Introduzione

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Severo Santacruz, ricco uomo d'affari, aveva passato la sua vita a cercare sua sorella Sol, con l'aiuto del suo socio e amico Carmelo Leal.
Tutti i suoi sforzi sembravano non portare ad un risultato: aveva assunto i migliori investigatori e non badava a spese, tutto per sua sorella, ma fino a quel momento non aveva alcuna speranza a cui aggrapparsi.
Era seduto sulla poltrona del suo studio bevendo del cognac e ripensando alla sua vita: solo sofferenze, l'unica gioia dopo la separazione da sua sorella era quella di aver trovato un amico così leale, Severo era sicuro che Carmelo non lo avrebbe mai tradito.
Il suo pensiero fisso, però, restava sua sorella: la sua voce gli rimbombava in testa, i ricordi della sua infanzia gli tornarono alla mente.
Severo e Sol erano bambini quando il loro padre lavorava nelle fabbriche di Donna Francisca Montenegro, una donna spietata, cattiva, che faceva tutto per raggiungere un obiettivo.
Dopo aver licenziato l'uomo, accusandolo di avergli rubato del denaro, la famiglia Santacruz era sul lastrico: l'uomo aveva trovato lavoro in una ferrovia e guadagnava molto poco. Durante un incidente con un treno, perse la vita.
Come se non bastasse, alla sofferenza dei due piccoli e della moglie si aggiunse un ulteriore difficoltà: la donna era molto malata e solo un'operazione avrebbe potuto salvarla.
Non disponendo dei mezzi economici necessari per l'operazione, la donna chiese aiuto alla Montenegro, che le promise di aiutarla, ma poi la lasciò morire.
I due bambini rimasero soli, dormivano al freddo sulle panche della ferrovia e non mangiavano quasi niente, solo quello che qualche generoso passante gli offriva. Nonostante tutte le disgrazie vissute, i due erano forti e la forza dell'amore che provavano l'uno per l'altra servì in molte occasioni come sostegno morale.
Ma il loro incubo non era ancora finito: qualcuno denunciò la loro condizione alle suore di un convento, che li separarono e li mandarono in orfanotrofio.
Severo fu preso di mira da un gruppo di prepotenti, imparò ad essere forte e che poteva contare solo sulle sue forze. Durante uno scontro con essi, conobbe Carmelo, che lo difese e ne pagò le conseguenze: gli tagliarono un dito. Da quel momento Severo trovò in lui un inseparabile amico e sapeva che poteva sempre contare su di lui, così come lui ci sarebbe sempre stato per Carmelo.
Sol invece fu adottata dopo due anni e, per quanto possibile, visse felice fino all'età di 12 anni, mantenendo sempre viva la speranza che sarebbe riuscita a ritrovare suo fratello. Qualcosa cambiò una volta compiuti 13 anni: la sua matrigna morì e il suo patrigno non la considerava più la sua bambina, ma un mezzo per divertirsi.
Sol visse la sua adolescenza tra le violenze di suo padre e la rassegnazione, erano passati anni e suo fratello non l'aveva trovata, forse si era dimenticato di lei, forse non gliene importava più niente. Così l'unica speranza, di raggiungere la felicità che tanto desiderava, andò in pezzi.
Severo e Carmelo, una volta usciti dall'orfanotrofio, si addentrarono nel mondo degli affari. Severo impiegava tutti i suoi soldi e le sue forze per cercare sua sorella, mentre lei, stanca delle violenze di suo padre, scappò e tentò di cercare un lavoro onesto, ma a tutti gli uomini che aveva incontrato non bastava, così finì a prostituirsi.
Incontrò un uomo che la trattava benissimo e la convinse ad andare in Marocco, dove poi la vendette ad un uomo che la marchiò a fuoco sulla schiena.
Dopo 5 anni riuscì a fuggire e trovò l'aiuto di Eliseo, finendo così a lavorare in un bordello. L'innocenza di quella indifesa e tenera bambina non c'era più, quella bambina aveva dovuto diventare una donna troppo presto, la vita aveva temprato il suo carattere, era diventata una donna diffidente, fredda e schiva con tutti, ma soffriva, soffriva tanto dentro. Quando era sola, nella sua camera, le venivano in mente i ricordi della sua infanzia, quando era insieme ai suoi genitori e a suo fratello, quando era felice, quando la vita era bella. Adesso, invece, era diventata un supplizio: ogni secondo in quel contesto e in quella situazione era straziante, infatti Sol, qualche settimana dopo aver trovato l'aiuto di Eliseo, aveva tentato una volta il suicidio, ma lui non avrebbe mai permesso che la sua fonte di ricchezza morisse. Era uno sfruttatore, il suo unico interesse era arricchirsi, utilizzava le donne per puro egoismo.
Passarono gli anni e Severo e Carmelo, con molti sforzi e sacrifici riuscirono a tirar su un'azienda in un piccolo paesino, Puente Viejo, e divennero sempre più ricchi e potenti. Perché scegliere proprio quel paese? Lì viveva la persona che aveva fatto più male a Severo di qualsiasi altra, a lui e alla sua famiglia: Francisca Montenegro.
Severo non dimenticò nemmeno un secondo il suo obiettivo, sua sorella era ciò che gli importava di più nella vita. Ma il suo secondo obiettivo era vendetta, voleva vendicarsi di Francisca Montenegro e ci sarebbe riuscito, a qualsiasi costo.
I giorni, i mesi passavano, non sapere niente di sua sorella lo faceva star male.
La sua disperata ricerca proseguiva ormai da anni ma gli investigatori non riuscivano a trovare sua sorella, era come se l'avesse inghiottita la terra.

"Severo..Severo,mi stai ascoltando?"

I suoi pensieri furono interrotti da Carmelo, che gli scosse il braccio per richiamare la sua attenzione.

"Scusami Carmelo, ma oggi non ho proprio voglia di occuparmi degli affari della tenuta"

Carmelo notò che qualcosa tormentava il suo amico, e credeva di sapere di cosa di trattasse.

"Stai pensando a tua sorella, mi sbaglio?"

"No" fece una breve pausa "non ti sbagli Carmelo"

"Amico, é vero che non abbiamo ancora una pista certa da seguire, ma gli investigatori lavorano giorno e notte per cercarla, vedrai che potrebbe arrivare da un momento all'altro una chiamata da parte loro e qualche novità"

"Non sopporto più quest'attesa Carmelo, sono anni che aspetto, e soprattutto che lei aspetta me, crederà che io l'abbia dimenticata, che non mi importi niente di lei, e sicuramente mi disprezzerà, e lo capirei.."

"Severo avanti, non fasciarti la testa prima di rompertela, non sai ancora com'è Sol adesso" lo guardò come a rimproverarlo, ma allo stesso tempo provava pena per il suo amico, per ciò che stava passando ormai da molti anni. Severo soffriva molto la mancanza di Sol e lei oramai era divenuta una sorella anche per Carmelo e sarebbe stato contento di trovarla e conoscerla.

"Meglio non parlarne" si alzò avvicinandosi al tavolo da biliardo "ti va una partita?"

"Si"

Non iniziarono nemmeno a giocare che si sentì suonare il telefono. Severo e Carmelo si guardarono speranzosi, entrambi si aspettavano fosse una chiamata dagli investigatori, e avevano ragione: andò Carmelo a rispondere perché Severo era troppo agitato.

"Si?"

"Don Carmelo?"

"Ispettore Berenguer, che piacere sentirvi, qualche novità?"

"Anche per me" fece una breve pausa "esatto, ci sono novità"

"Allora non teneteci sulle spine, Severo é qui accanto a me"

"Vi dispiacerebbe passarmelo? No che non mi fidi di voi, ma queste notizie é meglio che le sappia direttamente"

"Capisco, arrivederci" passò il telefono a Severo, impaziente.

"Ispettore Berenguer, ditemi"

"Don Severo ci sono novità, su vostra sorella" fece una pausa e Severo rimase in silenzio a pensare, si chiedeva se ci fossero buone o cattive notizie, se l'avessero trovata. L'ispettore sembrava più serio del normale e questo insospettiva Severo, dovevano per forza essere notizie molto importanti "abbiamo rintracciato la posizione di vostra sorella"

Tutto Quello Che Volevo || Sol SantacruzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora