Era una notte temporalesca. Il cielo si illuminava di tanto in tanto con lampi bianchi come il latte e la dolce, quanto forte musica dei tuoni echeggiava nella città di Krate, nel sud di Wenston Town. Nella parte alta vi abitavano i più ricchi, le loro ville si potevano ammirare da chilometri di distanza, le loro luci, la loro maestria nell'architettura, erano le case più belle di tutta Krate.
In una di queste ville, che era collocata perfettamente nel centro del distretto, vi abitava la coppia Growth, composta dalla Signora Evie, una giovane donna con due grandi occhi verdi incastonati in un viso magrolino e pallido con un piccolo naso a punta e due labbra rosee, tutto ciò incorniciato da dei lunghi capelli neri come carbone. Purtroppo la signora era costretta fin dalla sua infanzia su una sedia a rotelle, ciò le impediva di fare attività fisica e di conseguenza aveva un corpo molto esile. Insieme a lei conviveva il marito Axel, un uomo dalla corporatura a dir poco magra, con braccia sottili come stuzzicadenti e un viso scavato da cui sbucava un lungo naso. Due piccoli occhi neri che sembravano dei bottoni, caratterizzati da delle lunghe ciglia, l’unica cosa a dare volume al suo volto, dato che non aveva tanti capelli, era la folta barba tendente al color rame. L’unica persona ad occuparsi dei bisogni della coppia e di mantenere la casa in ordine era Christie, la domestica, una graziosa e giovane ragazza. Nel suo volto, dai lineamenti quasi fiabeschi, erano allocati due grandi occhi azzurri come il cielo d’estate, due labbra di color rosso, ma senza bisogno di un rossetto, un piccolo naso e dei lunghi capelli biondi. L’interno della villa era arredata con buon gusto, con un mix tra stile moderno e antico. Tante stanze, tutte su un solo piano, più di quanto ne possano servire ad una coppia.
La signora Evie era nella sala che guardava un programma di satira in televisione, non un cenno di risata, ma uno sguardo fisso.
-“Christie!”- Urlò la donna –“Christie, mi accompagni in bagno per favore?”-
Nessuna risposta. Evie continuò a chiamarla, fino ad urlare il suo nome, chiamò anche il marito, che in quel momento stava scrivendo il suo ultimo libro nello studio. Finalmente Christie giunse nella sala, la Signora Growth la sgridò per il suo ritardo, notando un espressione di menefreghismo negli occhi della ragazza, e notando anche i capelli scompigliati e il vestito sgualcito, a quel punto nel cervello della povera Signora cominciavano ad affiorare dei brutti pensieri sulla domestica e sul marito.
Dopo aver finito nel principale servizio di casa, cominciò a fare domande alla domestica.
-“Christie! dov'eri quando ti ho chiamato poco fa?”-
-“Stavo sistemando il letto della vostra camera signora, mi perdoni ancora.”-
Rispose la domestica con uno sguardo impaurito.
A quel punto Evie, notando che la domestica era nervosa, si convinse che c'era qualcosa che le nascondeva. Si fece accompagnare allo studio del marito, ma durante il tragitto sentiva la ragazza farfugliare qualcosa, percepiva che era nervosa e spaventata. Arrivati davanti all'ufficio del marito, Evie intimò a Christie di andare a finire il lavoro e poi di preparare la cena, ma vide che la domestica rimase impassibile, come se di punto in bianco avesse perso l'udito, la guardò e vide che fissava un punto preciso, seguì il suo sguardo fino ad arrivare allo specchio appeso in fondo al corridoio. Non capendo cosa stesse fissando, la sgridò e con un balzo Christie si diresse subito a finire i suoi doveri, lasciando sempre più dubbiosa la padrona.
Evie chiamò il marito che aprì la porta del suo ufficio e accompagno la moglie dentro; la signora domandò al marito, non prima di notare disordine sulla sua scrivania.
-“Caro, poco fa ti ho chiamato e credo che tu mi abbia sentito, probabilmente anche i vicini dei vicini mi hanno sentito, perché non hai risposto?”-
Il marito, sistemando la scrivania, rispose sbrigativamente.
-“Tesoro ero a fare un pisolino in camera e...”- Udendo quelle parole, come un punto esclamativo comparve sulla testa della signora, ma lasciò proseguire il marito –“...Sai non riesco a trovare idee per proseguire il libro e mi è venuto un gran mal di testa, puoi perdonarmi?”-
-“Va bene amore, tranquillo.”- Rispose Evie con fare sospetto nei suoi occhi.
La signora non riusciva a smettere di riflettere sulle parole dette dal marito. Come avrebbe potuto essere sul letto della camera matrimoniale se la domestica in quel momento lo stava sistemando? Domande senza risposte affioravano nel cervello della padrona di casa.
Arrivata la sera dopo cena, Evie mise in chiaro le idee e capì che probabilmente il marito la tradiva con la domestica, anche se rimanevano dei punti interrogativi.
Era notte fonda, ormai tutti riposavano beati, ma un rumore svegliò Evie. Spaventata d'istinto si girò verso il marito cercando uno sguardo dell'amato che potesse tranquillizzarla ma quando realizzò che il Axel lì non c'era, si spaventò sempre di più. Udì altri rumori, continui, colpi forti, fino a quando non smisero e poi silenzio. Il marito ancora non si presentava, passavano i secondi, i minuti, il rumore dell'orologio che contava i secondi si faceva sempre più fastidioso, a quel punto si decise. Si alzò in silenzio e con fatica riuscì a strisciare verso la sedia a rotelle, si sedette e con gli occhi terrorizzati uscì dalla stanza e si diresse verso la camera dalla quale provenivano i rumori. Era quella della domestica, avvicinò l'orecchio alla porta e sentii delle voci, dei bisbigli che riusciva a comprendere, sembrava quasi il sibilo di un serpente. Un urlo raggelante fece sobbalzare la signora e poi una botta, pesante, come se qualcosa fosse caduto per terra, spaventata aprì la porta e spalancando gli occhi dall'orrore e lo spavento vide il marito rivolto sul pavimento, nudo, e poco più a destra, inginocchiata sul pavimento fissando un punto vuoto c’era Christie, nuda come il marito, che bisbigliava qualcosa al soffitto. Evie terrorizzata pianse il marito a più non posso, urlò e cadde sopra di lui. Sollevando il capo, con il viso solcato dalle lacrime, vide Christie con occhi spalancati e un sorriso agghiacciante, il suo volto non era più fanciullesco. Aprì la bocca dalla quale emise un suono, sembrava il verso di un animale straziato, un corvo. Si scagliò con le mani sul collo della padrona e la strozzò.
Christie, ancora in quello stato, lasciò cadere il corpo di Evie sopra quello del marito e poi, come se niente fosse, si mise accanto a loro, chiuse gli occhi ancora col sorriso stampato in volto e si addormentò