⊱grey

4.4K 498 175
                                    

T Ø P ᴺᴱᴵᴹᴱᴰᴵᴬ

→🌹 triggering.
✔ linguaggio forte
✔ violenza

Min Yoongi / 민윤기
GRIGIO

C'era un dolore diverso nel cuore di Min Yoongi. Il suo polso aveva cambiato la sua solita melodia, le sue pulsazioni creavano una canzone nolstagica. Una di quelle composte da una base allegra ma con un testo disperato, un po' come quelle dei Twenty One Pilot, una delle loro canzoni suonate con un ukulele che all'interno celano un urlo d'aiuto. Non la vedevi, non la sentivi, ma l'afflizione di Yoongi era sempre lì. Alle sue spalle, sorridente e soddisfatta. Dentro il suo letto, nel caffè amaro la mattina, nelle canzoni alla radio, la tristezza era la sua compagna e questa volta era più feroce.

Durante una giornata di pioggia, riflettere era molto più facile. Pomeriggi grigi come quelli erano stati creati apposta per rimuginare su tutti gli errori che aveva commesso. Il ticchettio continuo della pioggia sull'asfalto era un rumore insopportabile, lieve ma allo stesso tempo instancabile. Il cielo ti costringeva a tingerti di grigio come lui e il volto triste e cereo di Yoongi riflesso su una pozzanghera sembrava ancora più miserabile. Ed era inutile calpestare dell'acqua sporca con delle vecchie Nike per dimenticare tutto ciò che aveva commesso. I suoi occhi scuri e senza espressione restavano comunque lì a fissarlo e a sussurrargli: "Sei uno stronzo Yoongi, sei come tuo padre, un fottuto narcisista stronzo". Dentro Yoongi pioveva e il sole quando passava lui si nascondeva.

Le sue nocche evidenti pizzicavano un po', erano rimaste arrossate e indolenzite, gli procuravano un leggero fastidio ma oltretutto era ciò che si meritava. Quel dolore gli serviva per ricordarsi che dopotutto erano sempre gli altri a pagare per l'amore che lui un tempo riusciva a provare. Ogni sua vittima pagava il prezzo di aver dato affetto a qualcuno che sul petto portava ancora delle cicatrici dovute a un amore insaziabile e disonesto che ancora non trovava pace.

Yoongi aveva cercato Jimin ovunque, in ogni angolo più nascosto della scuola e in tutti gli occhi curiosi che lo seguivano in corridoio. «Dove sei?» pensava tra se e se mentre si guardava intorno, «Dove cazzo sei» urlava nella sua testa mentre apriva tutte le porte presenti nel bagno maschile della palestra.

Ma di Park Jimin neanche l'ombra. Non c'era il suo sorriso gentile, i suoi capelli spettinati e il profumo alla lavanda della sua camicia. Era andato via.

«Cazzo!» disse ad alta voce per la frustrazione «cazzo!cazzo!cazzo!» ripeté più forte dando dei calci contro la porcellana del lavandino.

I flashback della sera prima erano ancora sfocati e sconnessi, Yoongi riusciva a ricordare solamente alcune parole e giusto poche immagini non ancora del tutto distinte.

Era sera, o forse era notte fonda. C'era un oceano di  stelle luminose in cielo, Yoongi non ne vedeva così tante dal suo ottavo compleanno. Sentiva un po' di freddo all'estremità delle mani, il profumo dell'erba bagnata era piacevole e le sue guance facevano un po' male per aver sorriso troppo a lungo in direzione del cielo. Qualcuno, oltre il freddo e le stelle, gli stava tenendo compagnia. Era lui. La pelle, anzi, il colorito delle sue guance era così roseo da far invidia a un fiore di pesco in primavera, era impossibile non riconoscerlo. Le labbra del ragazzo accanto a lui si allargavano spesso in un largo sorriso, i suoi denti sembravano emanare una luce più forte di quella delle stelle. Era bello, era bello come tutto ciò che dipingeva ma sopratutto riusciva a renderlo felice.

E non era facile essere felice per Yoongi.

Yoongi aveva messo il rewind nel film della sua vita, aveva di nuovo otto anni. Sentiva addosso la stessa spensieratezza di quella vecchia sera, quando dopo aver spento le candeline sulla sua torta alla frutta era rimasto disteso sulla dondola in giardino con una coperta di lana addosso e con accanto il calore di sua madre che gli accarezzava deliziosamente le punte dei capelli e gli baciava la fronte. Era ritornato ai giorni in cui niente al mondo riusciva a fargli paura e dentro un abbraccio materno si sentiva al riparo da qualsiasi mostro. A quei tempi, Yoongi era a prova di tristezza.

RESILIENZADove le storie prendono vita. Scoprilo ora