3-Qualcosa di strano

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Erano già un po' di giorni che non vedevo lo "stupido capetto" e la sua banda di pidocchiosi, mi domandavo che fine avessero fatto...comunque meglio così.

Camminavo tranquilla per le strade, stavo andando a casa della mia migliore amica, Alice, una ragazza a dir poco pazza e simpatica. Girai in una stradina isolata, da cui poi si accedeva ad un'altra stradina ancora più isolata sulla quale si affacciava la casa di Alice. Dopo pochi secondi vidi un ragazzo uscire da una delle porte di una di quelle casette, si girò e non ci misi molto a riconoscerlo, stessa cosa lui.

<<Non ci credo! Ancora tu?!>> proprio non me l'aspettavo, questa frase mi uscì dalla bocca quasi involontariamente.

Lui mi guardò allo stesso modo in cui lo guardai io, poi però sorrise, con un ghigno a dir poco malefico, e si diresse lentamente verso di me.

Non tentai la fuga, qualcosa in quella sua camminata mi dava sicurezza, non voleva farmi del male...ma allora perché sorrideva a quel modo?

Si mise le mani in tasca e mi arrivò a pochi centimetri di distanza. La poca distanza tra noi due accentuò solo la differenza d'altezza. Si fermò di fronte a me scrutandomi la faccia, una faccia che iniziava ad avere un'espressione ormai molto complessa, un mix di curiosità, confusione, paura e orgoglio. Si chinò verso di me e si fermò a guardarmi dritto negli occhi, mi era a tre palmi dal naso, dopo qualche secondo mi afferrò il mento con le sue mani fredde e dopo avermi rivolto ancora una volta un ghigno mi baciò.

Non capii subito cosa stava succedendo e appena me ne resi conto gli tirai un cazzotto allo stomaco.

<<Cosa diavolo stai facendo?!>> gli urlai contro

Rise e poi se ne andò.

Lo guardai voltare l'angolo con gli occhi spalancati e il viso sconvolto.

<<Che risposta è mai questa?!>> urlai di nuovo, non sono sicura che sta volta mi abbia sentita.

Dopo qualche minuto che mi servì per realizzare meglio la cosa mi smossi e andai a vedere se era ancora nei paraggi, lo vidi camminare tranquillo e spavaldo verso il suo gruppo di amici. Era troppo lontano per corrergli appresso e poi non mi andava neanche. Mi girai, passai il braccio sulla bocca per pulirmi, sputai schifata e mi diressi verso la casa di Alice.

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