Il minuscolo balconcino della soffitta in cui vivo è stato testimone di tanti momenti diversi...da quando abito da sola, ormai da 8 anni praticamente, spesso su quel balcone ho studiato, fuggendo dalla calura soffocante di quelle quattro mura quando d'estate a Milano già alle sei di mattina ci sono 30 gradi...spesso mi sono seduta lì con la mia migliore amica a fumare fantasticando di quando me ne sarei finalmente andata, magari grazie ad una vincita alla lotteria o all'arrivo del classico principe azzurro...spesso su quel balcone ho pianto, quando ho capito che non ci sarebbe stato nessun principe azzurro, nessun cambiamento all'orizzonte per la mia monotona vita. Ora sto pensando che..sono una deficiente...perché ho appena buttato all'aria la mia più grande possibilità di cambiare quella cazzo di vita...ho rinunciato al mio principe azzurro e questo non me lo potrò mai perdonare. Ma quel che è fatto è fatto e soprattutto non posso rimangiarmi quello che ho detto...
Sono appoggiata alla ringhiera, fumo e guardo la mia Milano...ho 28 anni, un lavoro che non mi piace, una laurea in medicina che non volevo neanche, ma che ho semplicemente preso perché era quello che tutti si aspettavano da me...spengo il mozzicone e lo lascio nel posacenere. È inizio maggio e Milano già mi rende appiccicosa la pelle, quella sarà un'estate torrida. Ma forse sono semplicemente io ad essere insofferente...sento vibrare il cellulare sul tavolino della cucina e lo prendo in mano...sono tentata di far scorrere il dito sulla cornetta rossa, ma alla fine scorro su quella verde "Che c'è?"
"Citofono?"
"Che?" non capisco "Il tuo citofono" sbarro gli occhi e poi mi precipito di nuovo sul balconcino. Se mi metto nell'angolino e allungo la testa riesco a vedere il portone sette piani sotto di me. Lì c'è lui "Perché sei qua?"
"Perché...fammi salire e te lo spiego" sono tentata di dirgli di ritornare a Roma ma forse riuscirò a rafforzare il concetto che non mi deve più cercare se glielo urlo in faccia e non via messaggio. E poi almeno lo metterò davanti all'evidenza della mia vita..quella vera e non quella che gli ho propinato per mesi e mesi...
"Citofono numero 23" poi metto giù il cellulare. Abbasso lo sguardo sui miei pantaloncini da yoga neri e sulla maglietta della Nike che ho comprato probabilmente in ultima liceo...sono a piedi nudi..i miei capelli neri, lunghi e mossi che avrebbero bisogno di una sistemata urgente sono sciolti sulle spalle. Quando sento bussare alla porta prendo un bel respiro e poi la spalanco. Lui non mi saluta, non mi dice nulla, entra solo in casa e con la sua sola presenza riesce a riempire tutto il mio minuscolo appartamento. Chiudo la porta e mi ci appoggio contro "Ciao Stephan"
"Almeno ti chiami veramente Angelica o hai anche inventato il nome?"
"No...mi chiamo veramente Angelica..." mi muovo nervosa "Cosa ci fai qua?"
"Merito una spiegazione a voce...almeno...o no?"
"Si...credo di si"
"Credi? Per cinque mesi mi hai raccontato solo cazzate...ora mi dici che credi che io meriti una spiegazione...credi? Eh no Ange...me la merito una cazzo di spiegazione"
"Ok..." mi siedo sul tavolino della cucina, del minuscolo cucinino per l'esattezza, e dondolo le gambe, lui invece cammina avanti ed indietro con le mani in tasca "Però scusa...tu che ci fai qua di mercoledì?"
"Ho chiesto due giorni di permesso...non te ne deve importare....allora?" mi fa un cenno ma io non so cosa dire "Chiedimi quello che vuoi"
"Età e quello che fai nella vita sono vere?" annuisco "Si e no....ho 28 anni ma non faccio la mantenuta figlia di papà come ti ho detto, non ho genitori ricchi che mi pagano un appartamento ma mi pago io l'affitto, che poi viva in una mansarda di 25 metri quadri e non in un attico lo vedi da te..e mi sono laureata in medicina...scoprendo poi che non è la mia strada..lavoro in un bar ma non mi piace come lavoro. Mi serve per andare avanti"
"E tutto il resto?"
"Ci siamo conosciuti in un locale, ero lì invitata dalla mia migliore amica, che è realmente la mia migliore amica...poi ci siamo sempre e solo sentiti via telefono, o Skype...insomma il fatto che tu fossi a Roma ed io a Milano ha facilitato il tutto"
"E adesso? Ti sei accorta che io avrei voluto qualcosa in più e quindi hai capito che la tua farsa non avrebbe più retto? E hai inventato la cazzata che non provi nulla per me?"
"Più o meno...insomma ho capito che ormai non reggeva più tutta la storia, ero stufa di mentirti e...bhe la cosa vera è che non provo nulla per te..per me è stato un gioco...sai non è la prima volta che mi invento una specie di realtà parallela. Carolina è benestante e quindi mi presta vestiti, scarpe..ed io a volte fingo di essere la persona che non sono..poi diciamocelo fra me e te non c'è mai stato nulla...quindi non vedo il perché tu abbia dovuto fare tutti questi chilometri per venire qui"
"Perché..forse...mi interessi veramente...che dici? E quando mi sono sentito dire che non potevamo più sentirci perché non ti interessavo ho capito che c'era qualcosa che non quadrava..perché io sono convinto di interessarti, altrimenti non avresti mai messo su questa recita"
"Volevo essere per un attimo la ragazza ricca che frequenta o quantomeno chatta con il calciatore...questo e basta"
"E tutto quello che ci siamo detti nelle ore che abbiamo passato a parlare al telefono o via Skype? Nelle notti intere passate a messaggiare?"
"Tutte cazzate Stephan..." abbasso lo sguardo e lo faccio vagare sul muro. Il mio monolocale è un buco quadrato con un cucinino, un tavolo ingombro di cose su cui sono in precario equilibrio, un letto singolo, un bagno minuscolo...non ho la tv, ho solo un computer vecchio e scassato. Skype lo usavo con l'ultramoderno pc di Carolina, che le ho ridato, fregando la connessione al tipo di sotto...
Tutti i miei vestiti sono stipati in un armadio con l'anta scassata...in tutte le foto che ho mandato a Stephan indosso vestiti di Carolina...non avendo account sui social non ho mai dovuto mentire su quelli ma per il resto il personaggio che gli ho dipinto di me stessa è assolutamente finto. I miei sono morti, ho studiato medicina perché l'avevo promesso a mamma prima che morisse, scoprendo che loro avevano aperto un fondo per farmi studiare. Prosciugato quello, studiando una cosa che ho odiato dal primo giorno, non è rimasto molto. Il lavoro al bar copre l'affitto e poco altro. I vestiti che indosso sono quelli che scarta Carolina. Non faccio vacanze da una vita...insomma sono l'esatto opposto di quella che ho dipinto a Stephan.
Quando l'avevo incontrato in quel locale milanese, la sera prima che lui si trasferisse a Roma avevo pensato che non potevo cerco raccontargli la mia storia....mi ero trasformata in una ragazza ricca, che passava da una festa all'altra, che viveva nel suo attico..in quei mesi l'unica cosa vera erano state le cose che gli avevo raccontato nelle notti che passavamo a messaggiare, parlare e scriverci. Ma questo lui non avrebbe mai dovuto saperlo...
"Scusa? Tutto quello che ci siamo detti? Tutte cazzate?"
"Certo Stephan...ho sbagliato..ma alla fine fra di noi non è successo nulla..quindi ci metterai veramente pochissimo per voltare pagina, per dimenticarmi e per iniziare a chattare con un'altra...e poi non mi dire che in questi 5 mesi, in cui peraltro abbiamo vissuto in due città diverse, non ti sei mai fatto nessuna...."
"No Ange...non mi sono fatto nessuna" virgoletta la parola "fatto" con le dita e la ripete con una faccia schifata...lo fisso ma in realtà riesco a reggere il suo sguardo per giusto 5 secondi. Tutta la sicurezza che ho mostrato in quei mesi, corazzata da vestiti non miei e dalle mille bugie raccontate, è scomparsa, rimpiazzata da quello che sono realmente. Una ragazza fragile, insicura, piena di dubbi su quello che farà da grande...
"Ci credo poco"
"Bhe non sei proprio nella posizione di dirmi se mi credi o no...anzi non me ne frega proprio nulla se mi credi o no...ora mi dici qualcosa di vero perché anche adesso mi stai raccontando cazzate su cazzate"
"È la verità Ste...non mi interessi..ho giocato con te..tu non hai mai giocato con le ragazze? Non dire tu cazzate..chissà a quante ragazze hai raccontato cazzate su cazzate e loro se le sono bevute..ora l'ho fatto io con te..fine della storia.."
"Ammetto di aver fatto le mie minchiate nella vita...ma non ho mai mentito su quello che provavo..perché pensi che mi sia fatto centinaia di chilometri per vederti? Perché noi abbiamo condiviso qualcosa e voglio che tu mi dica seriamente quello che provi. Non nasconderti dietro le solite bugie..."
"Va bene..." scendo dal tavolo e mi metto anche io a passeggiare per il poco spazio disponibile. Facciamo fatica a camminare entrambi senza scontrarci "Rispondi a questa domanda Stephan"
"Dimmi" lui si ferma e solo allora, fissandolo per più di cinque secondi, noto tanti particolari. Le occhiaie, la barba di due giorni non per sembrare più figo ma semplicemente perché ha passato quasi tutta la giornata in macchina e probabilmente da quando gli ho detto che non volevo più sentirlo, farsi la barba non è la sua priorità...la cresta non è perfetta, ma è scomposta come se ci avesse passato le mani almeno cento volte...
"Se ti avessi detto quella sera la verità avremmo passato sei mesi a chattare?"
"Ma certo Angelica...ma che cazzo di domanda è? Pensi che a me importi se la ragazza che mi piace ha 10000 euro in banca o solo 10 euro? Me ne importa se vivi in questo buco e non in un attico? Ma chi se ne frega..." mi prende per il gomito e mi scuote "Ho passato 5 mesi a chattare, parlare e messaggiare con te perché mi piaci tu e non per quanti soldi hai...ma che cazzo di persona credi io sia?" mi lascia andare ed io fatico a respirare "Ho..ho pensato che..."
"Che cosa? Che mi servisse la ragazza ricca? Che se avessi saputo che abiti in 25 metri quadrati, con un armadio scassato e una cucina minuscola non ti avrei più scritto? Ma che cazzo....Angelica..." fisso per terra ma lui mi alza il viso prendendomelo fra le mani. Ho sognato tantissime volte che lo facesse, ma nei miei sogni il suo sguardo era dolce e innamorato, mentre adesso è incazzato e stravolto dalla rabbia "Mi fai sembrare quello che non sono...io non ho mai guardato i vestiti firmati che indossavi nelle foto..guardavo i tuoi occhi, il sorriso....sognavo di venire qui a Milano un giorno e dirti finalmente che mi piaci veramente..."
"Ti piace l'immagine che ti ho dipinto di Angelica"
"No...mi piace Angelica...dimentica i soldi, i vestiti...parlo di chi sei tu veramente"
"Ma anche tutto quello che ti ho detto è falso"
"Ogni cosa? Ogni singolo dettaglio che mi hai raccontato? Seriamente?" annuisco mentre lui mi tiene ancora il viso racchiuso fra le sue mani. Ho il cuore che batte a tremila perché ho sognato centinaia di migliaia di volte che lui dopo avermi sfiorato in quel modo si abbassasse verso di me e facesse scontrare le nostre labbra...invece il suo bellissimo sguardo diventa gelido e lui mi lascia andare "Ogni cosa falsa?" annuisco di nuovo e lui indietreggia. Si passa le mani sul viso e poi scoppia in una risata ironica "Il tuo scopo era farmi innamorare di te?"
"Chi ha parlato di amore? No Stephan...io volevo solo...divertirmi credo. Pensavo che tu volessi divertirti come me...nessuno ha mai messo in mezzo la parola amore..." la voce mi trema ed io spero che lui non se ne accorga. In quei 5 mesi il nostro rapporto, dopo quella serata in cui avevamo ballato e avevamo riso assieme al locale, si è mantenuto su toni leggeri...o almeno pensavo fosse stato così, almeno per lui. Mi accorgo che invece anche da parte sua qualcosa è cresciuto, una conoscenza superficiale e leggera, si è evoluta in qualcosa di diverso. Faccio per dire qualcosa, qualsiasi cosa ma la mia lingua sembra incollata al palato...
Lui continua a camminare per l'appartamento, osserva qualsiasi cosa, tocca gli oggetti, poi si siede sul letto, appoggia i gomiti sulle ginocchia e si prende la testa fra le mani "Pensavi male Angelica...perché io ci tengo a te..." io mi appoggio al muro e sento le lacrime premere per uscire...all'inizio pensavo veramente che avremmo solo parlato e basta, che avremmo solo scalfito la superficie delle nostre anime, senza andare troppo in profondità...
Non è vero che di lui non mi importa nulla...anzi... pensavo che sarebbe stato più semplice quella fase di distacco...pensavo che a lui non importasse..invece...quando alza il viso ha gli occhi rossi "Di solito sono i ragazzi a prendere per il culo le ragazze...stavolta è il contrario...e dovrei esserci abituato...ma pensavo..fossi diversa..altra frase fatta.." deglutisco..non doveva andare così...
"Senti Stephan..." ma lui mi blocca con un cenno della mano "Stai zitta...ti senti realizzata adesso? Eh? Sei contenta?"
"Pensi che sia contenta? No non lo sono..."
"Ah no? Hai raggiunto il tuo scopo...ora puoi tornare a cercare un altro coglione che ti venga appresso...stavolta quale parte interpreterai?" il suo odio, che traspare dal modo in cui parla e gesticola, mi arriva come un'onda..non doveva andare così...ho tirato troppo la corda..
"Io non ti ho mai mentito...il giorno dopo esserci conosciuti, quando sono andato a Roma...la prima persona a cui ho detto come mi sentivo sei tu...e da allora ogni cosa che ho fatto o detto era vera" sta praticamente urlando e riesco a percepire quanto io l'abbia deluso "Pensi che per me fosse tutto un fottuto gioco? Solo perché sono un calciatore e frequento a volte un determinato ambiente non è assolutamente detto che sia un coglione che gioca con i sentimenti delle ragazze..soprattutto di quelle che mi piacciono realmente"
Non so cosa dire...sono assolutamente impotente davanti a quello che ho combinato "Sei...Dio Angelica sei una vera stronza" è vero sono stronza ma quando l'ho conosciuto non me la sono sentita di mostrargli la vera me "Ho sbagliato Stephan..solo che...insomma pensavo che accanto a te...non appartengo al tuo mondo"
"Al mio mondo? Cosa sono una specie diversa dalla tua?"
"Dai Ste...il tuo mondo...ragazze che possono permettersi determinate cose..che..che..sono tutto quello che io non sono...dimmi che non ti importa che io abiti in un monolocale minuscolo? Che non te ne frega assolutamente che io sia...questa?" indico l'ambiente intorno a me "Guarda..." apro l'anta dell'armadio e questa mi rimane in mano..poi vado verso il frigo e lo apro "È vuoto...e stasera mangerò una pasta già pronta...sono senza tv...per leggere vado in biblioteca...ho promesso a mia madre che avrei studiato medicina e l'ho fatto...per capire poi che non era assolutamente quello che volevo...e ora mi ritrovo con una cazzo di vita che odio..l'unica cosa decente negli ultimi 5 mesi sono state le ore passate a parlare con te"
"Spacciandoti per un'altra" annuisco e lo sento sbuffare "Sai cosa mi piaceva di te? Che nonostante fossi..o almeno ti fossi presentata come una ragazza ricca e tutto il resto...eri semplice..quando parlavamo...mi piaceva quando parlavamo"
"Perché?" incrocio le braccia al petto "Perché...mi facevi sentire bene..." abbasso la testa e annuisco...un sorriso mi spunta sul viso ma cerco di mascherarlo. La verità è che anche io stavo bene. Perché quello che sono, mi ha sempre messo un gradino, anzi dieci gradini sotto gli altri, invece lui mi ha fatta sentire sempre al suo stesso livello "Mi piaceva messaggiare con te..scriverti il buongiorno dicendoti che ero già sveglio quando avevo puntato apposta la sveglia perché mi avevi detto che ti svegliavi presto perché ti piaceva camminare di mattina...oppure quando accettavi la mia chiamata su Skype e vedevo il tuo sorriso...e parlavamo della tua giornata e della mia..peccato che la tua fosse tutta una cazzata..quando mi hai detto che ti sarebbe piaciuto dirmi quelle cose dal vivo...quando mi hai detto che ti piacevo" ho ancora il capo abbassato e quindi noto solo all'ultimo che lui si è messo davanti a me. Quando alzo lo sguardo il suo mi trapassa da parte a parte "Era tutta una cazzata?"
Vorrei dirgli la verità...che lui mi piace veramente..che lui anzi mi ha fatto innamorare per la prima volta nella vita...che quando l'ho visto il quel locale mi ha colpito il suo aspetto fisico ma che poi pian piano mi sono innamorata di lui per quello che ha dentro e che mi ha mostrato in parte. Mi sono innamorata dei suoi messaggi del buongiorno, di quando mi scriveva semplicemente "che fai?", mi sono innamorata di lui e vorrei tanto dirglielo. Poi penso a quale futuro avremmo noi due...alle malelingue e alle supposizioni che verrebbero fuori e allora gli dico semplicemente "Si"
Annuisce "Vaffanculo Angelica" si mette una mano in tasca e tira fuori una scatoletta blu "Questo è il tuo regalo di compleanno...." poi apre la porta e la richiude sbattendola con forza dietro di sé. Inizio a piangere e poi prendo la scatoletta che lui ha buttato sul tavolo. Quando la apro è vuota..la scuoto fino a sentire qualcosa sbattere sotto lo strato di carta velina bianca. È un semplice sasso a forma di cuore, pitturato di blu. Sotto c'è un bigliettino "Mi sembra che tu abbia tutto, forse mi sbaglio ma l'unica cosa che ti manca è il cuore di qualcuno. Tu ora hai il mio...Buon compleanno piccola"
Ho il suo cuore...lui ha il mio...ma allora cosa ce ne importa del giudizio degli altri? Di quello che potrebbero dire di un calciatore fidanzato con un ragazza che ha un conto in banca inesistente? Rigiro fra le mani il sasso e poi sento vibrare il telefono "Hotel Gallia...se mai avessi qualcosa da dirmi"
Avrei mille cose da dirgli...bloccate in gola..che non vogliono uscire..ma se voglio avere una solo possibilità di essere felice devo dirgliele. Senza cambiarmi infilo le scarpe da ginnastica, prendo la mia minuscola borsa dove infilo cellulare e borsellino dove ho giusto un euro e cinquanta per comprare un biglietto del tram. Sono nervosa mentre percorro sui mezzi pubblico mezza città fino a raggiungere l'Hotel. È uno dei più belli della città, e già dover parlare con il tizio in divisa blu fuori dal portone mi mette ansia "Salve...io..sono Angelica...devo vedere..."
Lui mi fa un cenno "Mi segua" io annuisco e poi lo seguo dentro all'Hotel. Specchi, marmi bianchi e neri, lampadari che pesano una tonnellata...io mi sento fuori posto...saliamo in ascensore fino all'ultimo piano dove le porte si aprono su un corridoio "Stanza a destra...la suite presidenziale" lo fisso ad occhi spalancati e lui mi dà una leggera spinta per condurmi nella direzione giusta. Ho in mano il sasso...prendo un bel respiro e poi vado fino alla porta. Busso piano e poi sento un "È aperto" abbasso la maniglia e mi ritrovo in una piccola anticamera. Oltre vedo quello che è praticamente un appartamento, da un spiraglio vedo lo scorcio di un letto, solo la camera sarà più grande di casa mia. Cammino mentre sento dei rumori provenire dalla stanza. Quando sento la porta aprirsi mi giro "Ciao" il resto della frase mi resta incastrato in gola, dato che riesco solo a fissare Stephan con addosso solo un pantalone della tuta nero, portato basso sui fianchi "Angelica" il modo in cui lo dice mi fa venire i brividi "Sei venuta a fare cosa?"
"Ho...grazie del cuore...cioè..grazie"
"E....? Sei venuta a dirmi altro?" lui si stacca dallo stipite al quale era appoggiato e cammina verso di me "Mi dispiace"
"Ti dispiace?"
"Si...insomma...ho fatto una cosa bruttissima" annuisce "Hai ragione..sai una cosa? Di solito non prenoto le suite..mi basta una normale camera...ma sembra che quello che posso permettermi sia più importante di quello che sono..."
"Non è vero"
"No? A me pare proprio di si...insomma guarda.." allarga le braccia includendo quel mini appartamento, che è il quadruplo di quello in cui ho abitato negli ultimi 8 anni "posso permettermi questo...ma alla fine sono sempre da solo..."
"Stephan...non sei solo" appoggio il cuore sul tavolino di cristallo e mi sfilo la borsa che ho tenuto a tracolla "Hai..la tua famiglia...i tuoi amici"
"Già.." non reggo il suo sguardo triste "Quando avevo 7 anni sono andata a scuola con lo stesso paio di pantaloni per due giorni di fila...io e mia madre abitavamo in una casa in affitto, due stanze dove c'era anche mia nonna, che poi è morta..mio padre già se ne era andato..e lei faceva di tutto per farmi avere le stesse cose che avevano le mie amiche ma...insomma mi hanno presa in giro per questa cosa...da allora sono sempre stata "quella povera"..mi sono spesso creata delle storie con persone che non mi conoscevano. Mi inventavo che i miei erano straricchi, che mi facevano stare da Carolina quanto volevo perché...tipo erano in crociera...e quando ti ho incontrato..è stato uguale"
"Quindi io sono uguale a quelli che ti prendevano in giro perché hai indossato gli stessi vestiti due giorni di seguito"
"Tu sei tu Stephan...questo sei tu" indico la stanza "No Angelica...questo sono io..." mi prende per il gomito e mi tira verso di sé. Presa alla sprovvista sbatto contro il suo petto. Lui mi alza il viso mettendomi due dita sotto il mento "Io non sono questa suite...questo è solo il contorno della mia fottuta vita...io sono solo questo" mi prende la mano e la sposta fino a quando non me la fa appoggiare all'altezza del cuore "Questo sono io" sento il battito forsennato, la mia mano trema "Perché tremi?"
"Non lo so" cerco di spostarmi ma la sua mano me lo impedisce..mi tiene saldamente per il polso "Lasciami Stephan...per favore" lui mi ascolta ed io scappo letteralmente "Tu sei anche questo...io che cosa c'entro?" lui scuote la testa e va verso la porta della camera da letto "Volevo chiederti di venire a Roma...di stare con me..."
"Cosa?"
"Mi avevi detto di non avere legami qui..."
"Ed è vero...almeno quello..ma...mi vorresti a Roma?"
"Già...ma hai detto che è stata tutta una cazzata..quindi..."
"Mi vorresti comunque? Anche adesso che sia la verità?"
"Ovvio che ti vorrei uguale..." il suo sgaurdo è ferito e deluso "Sono innamorato di te ugualmente..anche ora che so che vivi in un monolocale minuscolo e che hai il frigo vuoto...pensi che la felicità sia questo? Un letto enorme pieno di cuscini o un balcone da cui dominare Milano? O Roma? Se poi sei da solo questo non ti serve proprio ad un cazzo"
"E se non sei da solo?"
"Se non sei da solo un monolocale o una suite hanno lo stesso sapore..." Stephan cammina fino a raggiungere la portafinestra...con le mani in tasca fissa il panorama che si scorge dalle tende bianche parzialmente aperte. Io rimango sulla soglia della camera...mi tolgo le scarpe da ginnastica scalciandole via, poi lo raggiungo. Poggio una mano sul suo fianco e lo sento sussultare...mi metto in punta di piedi e poggio il mento sulla sua spalla. Poi gli lascio un veloce bacio sul collo "Quello che ho detto o scritto...era vero"
"Ogni cosa?" la sua voce è sommessa e ancora arrabbiata "Si...ogni cosa..." riporto i piedi a terra e tolgo la mano dal suo fianco. Gli giro attorno "Sono stati i 5 mesi più belli della mia vita..perché avevo finalmente qualcosa che nessuno poteva togliermi...solo io stessa..con le mie bugie, con le cazzate che ti ho raccontato..ma ti giuro che quello che ti ho detto sui miei sentimenti, su quanto volessi averti accanto...era vero"
"Perché hai negato prima?"
"Perché...che futuro potremmo avere?"
"Il futuro che costruiremo assieme...vieni a Roma..." i suoi occhi mi implorano ed io vacillo sotto il suo sguardo. Sono veramente pronta a mollare tutto per stare accanto a lui? Sono veramente pronta a lasciarmi dietro le spalle mesi di bugie e cazzate per raccontargli finalmente chi sono? Ma soprattutto è quello che voglio?
"Cosa farei a Roma?"
"Vieni a stare da me...in questi 5 mesi ho imparato a conoscerti e quello che ho potuto scoprire di te..mi piace da morire...oppure se non te la senti affitto un appartamento vicino a casa mia"
"Come fai?"
"A fare cosa?" il suo viso si distende e fa capolino l'ombra di un sorriso...alzo la mano e gli accarezzo una guancia "A dire sempre le cose giuste....mi sono comportata malissimo e..tu sei qui a chiedermi di venire a Roma, a casa tua..."
"Non credo tu sia un'assassina che mi ucciderà nel sonno o una psicopatica..."
"No...quello no"
"Non hai legami a Milano giusto? A Roma potresti ricominciare da capo...potresti fare qualunque cosa tu voglia"
"Non farò la mantenuta Stephan"
"Cerca un lavoro allora...puoi fare quello che vuoi..per una volta nella vita potrai fare quello che vuoi.." sorrido perché mi piace quella prospettiva "Va bene"
"Verrai?" mi prende per i fianchi e mi solleva praticamente da terra. Mi ritrovo a ridere come non mi succedeva da tempo...mi sento leggera e libera...mi sento viva "Verrò" Stephan mostra uno dei suoi bellissimi sorrisi e mi fa girare. Mi tengo alle sue spalle "Mettimi giù" lui si ferma e mi deposita a terra ma mi tiene incollata a lui. Siamo praticamente appiccicati e sento il suo cuore battere fortissimo a contatto con la mia mano. Inclino la testa e lo fisso....il tempo si ferma..vorrei baciarlo e perdermi nelle sue braccia ma prima di tutto voglio confessargli quello che provo. Lo abbraccio facendo scorrere il naso lungo il suo collo. Sento che le sue braccia mi avvolgono e che lui affonda il viso nei miei capelli "Sono innamorata di te"
"Meno male...perché altrimenti ci sarebbe stato un bel problema..." rido piano e mi stacco lentamente. Una sua mano mi disegna il contorno del viso, poi passa ad accarezzarmi le labbra. Sono assolutamente soggiogata dal suo sguardo...non riesco a staccare i miei occhi dai suoi. Vedo il suo viso avvicinarsi, sento il suo respiro solleticarmi il viso...quando le sue labbra toccano le mie vacillo e mi tengo alle sue spalle "Non tremare"
"Sei tu che mi fai tremare" mi riavvicino e prolungo il bacio assaporando le sue labbra. Quando lo sento premere con la lingua per avere accesso alla mia bocca lo assecondo...niente è mai stato così...nessun bacio è mai stato mille sensazioni assieme, tutte amplificate e tutte assolutamente da togliere il fiato...quando ci stacchiamo fatico a respirare "Wow..." non mi viene in mente di meglio da dire e lui scoppia a ridere. Trasportata dalla sua risata rido anche io "Ti viene in mente nulla che possa strapparti un altro wow?" la rabbia e la tristezza sono scomparsi dal suo volto, sostituiti da un'espressione rilassata ed allegra "A parte una cena in camera?" mi metto a pensare con un dito sulle labbra e lo vedo inclinare il viso "A parte quella"
"No...non mi viene in mente nulla"
"Nulla nulla?" scuoto la testa ma poi mi faccio scappare un gemito quando le sue labbra si posano in un punto particolare nell'incavo del mio collo ed io perdo la cognizione di qualsiasi cosa..la sua mano vaga sotto la mia maglietta fino a raggiungere il mio reggiseno di cotone. Cerco di scostarmi perché lui probabilmente sarà abituato a reggiseni di pizzo super chic, mentre io ho comprato l'offerta al supermercato ma lui mi tiene l'altra mano alla base della schiena e mi incolla a sé "Ferma..poi fra poco non indosserai più nulla...quindi..." la sua barba leggermente lunga mi solletica la pelle sensibile. Vado a fuoco mentre la sua bocca traccia una scia di baci lungo il collo, fino a tornare al mento e poi alla bocca. Mi stacca giusto il tempo di sfilarmi la maglia e di togliermi dalla testa il reggiseno bianco. Quando rimango nuda dalla vita in su davanti a lui mi vengono i brividi da quanto il suo sguardo sia intenso. Sento di essere completamente in balia di lui, della sua bocca, delle sue mani, del suo sguardo...allungo le mani e traccio con la punta delle dita il contorno dei muscoli del suo petto...scendo fino ad incontrare l'elastico dei pantaloni della tuta...poi mi abbasso per baciare la sua pelle...lo sento tremare e alzo lo sguardo. Non ho mai visto nulla di così bello...gli sorrido e quando mi rialzo per ritrovarmi di nuovo alla sua altezza ritrovo le sue labbra. Stephan mi spinge lentamente verso il letto ed io affondo in una nuvola di cuscini bianchi. Alzo le braccia per attirarlo di nuovo a me...lui mi sorride e prima di raggiungermi mi sfila i leggins e le mutandine bianche. Con le mani disegna il mio corpo, in alcuni punti troppo magro, non perché sia ossessionata dal peso ma perché spesso salto i pasti. Lui lo intuisce e con la bocca mi venera e mi coccola...ho avuto le mie esperienze negli anni ma nulla è paragonabile a quella...mi sento andare a fuoco e vorrei solo che lui mi coprisse con il suo corpo e mi riscaldasse. Penso che solo lui potrebbe allontanare il gelo che ho sempre sentito dentro, quella sensazione che ci fosse sempre qualcosa di sbagliato ed incompleto in me "Ste?"
"Dimmi piccola" alza lo sguardo e fissa i suoi occhi nei miei "Ho bisogno di te" sorride e poi si spoglia prima di raggiungermi a letto. Sposta le lenzuola e poi mi abbraccia dopo averci coperto con le bellissime lenzuola blu. Mi sento una principessa solo per poter stare in quel letto..io e Ste ci tocchiamo senza parlare, lo voglio ma voglio soprattutto che lui capisca che per me è importante lui e non il resto. Lo bacio assaporando il suo sapore unico, inspiro il suo odore e faccio scorrere le mani lungo il suo corpo. Sono già dipendente da lui dopo poche ore ma forse questa dipendenza è semplicemente iniziata 5 mesi prima. Quando mi sfiora e poi mi tocca sento che è la cosa giusta..sento che noi siamo giusti...
Lo faccio entrare dentro di me rassicurandolo che prendo la pillola, che non voglio certo incastrarlo con un figlio, che per quello ci sarà tutto il tempo del mondo quando e se saremo pronti. Intreccio i piedi dietro di lui per avvicinarlo di più a me..sembra non essere mai abbastanza...sono assolutamente sicura di amarlo quando sento la testa girare da quanto sto bene...glielo sussurro e lui mi dice semplicemente "Ti amo anche io"..sento che è vero...sento che noi siamo veri...Sono appoggiata alla testiera del letto e guardo Stephan tornare in camera spingendo un carrello con la nostra cena. Sorrido leggermente, fissandolo senza alcuna malizia, cercando di non fermare lo sguardo sul suo corpo praticamente perfetto ma guardando oltre...vedo le sue mani tremare mentre prepara i due piatti, uno per me e uno per sé...vedo oltre l'apparenza della sua pettinatura sempre perfetta, oltre il suo sorriso..voglio amarlo per quello che è, non per quello che rappresenta.
Mentre stiamo mangiando lui sfiora il mio corpo con il suo, parliamo poco ma ci guardiamo un sacco "Stephan?"
"Dimmi"
"Non ho mai pensato che tu fossi come gli altri ma...avevo paura"
"Paura che anche io ti giudicassi inadatta a me solo perché non sei ricca?"
Alzo le spalle e continuo a mangiare "Ti amo non perché secondo i tuoi racconti vivevi in un attico ma per altre cose"
"Tipo?"
"Quando mi hai detto che ti sarebbe piaciuto alzarti all'alba insieme a me per vedere il sole sorgere"
"È vero"
"Lo faremo..come faremo altre mille cose...insieme" sorrido e poi mi sporgo per baciarlo..."Amore....è tardi" sono assolutamente sicura che mai una moglie abbia aspettato il proprio marito quanto io aspetto lui...ad ogni cena, di gala o meno, anche quando dobbiamo semplicemente andare a bere un caffè, io sono pronta almeno mezz'ora prima di lui.
Certo quando poi compare in smoking nero, bello da far male, mi scordo di quanto gli ho urlato dietro. Ormai siamo sposati da 1 anno, dopo due di fidanzamento, e dovrei esserci abituata ma la sua mania di essere sempre perfetto peggiora invece di migliorare con il tempo.
"Eccomi...sono pronto..." lui arriva aggiustandosi il papillon che comunque devo risistemargli io...alzo il viso per baciarlo e gli sorrido "Sei bellissimo"
"Anche tu" faccio un giro su me stessa e faccio ruotare la gonna nera del vestito da gran sera "Muoviamoci che poi voglio il dopo cena" lui fa una faccia scandalizzata prima di sorridermi e di farmi l'occhiolino "Sicura che possiamo....?"
"Stephan...sono incinta di quatto mesi...e non posso non volerti togliere quello smoking" lui mi abbraccia da dietro e mi poggia le mani sulla pancia che è ancora relativamente piatta...mi bacia sul collo e ride..
Intreccia la sua mano alla mia e mi passa il dito sulla fede e sull'anello di fidanzamento "Ti amo"
"Anche io" amo quello che abbiamo costruito assieme in 3 anni...faticosamente, anche cadendo e sbagliando a volte, ma sempre consapevoli di quello che rappresentavamo l'uno per l'altra. Abitiamo in una villetta fuori Roma, io lavoro come contabile in un'importante associazione che si occupa di aiutare bambini in difficoltà...mi piace enormemente quello che faccio, mi piace quello che sono diventata, mi piace soprattutto che Stephan sia venuto a cercarmi quel giorno di tre anni prima...perché ho trovato la mia strada, la nostra strada...che è solo nostra, mia e del ragazzo che mi ha mostrato quanto potessi essere assurdamente felice.