Nella mia testa non vi era più la finezza o il presupposto di analizzare la situazione, no, solo un unica domanda, poco pulita di linguaggio: Che cazzo succede?
Chi poteva biasimarmi?
Magari era il caldo a farmi venire le allucinazioni, o la vicinanza con Victor a rendermi imbecille, in ogni caso un miscuglio di emozioni stava lottando in me, ottenendo il solo risultato di farmi intendere che ero entrata a far parte di una cosa davvero strana e complicata. Davvero non mi riusciva descrivere cosa stessi provando, seduta al tavolo di un ristorante costoso, il piede che si muoveva in continuazione, Occhioni belli, che altro non era che Evan.S del sito di incontri, che mi osservava come se fossi un cucciolo da adottare e il suo adorabile figlio dall'aura maligna che mi lanciava occhiate sgradite. Non era tanto il fatto che fosse sul serio il mio professore il proprietario di quella Cabriolet grigia che mi sconcertava e nemmeno che avesse avuto progenie da me conosciuta, quanto il constatare che Betta sapeva tutto fin dall'inizio e aveva pensato di tenerlo nascosto, facendomi quella bella sorpresa.
Victor aveva lo sguardo sul cellulare, un ciuffo di capelli a coprirgli la fonte, mentre fingeva di non sentire gli innamorati parlare proprio di lui e del suo incidente di quel giorno.
"Ho saputo dalla nostra vicina di casa che era finito all'ospedale, altrimenti lui non mi avrebbe detto nulla" stava raccontando Evan e mi venne in mente la chiamata che aveva ricevuto quello stesso pomeriggio in classe.
"Non sono finito all'ospedale, ho solo accompagnato Paolo" si difese con non troppe energie, strascicando ogni parola con fatica, concentrato a digitare qualcosa.
Io stavo sfogliando il menù, ma non mi sfuggì la faccia allibita di mia madre: "E' un tuo amico? Sta bene?" chiese "Cos'è successo?".
Impicciona.
Victor parve non voler rispondere. Mi aveva dato l'impressione che anche lui fosse rimasto all'oscuro a riguardo della nuova relazione del padre, ma non sembrava esserne rimasto sorpreso, era distratto, nemmeno interessato.
Fu Evan a riassumere: "Stavano giocando a calcio, sai, a volte si incontrano tra amici, ma oggi avevano fatto una partita contro altri ragazzi e uno di loro aveva accidentalmente fatto cadere-".
"Sì è rotto una gamba" chiarì il figlio, fiscale, non più al cellulare, ma intento a prendere uno dei menù "Non è stato accidentale... quel bastard-".
Alzai gli occhi da quello che stavo leggendo.
"Victor..." calcò Evan, pronunciando quel nome come un avvertimento e prolungando ogni lettera il poco che servì a farlo sbuffare. Era naturale non fosse stata la prima volta che interveniva in quel modo.
"Oh, dimenticavo che fossimo in dolce compagnia... la prossima volta mi tratterrò dal pronunciare la parola: b.a.s.t.a.r.d.o" specificò con una lentezza snervante, a testa alta, e aprì il menù di scatto iniziando a leggere con disinvoltura. Era una dichiarazione di guerra?
L'altro sospirò in risposta e guardò mia madre dispiaciuto, ma al contempo alcuni suoi lineamenti ferrei facevano intendere la severità che avrebbe voluto tirar fuori. Mantenne comunque un tono calmo mentre pronunciava "Te ne sarei grato, Victor", frase gentile, ma con un velato invito a darci un taglio.
Si intrufolò nel discorso Betta che con un "Oh, per favore, non siamo persone così raffinate" rivolto ad Evan, poi si riferì al ragazzo: "Capisco la tua rabbia. Il tuo amico è andato all'ospedale e tu sei liberissimo di esprimerti come ti pare" e annuì alla sua stessa affermazione.
"Penso che andremo molto d'accordo Betty" commentò a bassa voce, intento a leggere la lista nelle sue mani e lei sorrise mordendosi il labbro inferiore, mentre mostrava l'entusiasmo di quel traguardo al professore che scosse la testa, lievemente divertito.
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Forgotten Love
RomanceMargot Bledig è una ragazza appena maggiorenne con un passato travagliato che l'ha lasciata con il cuore spezzato. Sua madre, Elisabetta, è una donna piena di vita, sempre in movimento e talmente attiva da risultare stancante. Vivono insieme in un p...