Ho appena finito di piangere.
Adam è ancora vicino a me e mi tiene stretta.
Abbiamo parlato di tutto tranne che di quello che è successo prima: Adam evidentemente non l'ha ritenuto opportuno e lo ringrazio, ma sono sicura che se non lo farò io prima o poi mi chiederà qualcosa.
Quindi mi faccio coraggio e inizio a parlare.
<<Adam, so che ti starai chiedendo il perché di questa reazione...>> comincio, ma lui mi ferma subito.
<<Non mi devi nessuna spiegazione. E poi qualcosa l'avevo capito: avevo dei sospetti, ma questo li ha confermati>> risponde, comprensivo. Così facendo, mi lascia senza parole. Se lo ha capito lui, lo avrà capito anche Taylor?
<<Solo tu avevi questi sospetti?>>
<<Si e non ti preoccupare da me non saprà niente>> risponde, sorridendomi
<<Grazie Adam>> sospiro di sollievo e lo abbraccio forte, lui fa lo stesso.
Dopo un po' gli dico dei pass che dovrà darmi. Lui mi dice di essere contento che sarei andata alla festa, così mi sarei distratta un po', io così come Ally.
Parliamo un altro po' e gli rivelo dei problemi che ho in matematica. Lui si offre di darmi ripetizioni e ci diamo appuntamento per questo pomeriggio a casa sua.
Poi ci alziamo e andiamo a lezione.
Abbiamo passato così la pausa pranzo.
Quando lo lascio fuori la sua classe, vedo che Taylor ancora deve arrivare. Guardo Adam che mi guarda scuotendo la testa per farmi capire che non tornerà. Così sospiro e lo saluto con un abbraccio.
<<Grazie Adam, sei un buon amico. E scusami se ti ho fatto perdere tempo.>>
E sono sincera: è davvero una persona fantastica. È così e il comportamento che ha avuto oggi me l'ha dimostrato.
<<Smettila. È così che si comportano gli amici, non hai niente di cui ringraziami o scusarti.>>
<<Hai ragione, scusa>> dico e subito mi copro la mano con la bocca, rendendomi conto di essermi scusata ancora una volta.
Lui scoppia a ridere ed io con lui.
Dopodiché, mi volto e vado a lezione con un terribile mal di testa. Inutile dire che non sono stata attenta a niente, nonostante non fosse matematica.Busso alla porta della casa di Adam e aspetto che mi venga ad aprire.
Ma al suo posto, mi apre Taylor.
Possibile che ogni volta che vengo in questa casa ci sia lui?
<<Dov'è Adam?>> Chiedo, entrando.
<<Sono venuta per lui, deve darmi ripetizioni di matematica>> continuo senza nemmeno guardarlo.
<<È uscito, non tornerà prima di qualche ora.>>
Cosa? Spalanco gli occhi.
Perché mi ha fatta venire qui se sapeva che ci sarebbe stato Taylor e lui sarebbe dovuto uscire?
Mi vibra il telefono.
È Adam.
*Ti starai chiedendo perché non ci sono. Ho pensato che ti sarebbe servito un bel chiarimento con Tay. Goditi queste ore perché poi cominciamo sul serio a studiare.
Fa' come fossi a casa tua. Ti voglio bene.*
Stranamente più che arrabbiata, sono confortata dal fatto che si sia preoccupato per me e mi spunta uno stupido sorriso mentre leggo il messaggio.
<<Chi è?>> Mi chiede Taylor, incuriosito, e si sporge verso lo schermo del cellulare per guardare.
<<Nessuno. Fatti gli affari tuoi>> gli intimo, girando il cellulare per non farlo guardare. Gli do una spinta leggera con la spalla per sorpassarlo e andare in camera di Adam. In fondo mi ha detto di fare come fossi a casa mia.
Entro in camera e faccio per chiudere la porta, ma Taylor la ferma con un piede e mi sorpassa chiudendola lui.
Lo guardo male e butto lo zaino sul letto, dopodiché mi siedo su una sedia.
<<Allora che vuoi fare mentre lo aspetti?>> mi chiede con un viso da angelo. Ma è solo una maschera, devo ricordarmi di come mi ha fatta sentire. Di come ho sentito il rumore sordo del mio cuore che andava in frantumi, quando ha preferito quelle due ragazze a me.
<<Con te assolutamente niente>> rispondo acida.
In risposta, lui mi guarda male.
<<Ok allora decido io. Tanto non sai dirmi di no, ma non posso assicurarti sulla purezza delle mie azioni>> mi dice con un ghigno sulle labbra.
<<E questa ora da dove l'hai presa?! Io dico di no a chi voglio e quando voglio. Di certo non smetterò di farlo adesso, per te per giunta>> sospiro esasperata e arrabbiata. In verità non so nemmeno perché, forse è per tutto il dolore che mi sta facendo provare.
Gioia.
Dolore.
Felicità.
Tristezza.
Questi sono i sentimenti che si alternano dentro di me. E me li fa provare tutti lui!
Non potevo interessarmi a qualcuno di meno complicato? O almeno di meno perfetto, o che tutte vogliono?
Tutta colpa del mio cuore.
Maledetto.
Mi alzo dalla sedia e vado in salotto, mi siedo sul divano e afferro il telefono, decisa a mandare un messaggio ad Adam e vedere a che punto è. Sta iniziando a passarmi la gratitudine nei suoi confronti e sta salendo la rabbia.
Ancora colpa di Taylor!
*Quando torni? Fai presto.
Non credere di averla passata liscia con "ti voglio bene" alla fine del messaggio. Sono arrabbiata con te.*
Contrariamente a questo messaggio, quando premo su invio ho un sorriso stampato sulle labbra. Voglio davvero bene ad Adam. Si sta rivelando un ottimo amico, anche se questa gliela faccio pagare sul serio.
All'improvviso, mentre sono assorta dai miei pensieri, entra Taylor e si lancia sul divano accanto a me.
<<Ma sei impazzito? Non sei a casa tua. E nemmeno io, perciò calmati>> gli dico infastidita.
<<Oooh qualcuno è di malumore oggi>> mi scimmiotta e mi da una leggera spinta sul braccio.
<<Chissà perché.>>
Sorrido e gli do un leggero pugno sul braccio.
Si massaggia quel punto, come a voler alleviare l'inesistente dolore.
<<Calma, mi fai paura così>> mi prende in giro e ride. Giuro che è il suono più bello del mondo, potrei rimanere ad ascoltarlo ore ed ore ridere senza stancarmi mai.
Rido anch'io. Ecco è questo che intendo quando dico che mi manda in confusione. Mi fa venire il mal di testa. Prima mi fa arrabbiare a morte con lui e vorrei ucciderlo, e poi ci sono questi momenti che non potrei mai dimenticare e che mi confortano, perché penso che in questo momento è solo me che sta facendo ridere e nessun altro, né Molly né la brunetta di oggi.
E questi momenti nessuno potrà portarmeli via.
Accende la tv e gira i vari canali.
Litighiamo sul film da vedere, ma quando arriva ad uno che già conosce, d'azione per di più, si blocca.
<<Questo devi assolutamente vederlo.>>
<<Oh, non se ne parla proprio.>>
Faccio vedere la mia incertezza nel credergli, accentuandola ancora di più, per fargli credere che di lui non mi fido.
Ma non è affatto così.
<<Non ti fidi di me?>> Mi chiede del tutto sincero, con una traccia di speranza nella voce.
<<No, perché mai dovrei farlo?!>>
Lui mi guarda triste, e una scintilla di delusione, come l'altra volta quando ho rifiutato il suo invito quando eravamo in mensa, gli passa negli occhi. Ma di nuovo si riprende subito.
<<Allora non vuoi vederlo?>> Mi chiede con un ghigno.
<<Si, ma solo perché se no ti rattristeresti troppo. Non perché mi fido di te, sia ben chiaro>> rispondo, ridendo di lui. Mette il broncio e poi ride con me.
Fa partire il film e comincia a commentarlo ad ogni scena.
Mi fa ridere vederlo così: spensierato e intento a cercare di farmi capire il film. Anche se non ci capisco niente, però, annuisco comunque per non deluderlo e non sembrare una stupida.
Rimango così a fissarlo tutto il tempo, è così bello senza pensieri, senza nessuna traccia di rabbia sul viso o negli occhi, solo spensieratezza e felicità. Nient'altro. Dovrebbe sempre essere così.
Pensando queste cose, il sonno mi avvolge e mi addormento con il suo braccio attorno alla vita e la testa appoggiata nell'incavo tra il suo collo e la spalla.
Sogno un bambino spensierato che corre in un prato verde.
Grazie Adam.
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PERFETTA ILLUSIONE #Wattys2017
Roman pour Adolescents"Perché questo dovrebbe essere l'amore: un mare di emozioni che non ha freni, e tocca a te decidere se domare le sue onde o lasciarti trasportare." Amber, una ragazza estroversa e solare, all'ultimo anno del liceo, diciassette anni, ma ne sta per co...