La Furia Di Un Demone Nato Uomo?

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Konoha trema.

Konoha piange.

Konoha cade.


Fiamme del medesimo colore del suo sguardo, incandescenti come il suo sangue... pericolose come il suo sorriso, divampano, e sbranano Konoha, fiancheggiate dal demoniaco essere dalle nove code.

Un connubio perfetto di rosso ed azzurro; Inferno e Paradiso legati assieme dall'unico intento di estirpare il villaggio della foglia dalle carte delle Grandi Terre.

I lunghi capelli d'oro zecchino danzano con il vento mentre lui, con inumana grazia, balza tra le fiamme che come passionali e sottomesse amanti lo avvolgono, lo venerano, si piegano al suo volere e mai lo feriscono.

Shinobi di ogni grado si parano innanzi a lui che, con pura e bestiale forza bruta, sgretola le loro ossa, strappa le loro carni e veste con il loro sangue; linfa vitale che lambisce il suo petto bronzeo e tinge gli Hakama che indossa, arancioni come solo lui poteva portarli.

Konoha trema.

Konoha piange.

Konoha cade.

La furia di un demone nato uomo?

- NARUTO! –

Un nome che da tempo non abbandonava le labbra famigliari eppure sconosciute di quella persona, lo costrinse a fermare la sua avanzata e a voltarsi.

- buona sera maestro Kakashi. Si sta godendo lo spettacolo? –

Le labbra piene si muovono a formare un sorriso puro ed innocente, che stona terribilmente con quel volto seducente macchiato di sangue umano, ma che si abbina perfettamente agli squarci di cielo che scrutano intensamente la rispettabile figura dell'Hatake.

Il dono scarlatto, simbolo dell'antica colpa dell'uomo dagli indomabili capelli di platino, brilla minaccioso nell'orbita sinistra, mentre lui, come stesse innanzi ad un caro amico, continua a chiacchierare.

- ho chiesto a Kyuubi di replicare con fedeltà ciò che fece il 10 Ottobre di venti anni fa, il giorno della mia nascita... non crede stia facendo un lavoro sublime? - domanda estasiato, preparandosi ad un possibile assalto dell'altro che, come previsto, non si fa attendere.

La furia anima gli occhi del maggiore che abbracciato dallo stridere dei falchi, si lancia all'assalto, illuminato non più dalle fiamme distruttive, mai dai feroci fulmini scaturiti dalla mano.

Il genio della foglia avrebbe fatto fremere anche il più audace dei ninja, ma non lui. Non lui che sorrideva divertito, simile ad un bambino che con sadica innocenza, si diletta ad ardere le piccole ed indifese formiche.  Non lui che, più veloce del lampo, ha deviato l'attacco ed atterrato con disarmante facilità l'antico mentore.

- sa sensei, ho sempre voluto vedere la sua faccia - afferma mentre scopre il bellissimo volto dell'altro, distorto dalla sorpresa e forse dal timore -è ancora più bello di quello che pensavo... - gli confessa con un sorriso dolce.
Non dice una parola, l'altro. Il vecchio allievo è tanto sincero da spiazzarlo, ma infondo lo è sempre stato. Per cui non si sorprende della triste verità che legge in quelle iridi, così tanto dolorosamente nostalgiche.

- non l'ho mai odiata. - la mano destra sfonda la cassa toracica, lede i muscoli e stringe con brutale delicatezza il cuore del caro vecchio mentore.

Kakashi cade e si colora del suo stesso sangue, in parte felice di poter rivedere coloro che aveva perduto.

- hai eseguito lo stesso rituale con quel tipo con la cicatrice, quei due tipi del ramen e la tettona, devo dedurre sia una forma di rispetto per i tuoi cari?-

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