La pioggia batteva alle porte della cattedrale. I due leoni di pietra non l'avrebbero fatta passare, non quel giorno.
Il ticchettio incessante delle gocce sul legno copriva qualsiasi altro suono, così i canti non erano più udibili da fuori. Chiunque fosse passato accanto, non avrebbe potuto pensare che la chiesa si fosse finalmente riempita per la prima volta, dopo tanti anni. Ma nessuno avrebbe mai osato entrarvi per ripararsi dalla tempesta: la macchina fuori faceva ben capire che una calamità più grande, all'interno, aveva preso il sopravvento.
Se le persone muoiono tutti i giorni, perché fa così male vedere una bara, sapere che qualcuno che anche solo conoscevi non esiste più?
Quello era, dopotutto, un normale funerale, simile a molti altri. Nella bara, una ragazzina, poco più di una bambina, giaceva immobile come una statua di cera, vestita a festa e ornata di fiori. Cos'altro era, quello, se non il suo ultimo grande giorno?
Familiari, amici, vicini, conoscenti, tutti si erano riuniti per darle l'ultimo saluto, com'è solito che sia. Strano come l'ultimo pensiero che abbiamo di qualcuno sia sempre quello più triste.
Davanti, accanto al corpicino senza vita, i genitori si trattenevano più del necessario per non spaventare il fagottino che la madre teneva in braccio: poteva sapere, un neonato, che sua sorella non gli avrebbe più sorriso?
Si può capire quanto una persona sia stata amata solo dopo la sua morte; solo allora, infatti, puoi conoscere le persone che le hanno voluto bene. Amici di cui nessuno sapeva l'esistenza erano in fondo a osservare e piangevano, come tutti gli altri. I compagni di sempre, invece, non avevano ancora accettato la verità, sputata davanti ai loro stessi occhi, o meglio ancora non la volevano accettare. Gli adulti, al loro fianco, pregavano per i propri figli, sperando che la stessa sorte non toccasse a loro, che sarebbero vissuti a lungo e si sarebbero dimenticati di quel tragico momento, come se cancellarne il ricordo potesse salvarli dalla fine.
La morte tocca tutti e non risparmia. Tutti dobbiamo morire, che siamo bambini o adulti, persone, animali o piante, siamo tutti costretti ad andarcene. Tutti. Tu, lettore, ed io stesso.
Ma rimarrà sempre la pioggia che accarezza il nome inciso su una lapide, anche quando non c'è più nessuno a ricordare.
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Pioggia di lacrime
Short StoryIn un giorno come tanti, la pioggia fa da sottofondo a un normale funerale. "La morte tocca tutti e non risparmia."