Capitolo 5

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Erano ormai cinque anni che vivevo con lui, avevo imparato quasi tutto e come continuava a ripetermi lui, ormai mi mancava solo di fare "esperienza sul campo" ma non avevo intenzione di proseguire il suo lavoro, non m'importava e non l'avrei fatto, ormai ero in grado di badare a me stesso e alla prima occasione mi sarei allontanato da lui e dalle sue arti nere.
Era un giorno di pioggia quando durante un allenamento con la spada sentimmo suonare alla porta, fuori c'era un uomo sui trent'anni con un lungo mantello rosso foderato di una folta pelliccia, tutti a Parigi lo chiamavano Plaisir, questo soprannome gli fu affibbiato perché tra le sue varie attività gestiva una decina di bordelli in tutta la città;
Harminius mi parlò di lui, era un mago ma dai metodi diversi da quelli del mio maestro, non aveva scrupoli e non chiedeva motivazioni se le sacche dei suoi clienti erano piene di denaro.
Andammo giù ad aprire e Plaisir, senza dir nulla, entrò nell'abitazione, si levò il mantello e si sedette sul divano invitandoci con un sorriso a fare altrettanto come se quella fosse stata casa sua e noi gli ospiti.
Harminius si sedette, mentre io rimasi in piedi alle sue spalle:

"Avevo sentito parlare del tuo discepolo, non sembra un granché comunque, sicuro di aver fatto una buona scelta?"

a quelle parole il mio spirito s'infiammò ma Harminius mi placò con un gesto della mano:

"Che cosa vuoi da me Plaisir?
Vieni qua nella mia casa e ti comporti come un padrone, che cerchi?"

Il parigino fece un gesto di sdegno alle parole del mio maestro come se si fosse offeso, contemporaneamente portò la mano guantata sotto il mento, accarezzandosi il pizzetto;
dopo qualche secondo di silenzio disse:

"C'è una delle mie... ragazze diciamo... che è posseduta da qualcosa, sento chiaramente in lei un'altra essenza, ma non riesco a distruggerla o cacciarla dal suo corpo, è una delle mie pupille e tengo molto a lei.."

"Sei venuto qui a chiedere il mio aiuto?"

lo interruppe Harminius.

"Sai bene quanto disprezzo te e i tuoi affari e pretendi che ti dia una mano?"

"Non te lo chiedo per me ma per la ragazza, seppellisci l'ascia di guerra mio caro Harminius, ho già pronta la ricompensa, non ho tempo da perdere qui con te e con il tuo fedele cagnolino, se vuoi aiutare la ragazza vediamoci domani al 5 di Rue Duperie alle 21, se ci sarai bene, sennò sarò costretto ad uccidere la ragazza"

A queste parole si alzò, prese il mantello e se n'andò.
Harminius era rimasto seduto, aveva entrambe le mani sotto al mento e uno sguardo concentrato, dopo poco disse:

"Sento che qualcosa non quadra,forse mi sbaglio ma se fosse vero?
Non posso rischiare di far morire quella povera ragazza, domani andrò all'appuntamento."

"Vuoi che venga anche io?
Posso esserti utile in molti modi"

dissi posizionandomi di fronte a lui e cercando di sembrare il più calmo possibile, l'idea di entrare in azione infatti mi aveva emozionato, e non poco.

"Va bene, verrai con me, stanotte rimarremo a digiuno per poter meglio affrontare il rito di domani, vai nella tua camera, ti chiamerò più tardi"

Legenda - La verità di Mikael Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora