Incontro di mezzanotte

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CAPITOLO SESTO: Incontro di mezzanotte.





Parigi sarebbe stata un vero spettacolo se solo Raphael non stesse andando incontro al suo passato. Sarebbe stato bello visitarla con Astrea. Non aveva sue notizie da quando l'aveva lasciata. Era stato meschino da parte sua rompere in quel modo, ma era spaventato. Non aveva mai voluto essere un vampiro, era una condizione che non aveva mai accettato fino in fondo, ma in quel momento sembrava che gli avessero cavato gli organi e lo avessero lasciato a sanguinare per giorni. Sentiva che il suo carpo stava cambiando: la notte aveva più sonno rispetto a un mese prima, era meno pallido e il cuore ogni tanto batteva; era una bella sensazione. L'importante, allora, era che nessuno lo sapesse. La Senna brillava d'argento e di blu sotto la luce della luna, l'acqua sussurrava e baciava gli argini. Raphael avanzava nel buio della notte con le mani in tasca, le spalle chiuse nella giacca nera e a passo svelto. In lontananza vedeva, sebbene la super vista cominciasse a venire meno, la figura snella di Sylvie. Mai avrebbe pensato di rivederla e provava una certa ansia; l'intera situazione lo metteva sotto pressione. Aveva saputo che era stata trasformata un paio d'anni dopo la fine della loro storia ed era convinto che sarebbe stata solo un ricordo. Magnus, però, quando lo aiutava ad abituarsi ad essere un vampiro, gli ricordava spesso che un amore corrosivo come quello lo avrebbe inseguito sempre. E aveva ragione.


"Raphael." disse Sylvie, quell'accento francese che un tempo gli scaldava il cuore e che ora lo irritava.


"Mi hai invitato per una chiacchierata amichevole o perché vuoi propormi un affare?"


Sylvie sorrise, le labbra coperte dal rossetto rosso, il lungo vestito bianco la rendeva simile ad un fantasma, in netto contrasto con i capelli rossicci. Afferrò un calice di sangue e lo offrì a Raphael, poi ne prese uno per se stessa.


"Salute." mormorò prima di mandarlo giù.


Raphael fissò il liquido rosso e sentì un conato di vomito premere contro le pareti dello stomaco. Fu costretto a berlo per evitare che lei sospettasse qualcosa. Per la prima volta, dopo anni, avvertì il sapore crudo e umido del sangue corrergli giù per la gola e si costrinse a non rigettarlo. Sylvie guardava il fiume con uno sguardo pacifico e rilassato, come se quello fosse un incontro tra amanti.


"Quando ti sei trasformata?" le parole sfuggirono dalle labbra di Raphael e se ne pentì per paura che lei credesse di essere ancora importante. La vampira rise.


"Sapevo che mi avresti fatto questa domanda. Quando ho lasciato la Spagna per tornare qui, ero sola e vulnerabile. Ho incontrato un uomo, alto e bello, all'uscita di un locale e aveva provato a utilizzare su di me l'encanto, ma ero immune date le mie ricerche per aiutarti. Gli ho chiesto io di mordermi e trasformarmi. Siamo stati insieme per circa sei mesi e mi ha insegnato tutto quello che c'era da sapere sui vampiri, è stato un valido insegnante."


"Perché lo hai fatto? Tu eri così innocente."


"Oh no. Tu mi credevi innocente e pura. Ma dopo la tua trasformazione ho realizzato che anche io volevo quel potere e quel brivido. E l'ho ottenuto."


Raphael aveva un nodo alla gola che gli impediva di parlare. Aveva amato una bugiarda. Si rese conto in quel momento di non averla conosciuta affatto.


"Raphael, va tutto bene. Adesso siamo simili. E abbiamo una cosa in comune." la voce di Sylvie ora era sensuale.


"Qualcosa in comune? Io e te?"


"Astrea Monteverde."


A quel nome i tratti del viso di Raphael si indurirono, fissava la donna davanti ai suoi occhi con severità.


"So che è il tuo giocattolo preferito. Anche se tu ami ancora me." continuò Sylvie con un sorriso.


"Astrea era il mio giocattolo preferito. E no, non sono più innamorato di te. Non illuderti, mia cara."

Troublehunter 2.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora