-Cos... cosa è successo?- domanda con una voce roca continuando a guardarsi intorno e posando lo sguardo su di me alcune volte.
-Sei svenuto davanti la mia porta dopo aver bussato- rispondo con un tono dolce -Da dove vieni? Chi ti ha ridotto così?-lui posa lo sguardo suoi miei occhi vuole provare a capire qualcosa di tutta questa situazione, poi mi prende la mano e se la porta davanti agli occhi e inizia ad osservare il palmo dopo un po mormora -Tedesca...- e mi lascia la mano -Che cosa intendi fare?- mi domanda
-Io?- che vuole dire.
Gira il capo verso di me -Si sei tedesca, cosa vuoi farmi? Bastonarmi, picchiarmi e poi chiamare le SS? Non è così- alza un sopracciglio per verificare se ha ragione, in realtà ha torto.
-Ma io non voglio farti questo, anzi avresti bisogno di una ripulita, puzzi- non sapevo di essere così diretta.
-Bhe sai lavarmi non rientra nei miei piani da qualche mese- risponde irritato, non volevo farlo arrabbiare.
-Scusami- abbasso la testa, lui intanto aggrotta le sopracciglia -Perchè ti scusi?-
-Non volevo farti arrabbiare- rialzo di nuovo la testa e incrocio i suoi occhi castani, chissà cosa avranno da raccontare.
Lui incredulo risponde -Ehm... quindi non vuoi picchiarmi?- scuoto la testa.
-Né chiamare le SS?- scuoto di nuovo la testa.
-Maria ti sta riscaldando la cena e anche preparando un bagno caldo-
-Chi è Maria?- domanda
-La governante o domestica , anche se per me è come un madre- sorrido a quelle parole, lui annuisce.
-Questa è la tua stanza?- chiede guardando con interesse la camera.
-Si-
-Carina- commenta.
Sorrido d'istinto, non sembra antipatico, anzi tutto al contrario.
-Ecco la zuppa!- esclama Maria entrando con un vassoio d'argento e un piatto fumegiante di zuppa.
-Vedo che ti sei svegliato ottimo!- finisce la frase poggiando il piatto sul comodino accanto al letto.
Il ragazzo ebreo guarda la zuppa con occhi sbarrati e increduli -E per me?- dice portando da una parte all'altra gli occhi prima su di me poi su Maria e infine sulla zuppa.-Si certo- sorride dolcemente Maria.
L'ebreo prende in mano il piatto e se lo porta sotto le narici per annussarlo, pian piano prende il cucchiaio e se lo porta alla bocca, esita un po ma poi ingurgita.
-Uao è... buonissima!- esclama entusiasta per poi prendere un'altra cucchiaiata, finchè non la finisce tutta in poco tempo -Complimenti era squisita, l'avete fatta voi?- dice rivolgendosi a Maria.
La governante ridacchia -Si caro e chiamami Maria- risponde lusingata.
-Si ehm... Maria siete un eccellente cuoca , almeno con le zuppe, e... grazie- sorride poggiando il piatto sul comò.
-Bene vado a preparare il bagno- prende il piatto con il vassoio e esce dalla camera.
-È da tempo che non mangiavo un pasto così buono- dice soddisfatto.
Sorrido -Bhe Maria è brava a cucinare, e se lo desideri ti potrà fare quello che vuoi-
Aggrotta le sopracciglia -In che senso?- ma come non l'ho ha capito.
-Tu rimarrai qua, ti ospiteremo noi, ti nasconderemo in casa così sarai fuori dai pericoli- dico con tutta calma.
-Cosa? No no non posso mettere a rischio te e Maria me ne devo andare- cerca di alzarsi dal letto ma io glielo impedisco.
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Il profumo della libertà
Narrativa StoricaNella Germania nazista un ragazzo ebreo di nome Joseph, anni diciotto, cerca di soppravivere alla terribile vita che i tedeschi hanno imposto nel loro paese alla gente diversa dalla razza ariana e soprattutto agli ebrei. Una notte mentre scappa dall...