Prologo

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È da tanto ormai che cammino su questa terra, ho molti ricordi che m'innondano la testa e forse è per rinchiuderli da qualche parte che ho deciso di scriverli qui, così sto cercando di catturare i miei sentimenti, sotto forma di simboli, su questi fogli di carta.
Ma questi simboli non assomigliano per niente ai miei pensieri o ai miei sentimenti.
In questi ultimi anni le poche persone che conosco mi chiamano Mikael...
Mikael Sansker e forse tra i tanti nomi che mi sono stati affibbiati è l'unico che ho scelto, personalmente... o quasi.
Sono stato chiamato in così tanti modi che ormai non ricordo più neanche il mio vero nome:
Vladimir.... Andrey...Victor... ma nessuno di questi mi appartiene, si reggono su fondamenta costruite con ignoranza, superstizione e molta paura.
Ma adesso basta divagare, mi trovo qui sotto il lago del cielo in una notte come tante e non voglio perdere tempo.
Nacqui molto tempo fa da una famiglia povera:
Mio padre era un semplice cacciatore e di lui ricordo ancora come se fosse ieri le sue dita forti e piene di calli che tendevano l'arco con la stessa maestria con cui colpivano il viso di mia madre, potrei parlarvi di lei per giorni, di come solo lei riusciva a calmarmi e su come le sue braccia riuscissero a calmare i miei pianti dopo che venivo picchiato da mio padre, o quando mi costringeva a quelle terribili battute di caccia che secondo lui servivano a temprare la mente e lo spirito per diventare "veri uomini" come si definiva lui stesso.
All'età di 19 anni ero alto 1,89 contro lo scarso metro e settantacinque di mio padre;
naturalmente ero diventato più forte e più veloce di lui, ma forse non ero così diverso da lui...
La ricordo come se fosse ieri quella notte:
Era il compleanno di mio padre, mia madre gli aveva cucinato un cinghiale arrosto che io stesso avevo cacciato, il più grande che abbia mai visto, lui tornò a casa dalla taverna completamente ubriaco, si avvicinò al tavolo e rovesciò tutto per terra urlando e sbraitando che tutto quello era uno spreco;
Vidi chiaramente alla luce delle candele che il viso di mia madre si stava già rigando di lacrime, un viso così dolce e angelico che sarebbe stato in grado di fermare qualunque animale selvaggio, persino quelle antiche bestie mitologiche che si fermavano solo di fronte al nobile spirito di un eroe;
Ma mio padre era peggio di una bestia...
Si scagliò contro mia madre per l'incredibile spreco che aveva fatto, colpendola ripetutamente sul viso e prendendola a calci, sembrava non volersi fermare mai, sembrava volesse ucciderla...
E forse ci sarebbe riuscito se sgranando all'improvviso gli occhi non si fosse girato a guardarmi, l'elsa della spada di famiglia (forse la cosa più preziosa che possedevamo in casa) che gli spuntava dalla schiena, mi guardava con uno sguardo misto di rabbia e stupore, poi il sangue cominciò a scorrergli dalla bocca e cadde per terra riverso...
Morto.
Io, suo figlio, l'avevo ucciso, ero soddisfatto di me stesso, ero riuscito a ribellarmi al tiranno, ma appena guardai mia madre negli occhi caddi in ginocchio;
Era terrorizzata, mi fissava con lo stesso sguardo con cui guardava mio padre e io stesso mi vedi riflesso nei suoi occhi, e vidi mio padre, solo più giovane e alto.
Non potevo resistere a lungo, mi sollevai, sfilai la spada dal corpo di mio padre e corsi via, senza neanche guardare mia madre per l'ultima volta, senza mai voltarmi indietro.
Ero diventato come lui e non meritavo di rimanere di fianco a mia madre.
Conosco già la domanda che vi passa per la testa, no, non ho mai più rivisto mia madre, cercai di farle avere qualche soldo che guadagnai, ma di questo vi parlerò più in là.
Correvo per il bosco, avevo 20 anni ed ero spaventato, ma non per il luogo in cui mi trovavo, mio padre mi fece abituare a quel posto lasciandomi a 10 anni per 2 giorni in quella dannata macchia verde che circondava la mia casa;
Ormai poche cose al di fuori di me potevano spaventarmi, avevo paura di me stesso, di quello che ero diventato, o che credevo di essere diventato.

Legenda - La verità di Mikael Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora