sph

970 54 7
                                    

Che a Simon non importasse poi molto del parere altrui aveva avuto modo di capirlo già in diverse occasioni, dato che non ne perdeva una per mettersi in imbarazzo, quindi, quando sentì da una delle stanze dell'hotel provenire l'eco di un "to warm a lonely night, i love you baby", non gli fu difficile immaginare che si trattasse proprio di lui.

Dirigendosi a passo spedito verso l'incriminato con la ferma intenzione di mettere fine a quel disdicevole teatrino (vampiri che cantano Gloria Gaynor, a casa sua) si rese conto che il suono si faceva sempre più chiaro, ed alto, e si chiese se anche a Simon stessero sanguinando le orecchie e, in caso contrario, come facesse a sopportarlo.

Arrivato alla porta notò che adesso un'altra voce si sovrapponeva alla prima in un acuto "I CAAAN'T TAKE MY EYES OFF OF YOUU". Provò a palesare la sua presenza bussando ma ogni tentativo fu inutile per cui, semplicemente, decise di entrare senza troppe cerimonie, mettere fine a quello strazio e ritornare e non-vivere in tutta tranquillità la sua giornata.

Ingenuo, non aveva messo in conto che la scena che avrebbe potuto trovarsi davanti sarebbe stata ai limiti dell'imbarazzo: Simon con un asciugamano stretto in vita, una spazzola ancorata in entrambi i pugni chiusi e portata alle labbra a mo di microfono intento ad esibirsi nel peggiore dei modi mimando strofe sconnesse. Il vapore a coprire qualsiasi superficie, compresa quella delle lenti che si ostinava a mettere su nonostante non ne avesse più un reale bisogno.

Fu per questo, forse, che il più piccolo ci mise un attimo prima di rendersi conto di non essere più solo con la sua esibizione. E successe comunque dopo essere atterrato in scivolata ai piedi di Raphael il quale non riusciva a capire da quale particolare della visione fosse più preso.
Provò comunque ad articolare un: "Hm io ..dovresti, ecco, regolare il volume, se puoi."

Ricordandosi, poi, della sua posizione di capo-clan convenne con se stesso che niente poteva turbarlo davvero e quindi: "É un ordine" aggiunse prima di girare i tacchi per andar via.

E stava veramente per farlo ma poi non riuscì a trattenersi dal dire a Simon: "Pensavo avesse gusti decisamente diversi."
Simon che gli rispose, sentendosi forte delle precedenti occhiate del maggiore: "Ed io pensavo che niente t'impressionasse."
"In ogni caso, anche a me é concessa una banalità, ogni tanto."

Una banalità, hm? Trovare Simon particolarmente attraente, oltre che, al solito, irritante, si poteva definire una "banalità", per cui lui poteva concedersela. Filava.

"Immagino valga anche per me, allora" replicò avvicinandosi.
"E sentiamo, tu che tipo di banalità ti concederesti?" fece l'altro quasi ..ammiccando, "possibile?" pensò Raphael.
"Mi piacciono quelle rumorose" gli fece sapere mentre già sorridevano insieme.
"Spero per te che ne valga la pena, suona più come un'eccezione che una regola"
"Dovresti permettere che accada, invece che continuare a straparlare"
La porta chiusa, la sua giacca a terra.

La musica avrebbe dovuto spegnersi nel giro di 10 minuti da quando il vampiro era uscito dalla sua camera. In ogni caso nessuno fece domande quando, tornandoci, si ritrovò a fischiettare un ambiguo "you'd be like heaven to touch, oh, I wanna hoooold you so much" chiedendosi come si poteva quantificare "ogni tanto".

xx

É banale, totalmente fuori dai miei standard, ma quando li vedo (sempre meno ma va beh) penso che potrei scrivere qualsiasi cosa purché riguardi loro. Ditemi che non sono l'unica.
E poi amo la canzone. :')

Banalità.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora