~63
Il giorno dopo Jane ed Edward si stavano baciando con foga, mentre lei gli sbottonava la camicia e lui la attirava a sé per i fianchi. Jonathan aveva per la prima volta il turno pomeridiano a lavoro.
«Mi stai facendo impazzire.» le sussurrò e lei sorrise.
«Ti amo da morire.»
La ragazza gli tolse definitivamente la camicia e lui le iniziò a togliere l'abito, continuando a baciarla.
«Dio mio, ho bussato e non mi ha risposto nessuno!» sentirono urlare e si voltarono verso la porta aperta, per vedere soltanto Violet con il viso coperto dalle mani.
Edward si rimise velocemente la camicia e Jane corse nella sua stanza per rivestirsi.
«Non esiste la camera da letto per voi?! Posso togliermi le mani?» continuò la bionda e il ragazzo, dopo essersi sistemato, gliele fece togliere.
«Così va molto meglio. Dove è finita Jane? Dovevo parlare con lei.»
«Arrivo!» gridò la ragazza dalla camera mentre si sbrigava a sistemarsi l'abito.
«Eccomi, dimmi.» continuò passando in cucina.
«Devi andare a palazzo, William ha qualche problema con non so cosa. Lo so che non è ancora Re, ma sta già iniziando a sistemare alcune cose.»
«Oh, va bene. Quando?»
«Adesso.»
La ragazza tirò un sospiro e andò a prendere il suo cappotto.
«Mi dispiace, ci vediamo dopo. Puoi restare qui.» sussurrò ad Edward prima di uscire e gli stampò un bacio.
«Io non ti guarderò mai più allo stesso modo!» sbottò Violet appena chiusero la porta.
«Dai, smettila, ci stavamo soltanto baciando!»
«Eravate quasi nudi!»
«Non fare l'esagerata!»
«Non sto esagerando!»
Si guardarono per un attimo in faccia e scoppiarono a ridere.
«Anche se, lo ammetto, non posso biasimarti, perché l'ho visto per un attimo senza maglietta e... Beh, non c'è molto da dire, non credo che qualcuna avrebbe rifiutato di essere al tuo posto in quel momento.»
«Violet!» la rimproverò e si misero di nuovo a ridere.
«Che c'è? È bello e io ammiro la bellezza!»
«Sei fidanzata con mio fratello!»
«Tecnicamente no, quello è mio cugino, proprio come te.»
«Oh, sai che intendo! E stavi comunque parlando del mio fidanzato!»
«Sei gelosa, allora.» sorrise la bionda.
«Proprio come tutte, penso.»
«Sì, in effetti hai ragione.»
Appena arrivarono a palazzo Violet le disse dove trovare William e la lasciò sola. Jane si aspettava di trovarlo nello studio, invece era soltanto nella sua camera. Bussò, ma la porta era già aperta, così entrò.
«Buonasera.» lo salutò.
«Ciao, non pensavo venissi così in fretta. Ti ho disturbata?»
«Diciamo che ero occupata, ma non fa nulla. Con cosa posso aiutarti?»
Lui le porse dei fogli e le spiegò cosa doveva fare. Era piuttosto semplice. Le fece spazio nella scrivania e le prese una sedia, e lei si sedette, mettendosi a lavorare.
«A Natale starai qui?» le chiese dopo un quarto d'ora.
«Non lo so, sinceramente. Edward starà con la sua famiglia, mi pare ovvio, ma io non so se stare qui o con Marie e Jonathan.»
«Dove vorresti stare?»
«Non ho tutta questa voglia di venire qui, in realtà. Se lo faccio è solo per te.»
«Grazie, allora. Sicuramente nostro padre vorrà che tu venga qui.»
«Voi come passate il Natale?»
«Ci siamo io, Violet, suo padre e nostro padre. È una cosa molto semplice, al contrario di Capodanno. Solitamente io e Violet andiamo via prima.»
«Mi piacerebbe poterlo passare con tutti, senza dover scegliere.»
«Potresti far venire Jonathan e Marie qui. Violet ne sarebbe felice e anche tu.»
«Posso farlo?»
«Puoi invitare chi vuoi, certo che puoi.»
«Sarebbe carino.»
«Verrai al ballo, a Capodanno? Sarebbe il tuo primo ballo da principessa.»
«Suppongo di doverlo fare.»
«Sì, in effetti.»
«Tu ci sarai?»
«Non ho molta scelta.»
«Chi inviterai?»
Lui scrollò le spalle. «Non ne ho idea. Violet inviterà sicuramente Jonathan e tu Edward.»
«Devi trovarti qualcuno.»
«Già, lo so. Mio padre mi ha dato dei suggerimenti, a modo suo, ma non ci penso nemmeno a invitare una di quelle. Solitamente, quando porti qualcuno al ballo, è come una presentazione, non mi va di portare una qualsiasi.»
La ragazza si sentì sprofondare, ma non poteva farci nulla.
«Mi dispiace...» gli disse, ma lui scrollò di nuovo le spalle.
«Nessuno di noi due poteva sapere che sarebbe andata così.»
«Come stai?»
«Mi sto arrendendo ai fatti, che altro posso fare?»
Lei sospirò. «Ci sono tante ragazze che sognano di esserti vicine, puoi avere chiunque tu voglia.»
«Tutte vogliono stare con me solo per il titolo, Jane. Secondo te perché mi sono avvicinato a te?»
Lei rimase in silenzio, non sapendo che rispondere.
«Perché eri l'unica a cui non importavo. E perché, quando poi mi hai conosciuto e stavi con me, lo facevi per la persona che sono, non perché sono il principe.»
«Non mi è mai interessato che fossi il principe.»
«Esatto. Tu, però, eri l'unica.»
«Ma ci dovrà pur essere una ragazza a cui importa di te! Sei bello e-»
«E sono il principe.» la interruppe. «Per le altre potevo anche essere orrendo e avrebbero comunque voluto stare con me. Alla gente non importa più delle persone. Tu non hai nemmeno idea dei ragazzi che ti corrono dietro ora che sei la principessa. Ti troveranno pure antipatica, acida o non so che altro, ma vorrebbero comunque stare con te.»
«Non sono tutti così! A Jonathan non ha importato che Violet fosse tua cugina!»
«E poi chi altro c'è? Noi, Jonathan, chi altro?»
«Edward. A lui non interessa che io sia la principessa.» disse, abbassando la voce e lo sguardo.
«A tutti gli altri però interessa. Probabilmente resterò solo.»
«Non dire così. Tutti meritiamo di avere qualcuno accanto che ci ama.»
«Tutte amano il principe, ma nessuna ama William.»
«Allora mostra il vero William, non la facciata da principe!»
«Come posso farlo? Solo tu mi conosci davvero. Nemmeno mio padre mi conosce davvero, mi guarda solo come il futuro Re.»
«No, non è vero, lui ti vuole bene.»
«Vuole bene anche a te, se è per questo.»
«No, è diverso. Lui aveva sempre pensato che non l'avrei mai scoperto, non mi aveva mai considerata come sua figlia. A te sì, invece.»
«Non cambia molto, comunque.»
Lei si spostò e l'abbracciò.
«Troverai una ragazza che ti ama per la persona che sei davvero.»
Lui la strinse un attimo e si avvicinò al suo collo, sospirando, ma poi la lasciò andare.
«Dai, finiamo, così ti lascio libera.» le disse, riprendendo le carte in mano.
«Non ti preoccupare per me.»
***
«Sono tornata!» disse entrando a casa, mezz'ora dopo. Vide il suo fidanzato seduto attorno al tavolo e gli andò a stampare un bacio. Jonathan non era ancora tornato.
«Cos'hai fatto tutto questo tempo qui da solo?» gli chiese.
«Ho trovato questa.» le disse, alzando una scatoletta di legno.
Jane la riconobbe subito, l'aveva dimenticata lì. Lui l'aprì, mostrando la maschera che le aveva regalato William.
«L'avevi già vista.»
Lui annuì, era vero. Quella sera stava per baciarla, e l'avrebbe fatto se non fosse arrivato il principe.
«Non pensavo la tenessi ancora.»
«Perché non dovrei?»
«Te l'ha regalata tuo fratello.»
«A quei tempi non lo sapevamo ancora ed è comunque un regalo meraviglioso.»
Il ragazzo stette in silenzio, ad osservarla.
«Cosa c'è che non va? So riconoscere quando c'è qualcosa di strano.»
«Io non potrò mai darti nulla del genere.»
«Non m'importa, lo sai.»
«Dovrebbe.»
«Invece no. Edward, smettila, sai benissimo quello che penso.»
«L'hai mai amato? Anche solo per un momento.»
Lei scosse la testa. «Non ho mai provato con lui le cose che provo con te.»
Lui si alzò e andò a baciarla, facendole quasi perdere l'equilibrio.
«Ti va di accompagnarmi al ballo di Capodanno a palazzo?» gli chiese tra i baci, ma lui si allontanò.
«A palazzo?»
«Sì, lo sai. L'anno scorso ti ci sei pure infiltrato senza farti scoprire.»
«Sì, ma... Cosa penseranno?»
«Ha importanza?»
«Assolutamente no.» sorrise e le lasciò un bacio.||spazioautrice||
Buon pomeriggio! Questo capitolo non è nulla di che, mi spiace. Volevo dirvi che, dopo questo, mancano 3 capitoli e l'epilogo alla fine di questa storia, so già che mi mancherete da morire. Adesso devo lasciarvi perché devo uscire, buona domenica!
~Rob ❤️
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Kalos
Fantasi|IN REVISIONE| [19.09.16 #251 fantasia] [12.11.16 #251 fantasia] [01.12.16 #150 fantasia] [18.12.16 #144 fantasia] [21.12.16 #138 fantasia] Jane era diversa e lei lo sapeva. Sapeva anche che nessuno doveva venire a conoscenza del suo segreto, o avre...