"Sei Claudio?" davanti a lui una ragazza mora, sorridente, con una borsa di Chanel che Claudio aveva visto nelle ultime sfilate. Sapeva che il costo si aggirava intorno ai 5000 euro e distrattamente si chiese se non si fosse dovuto trasferire a Roma tanti anni prima.
"Sono Dafne", gli strinse la mano in una presa solida e asciutta. Una stretta che dava sicurezza e che Claudio non avrebbe mai associato ad una ragazza così minuta. "Mi manda l'agenzia. Devo accompagnarti a casa. Fortunatamente non sono venuta con l'auto di Mario o con tutti i tuoi bagagli avremmo dovuto prendere la metropolitana!"
"Dieci giorni sono lunghi," diede a Dafne due delle borse più leggere, tenendo per sè i due trolley pieni di vestiti e lo zaino con le scarpe.
"Soprattutto se sei un figo della madonna," Dafne gli fece l'occhiolino e Claudio rise scuotendo la testa. Gli piaceva quella ragazza. "Chi è Mario?" lo chiese per far conversazione e per non far scendere tra di loro il classico silenzio imbarazzato tra estranei. Dafne, con tutta probabilità, sarebbe stata l'unica persona che avrebbe conosciuto quei dieci giorni e se avesse avuto bisogno di qualcosa era comodo avere un punto di riferimento.
"Il tuo coinquilino, tesoro bello".
"Coinquilino?" si fermò sul marciapiede, le valigie che gli batteva sul retro delle cosce ogni volta che i passanti distratti le urtavano camminando. "Nessuno mi aveva avvisato che avrei avuto un coinquilino". La macchina era un'utilitaria grigia, senza troppe pretese. Aveva però un bagagliaio spazioso e non dovettero faticare molto per riuscire a caricare tutti i suoi bagagli.
Quando salirono in auto, Dafne gli parve un po' imbarazzata. "Giuri di non dire niente a nessuno se ti confesso una cosa?" titubò forse qualche attimo di troppo prima di farsi convincere dall'occhiataccia di Dafne ed annuire. "In breve: Mario ha dovuto cambiare casa il mese scorso, ma gli affitti qui a Roma sono un macello e lui non riusciva a trovare un coinquilino. Così gli ho suggerito di subaffittare la seconda stanza della casa con Airbnb e quando settimana scorsa la tua agenzia mi ha detto di trovarti un appartamento, potrei aver dato il tuo budget a Mario dicendogli che a sua insaputa avevo ritoccato le tariffe settimanali".
"E ti ha creduto?" Roma era un macello. Davanti a loro c'erano così tante auto che Claudio non era certo che avrebbe avuto abbastanza tempo di rendersi presentabile per la cena che lo attendeva quella sera.
"So essere molto convincente", Dafne era buffa quando guidava. Aveva tirato il sedile in avanti per intero, e con il naso era a pochi millimetri dal parabrezza.
"Dafne..."
"Non dirmi di no,"lo supplicò con gli occhi. "Mario è un ragazzo molto dolce e rispettoso. Tu non sarai praticamente quasi mai a casa. Giuro che se non ti troverai bene spiegherò tutto a Mario e potrai avere l'appartamento che l'agenzia aveva prenotato per te. Dagli una possibilità!" lo guardò di nuovo spalancando quei grandi, occhi marroni. "Ti prego!".
Claudio sopirò pesantemente e al suo lato vide Dafne agitare il pugno in aria in segno di vittoria. Ed ecco uno dei motivi per cui era felice di essere gay: nessun uomo lo aveva ma fatto sentire in colpa con un solo sguardo. "Per curiosità, quanti soldi avevi a disposizione per il mio alloggio".
Accanto a lui Dafne sorrise, poggiando la mano sul suo sedile per fare manovra e parcheggiare in una stradina laterale abbastanza anonima.
"Quindicimila euro" rispose ghignando senza vergogna. "Non guardarmi così. Stai per fare del bene! Siamo dei novelli Robin Hood: abbiamo tolto ai modelli per dare ai commessi".
Claudio rise, scuotendo la testa perchè, davvero, come diamine aveva fatto a lasciarsi convincere?
Dafne gli prese la mano, gentilmente, con un sorriso grato ad ammorbidirle le labbra ed un'espressione fin troppo riconoscente. "Grazie. Grazie davvero", gli disse, e Claudio abbassò gli occhi imbarazzato.
"Non ho fatto niente", la stretta sulla sua mano si serrò d nuovo.
"Non è vero. Non tutti sarebbero stati così gentili e comprensivi come te. Quindi, grazie Claudio".
Le sorrise senza rispondere, dando un buffetto alla sua mano per interrompere quel momento che lo stava mettendo in imbarazzo.
"Andiamo a conoscere Mario!"
Dafne accanto a lui si illuminò. "Non vedo l'ora di vedere la sua faccia quando ti vedrà".
E sbattendo le mani entusiasta, scese dall'auto per aiutarlo di nuovo con le valigie.