chiamati prima si sarebbe salvato. Qualche ora dopo mia madre stava ancora in ospedale e seppe della notizia, io intanto dove ero andato non si sapeva, stavo cercando l'ospedale e lo trovai grazie a un signore che mi ci accompagnó, mia madre rimase sconvolta e perse la bambina... -
- Cameron... - lo interruppe Madison - sto bene - rispose. Ma entrambi sapevano che non era così.
- ... dunque dove ero rimasto... ah si, perse la bambina. Non me lo perdonai mai. Mio padre era un uomo... così forte. All'età di otto anni io e Madison andammo per la prima volta a scuola a soli, da soli ma insieme. Sua madre credeva in me, io le avevo promesso sicurezza, e ancora mi sento sotto quella promessa. Con il tempo crescendo imparai, non era stata colpa mia se mio padre era morto ma di quello stronzo. Feci qualche ricerca e non saltò fuori un solo nome 'Dallas' chiesi in giro, ero disperato, perseguitato da quel nome.
Dallas. Dallas. Dallas.Lo sognavo alla notte, sognavo quello che era successo, incubi, pensieri macabri. Lo odiavo. Un giorno mentre stavo scrivendo a una mia amica, suonò il campanello, io andai ad aprire e non vidi nessuno ma solo una busta gialla, con dentro un foglio, sul foglio c'erano solo due parole 'Dallas Taylor' continuai con le ricerche e ottenni un indirizzo, 284 Austin, Texas. Dovevo andare, presi un po' di cibo, dissi a mia mamma che andavo per una settimana da Mad e di non chiamare e dissi a Madison che andavo una settimana in montagna e di non chiamare poi andai. - la ragazza lo interruppe freneticamente - aspetta... quindi tu non sei stato veramente in montagna... ci avevo creduto... E avevo creduto che tu volessi solo starmi lontano... - gli agoli della bocca di Cameron si piegarono leggermente, aveva lo sguardo fissi sul pavimento - no... mi dispiace di averti mentito. Dicevo... andai, presi il treno che mi portò fino a Dallas, la città intendo e poi il tram per arrivare a Austin. Trovai quasi subito la casa, con la mano che tremava mi convinsi di suonare il campanello, un uomo alto, con i capelli castano scuro, gli occhi nocciola si presentó alla porta -- Dallas Taylor? -- l'uomo mi guardó come stupito -- no sono il padre... Mio figlio é di sopra, entra - devo ammetterlo, la casa era accogliente, i mobili marrone legno davano un senso di calore, le tende bianche della casa facevano entrare una luce fioca ma calda. Andai su per le scale e raggiunsi una camera che sembrava molto disordinata, quando vidi un ragazzo, biondo, occhi azzurri, come me, mi assomigliava tanto. Troppo. -- chi sei tu? E cosa ci fai in camera mia -- presi il ragazzo per la maglia e lo trascinai nel soggiorno al piano inferiore -- io e te dobbiamo parlare -- gli dissi. Il padre del ragazzo era uscito quindi ero libero di sfogarmi -- tuo padre e te siete molto legati? -- il ragazzo sembrava sorpreso dalla mia domanda -- certo è mio padre e fa... beh il padre... --
-- senza il rosso, il rosso, il fucsia, l'indaco, il violetto, l'azzurro, il turchese... Si può disegnare l' arcobaleno? --
-- cosa? -- fu la sua risposta
-- se anche solo mancasse uno di quei colori non potrebbero esistere un arcobaleno, non sarebbe autentico, non sarebbe completo -- a quel punto il ragazzo ebbe un'attacco di rabbia, e cavolo quanto era simile a me... se non fosse stato per la differenza di età che parevano undici o dodici anni, avrei potuto definirlo mio fratello -- siediti, e ascoltami. Senza senza un pilastro portante di un edificio, potrebbe esistere? Senza un motore, un automobile potrebbe andare avanti? Senza le ali un gabbiano potrebbe volare? Senza il turchese l'arcobaleno sarebbe considerato tale? Senza un padre, una famiglia sarebbe completa? A tutte queste domande, rispondo no. -- il ragazzo non aveva capito di cosa stessi parlando, forse si era dimenticato? No. -- tu, Dallas, mi hai rovinato la vita, hai rovinato mia madre, io non ho avuto una sorella per colpa tua, mia in parte ma tua è da molto, troppo tempo che ti cerco e ora che sono qui, tu mi stai facendo capire che tu, il 19 settembre non eri la, fuori a guidare come una pazzo e che sbandando non sei andato a sbattere contro un altro veicolo? E che poi hai continuato per la tua strada? Dimmelo -- il ragazzo si alzò e mi venne incontro -- vabene, hai ragione, mi ricordo, ho sbagliato, non avevo la patente da molto tempo e il mio rapporto con l' alcool... beh non andava bene, ma io non posso riportarli indietro tuo padre né tua sorella né posso sistemare la tua vita, ma ti chiedo scusa -- io me ne andai, ciò che volevo fare lo avevo fatto ciò che volevo dire lo avevo detto, ero un po' sollevato, niente rimpianti. Ritornai a casa e nessuno seppe mai del mio 'viaggio' se così si poteva considerare. Qualche giorno dopo quell'incontro, esattamente nove giorni dopo lessi sul giornale 'Dallas Taylor, 27 anni, decesso la notte del 28 aprile. Causa: overdose' non so se eravamo in un qualche modo simili davvero... avevo ragione sull' età, avevamo 11 anni di differenza all' epoca, nessuno seppe nulla fino ad oggi, ed è da tre anni che mi tengo tutto dentro... incredibile no? - con queste ultime parole concluse.
Madison gli prese la mano - ehi... tutto ok? - gli scese una lacrima e gli scappó un sorriso - forse -// spazio autore
Capitolo lungo Yee.
Allora mio padre mi ha preso il telefono e il computer fino al giorno del mio compleanno che è il 7 maggio ora sto pubblicando con il computer di una mia amica scusate l'assenza non so se scriverò
- C
STAI LEGGENDO
Universes - Angeli Bianchi [ANTEPRIMA]
RandomMI SONO ACCORTA CHE LA STORIA, DA LEGGERE SU WATTPAD SAREBBE STATA MOLTO PESANTE PERCHÉ SI TRATTA DI 65 pagine A CAPITOLI. QUINDI LA POSTERÒ SPEZZATA E POI INTERA CON CORREZIONI ECC, SCUSATE SE QUALCOSA NON SI CAPIRÀ :)