«Signorina Gwen!»
Una voce risuonava familiare, la sentivo gridare il mio nome e di scatto vidi la faccia di Ian sbiancare.
Lui era un bravo ragazzo e non doveva avere niente a che fare con quello che stava per succedere. La polizia si avvicinò, ma questa volta non fu così magnanima.
« Ce l'ho io la roba, loro non centrano.» incominciai per prima.
Ero stata segnalata ben due volte e la terza non me l'avrebbero fatta passare liscia. Mi ammanettarono senza dire una parola, mi fecero salire in macchina e l'ultima cosa che vidi fu Emily piangere.
«Ian, accompagnala a casa!» esclamai prima che la macchina partisse.
«Insomma, signorina, è diventata da poco maggiorenne e già vuole passare qualche mese al fresco?» disse l'agente con i baffi.
Non risposi, cosa potevo dire? Non avevo giustificazioni.
La caserma risultava affollata, da quelli ammanettati alle sedie a quelli sporchi di alcool e piscio. Tanta era la puzza che il naso non riusciva ad abituarsi a quell'odore nauseabondo, diventando insopportabile per me che, come molti, mi trovavo ammanettata ad una panca di ferro. Per di più il freddo non faceva altro che peggiorare le cose.
«Tu sei quella stronza che non ha voluto la mia merda»
-No, di nuovo il tipo strano no..-
«Sei dentro comunque, piccola stronza» proseguì.
«Oh, beh, sembra proprio che io non sia l'unica, il tuo braccialetto è proprio uguale al mio»
Rise beffardo e continuò «Tanto non ci rimango per molto»
«Te lo auguro, tesoro»
Tornai a quello che stavo facendo... Niente, dunque.
Beh, sempre meglio che parlare con quel tipo.
Maledetti sbirri.
Mi chiamarono per la foto segnaletica, un uomo mi tolse le manette e mi accompagnò all'entrata di quella sottospecie di cella.
« Abbiamo avvertito i tuoi genitori. Non pagheranno la cauzione. »
« Nessun problema, mi farò un paio di giorni al fresco. Posso andare?» Sorrisi.
Nuovamente ammanettata tornai al mio posto.
Non mi aspettavo nulla, figuriamoci, quegli stronzi non avrebbero certo cominciato a fare i genitori adesso che la figlia era dentro.
Il tipo strano ricominciò a parlarmi
«Beh quindi ci rimani per molto qua?»
« Che ti frega?»
« Sei proprio una di quelle putanelle che vanno dietro Sid.»
«Semplicemente non mi frega un cazzo di quello che dici»
«AHH, BASTA.»
Improvvisamente iniziò a gridare e a cercare di strapparsi le manette dai polsi. Riuscì dunque ad attirare l'attenzione e a farsi portare in cella, proprio come voleva.
Mentre veniva portato via teneva a mostrarmi il terzo dito e il volto sorridente.
A dirla tutta mi scappò un sorriso.
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Dio salvi Sid.
Romance«Non avrei voluto più rivedere questa cazzo di foto... Eppure mi è tornata la nostalgia... Mi manchi così tanto Sid, così tanto da bloccarmi ogni volta che sento pronunciare il tuo nome, da sprofondare nel baratro a sapere che non sei più tu a tener...