X - "Cosa ci fai qui?" sono ancora paralizzata, ferma davanti a lui
"Io-io"
S - "Megan!" mi giro e vedo Simone che mi sta raggiungendo "Sei piccola ma vel-" si blocca appena vede con chi mi sono scontrata. Forse è il caso che li presenti, ma non riesco a dire una sola parola
X - "Te devi essere Simone Giannelli, il giovane palleggiatore" gli porge la mano "piacere.."
S - "Aaron Russell!" finì la frase stringendogli la mano. Sa chi è, dovevo aspettarmelo tra pallavolisti si conoscono..
A - "Voi vi conoscete?" con la coda dell'occhio noto che il mio amico mi sta guardando e, vedendo che non riesco a dire niente, risponde lui per me
S - "Si da poco, Megan è la fisioterapista della squadra! Voi invece vi conoscete?"
okay basta, svegliati Megan!
"Simo vai a dire agli altri che tra poco li raggiungo?"
S - "C-certo! È stato un piacere incontrati Aaron. Ci vediamo in campo!"
A - "Lo stesso vale per me. Alla prossima Giannelli!"
Guardo Simone allontanarsi incerto e quando è abbastanza lontano rivolgo il mio sguardo a lui.
A - "Fisioterapista, alla fine hai scelto il piano B"
"Nemmeno un ciao Megan, come stai? Ti trovo bene!" rispondo scocciata e con un tono freddo.
A - "Te stai sempre bene. Ogni volta diventi più carina" iniziò ad avvicinarsi a me. Resisti Megan, non cedere!
"Immagino che giocherai, giusto?"
A - "Ovvio! Anche tuo fratello, ma credo che tu lo sappia"
"Matthew? Giocherà?" abbasso la testa per non farmi vedere triste da lui
A - "È il capitano! Non può non esserci" mi continua a osservare stando in silenzio "non vi parlate più, vero?"
"No, da quella volta.."Flashback
Sbatto la porta di camera mia, basta non ce la faccio più! Mi lascio cadere sul pavimento così come lascio cadere alcune lacrime dal mio volto e da lì inizio a piangere a dirotto..
"Megan, Megan! Apri la porta, sono io" la voce di mio fratello mi riporta alla calma di prima. Faccio dei profondi respiri, mi alzo e gli apro.
Appena mi vede in quello stato, mi viene incontro e mi abbraccia forte, come solo lui sa fare..
M - "Tranquilla" mi accarezza la schiena "la prossima volta andrà bene!" alzo la testa e lo guardo sopresa, pensavo mi capisse.
"No, non voglio riprovarci!" dissi staccandomi da lui "Matt sono stanca, non riesco a sopportare un altro rifiuto"
M - "Si che ce la farai! Andrà bene, io so che" niente, non vuole capire
"NO!" mi guarda allibito della mia reazione "io me ne vado" inizio a preparare le valige con tutte le mie cose
M - "Non sei lucida, non mi ascolti!Sei delusa, ma vedrai"
"No, sei tu che non ascolti! Non capisci, vero? Sei come papà.." Finisco di preparare le ultime cose, chiudo le valige e mi giro verso il mio fratellone
M - "Questo è arrendersi, Megan! Dimmi dove vorresti andare?"
"In Italia, vado dalla mamma"
M - "E cosa farai là? Non puoi entrare nella nazionale!"
"Infatti, troverò un'altra mia strada"
Esco dalla mia camera e scendo le scale per raggiungere l'uscita, ma davanti la porta c'è la mia salvezza! Gli vado incontro e mi lascio proteggere dal suo abbraccio
"Sei qui!" prima che lui possa dire qualcosa, mio fratello si intromette
M - "Aaron falla ragionare, per favore!"
A - "Su cosa dovrei farla ragionare, scusa?" poi vedendo le valige, capisce che non è la solita lite tra fratelli "Mi devi dire qualcosa?" guardandomi fisso negli occhi, non capendo cosa avessi in mente
M - "Se ne vuole andare in Italia! Non è riuscita a entrare e ora si vuole arrendere"
"Basta! Non è il tuo ginocchio, la tua caviglia, la tua vita! È la mia" io e mio fratello iniziamo a discutere a urlare finché Aaron non riporta un po' di calma
A - "Amore, che dici se andiamo a fare un passeggiata e mi spieghi tutto quanto?" annuisco e prima di uscire da quella casa rivolgo un ultimo sguardo a mio fratello, al mio pilastro..
Fine Flashback"Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, eppure sono passati tre anni. Da quando sono partita lui non si è più fatto sentire, come d'altronde nemmeno tu"
A - "Hai scelto tu di andartene! Io ti ho pregato di restare, di riprovarci, di non smettere"
"E io ti ho pregato di venire con me!" urlando "ma tu hai preferito la tua bella vita in America, a me"
A - "Io ti amavo, sei stata tu a lasciarmi"
"Se mi amavi veramente avresti capito e ti saresti fatto sentire nonostante la distanza" alzo la testa e serro la mascella, ricordandomi che non devo lasciar spazio alle lacrime "meglio che vada, mi staranno cercando"
A - "Si meglio, anche io devo andare in ogni caso" sorridendomi forzatamente, perché io ho visto il suo vero sorriso e non è paragonabile minimamente a questo..
"Ciao Aaron" e con queste ultime parole mi allontano da lui, da quei ricordi, dal passato.La mattina seguente io e Sara ci siamo alzate presto perché i ragazzi avrebbero giocato la loro prima partita del girone contro la Francia. Guardandomi allo specchio posso notare le occhiaie evidenti della sera prima. Non sono riuscita a chiudere occhio dopo quello che è successo ieri ed è solo l'inizio perché sono sicura che Aaron avrà detto a mio fratello della mia presenza qui a Rio.
Dopo esserci preparate raggiungemmo il palazzetto dove si sarebbe svolto il match. Non c'è ancora nessuno, è completamente vuoto: non vi è il minimo rumore, ci sono solo alcune persone che stanno sistemando la rete e i palloni per le due squadre.
Sara - "Allora hai visto Aaron"
"Co-come fai" girandomi verso di lei
Sara - "Simone. Non arrabbiarti con lui, sono stata io a convincerlo a dirmi dove eri finita" fa una pausa per poi riprendere "perché non mi hai detto niente ieri sera in stanza?"
"Non volevo che ti preoccupassi. Non è successo niente, l'ho incontrato per caso e abbiamo parlato"
Sara - "Mi stupisce che lui voglia parlare!" sorrido un pochino alla sua affermazione "senti dopo la partita ti andrebbe di raggiungere mio fratello? Dovrebbe gareggiare tutto il giorno, spero" annuisco e la ringrazio. Lei, i ragazzi, questa esperienza mi stanno aiutando a lasciarmi alle spalle il passato e ad abbracciare il presente!
Poco a poco il campo inizia a riempirsi: dallo staff delle due squadre compresi gli allenatori, i giocatori e ovviamente non possono mancare gli spettatori, tra cui compagne, moglie e figli dei protagonisti del match, gente importante e famosa, da altre squadre e ovviamente la gente comune che vuole solamente assistere a una partita dei loro idoli.
Finita l'ora del riscaldamento, tocca agli inni. Sia i francesi sia i nostri ragazzi si dispongono in linea e davanti vi sono le due bandiere: italiana e francese, simbolo delle due nazioni. Il primo inno è quello francese e si può sentire negli spalti alcuni del pubblico che cantano dirti insieme ai giocatori. Finito il loro momento, tocca a noi: all'inno di Mameli. Che i giochi abbiano finalmente inizio!
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One Job, Two Loves
FanfictionUna ragazza, un lavoro, un vecchio amore e uno che forse nascerà.. Come è possibile che la propria vita possa cambiare dopo una semplice telefonata?