-Scappa. Corri, più veloce che puoi.- Un passo, poi un altro. Non mi fermo a riflettere o a pensare. La voce nella mia testa ha ragione. Devo fuggire. Le gambe si muovono veloci. Io le seguo. Non ho una meta, un obiettivo, un piano. Corro verso un destino vuoto. Dove andrò, cosa farò...domande remote. Ora l'importante è lasciarsi tutto alle spalle. Dimenticare quell'orrore. Dimenticare I primi sorrisi ingenui, gli incroci di sguardi, gli appuntamenti, le ore al parco, i baci. Devo dimenticare gli insulti, le offese, i ricatti. Non ci riesco e dubito di riuscirci in futuro. Continuo a correre. Non respiro, tossisco, mi lascio scivolare a terra. Resto lì, faccia contro al suolo mentre un grido straziato mi dilania il petto senza riuscire a uscire. I ricordi affiorano dolorosi. Un picnic sul fiume, tutte le prospettive per una giornata perfetta. Finché non è successo...sento ancora la pelle bruciare di paura, il terrore freddo, il pianto. Il peggio è stato quando mi ha lasciato a terra, senza pensare a me. Un oggetto che aveva usato e che ora non gli serviva più. Basta, basta! Mi rialzo. Le cicatrici lasciate dai ricordi possono, devono aspettare. Ora scappo. Arrivo al ponte. Cammino senza guardare le macchine che mi sfrecciano accanto. Una accosta vicino a me. -No, sto bene. Non si preoccupi. Si, sono sicura. La ringrazio. Se ne vada.
La donna al volante mi lancia uno sguardo scettico. Poi, rassegna, se ne va. Inizio a tossire sempre più forte. Per non cadere mi appoggio alla ringhiera. Il fiume sotto di me scalpita. Le lacrime riprendono a scendere copiose. Perché mi illudo di poter vivere meglio, di poter superare ciò che è accaduto? No. Non ne posso più. Scavalco il parapetto. Un ultimo respiro. Un'auto frena bruscamente. -Ragazzina, che stai facendo? Prendo un bel respiro e salto. Mentre cado una strana quiete mi prende. So che cosa sta succedendo. So che cosa sta per succedere. Per una volta nella mia vita sono sicura. Non ho rimpianti. La mia esperienza nel mondo è finita. Non ho niente da aggiungere. Non ci sono altre cose da fare. L'atterraggio è doloroso. La testa mi pulsa violentemente, tutto è molle e opprimente. Sento la vita scivolare via. Sopra di me il cielo insanguinato. Poi buio.