"I don't know where you stand
The maps are gone
so are our footprints too,
To get home now will take something that I'm not sure that I have left"
Capitolo 15Aprii gli occhi e mi voltai da un lato, sbattendo pigramente le palpebre e prendendo a fissare il muro di un acceso color lavanda di fronte a me.
Chi diavolo aveva avuto la brillante idea di tingerli di quel terribile colore? Chi si era svegliato quel giorno e deciso di dipingere di quella tonalità ogni singola stanza del proprio hotel di una gioiosa California?
Beh, forse non era proprio male come idea.
Ma gli hotel erano di per sé un qualcosa di triste, delle semplici abitazioni provvisorie che passavano da un proprietario all'altro, neanche i colori avrebbero potuto ravvivarli. Neanche una suite di un hotel a cinque stelle con tanto di vasca idromassaggio, una tv a schermo 52 pollici e un attico da far venire la voglia di trasferirti definitivamente in quell'hotel a spese degli altri avrebbero potuto attenuare la mia tristezza.
Proprio nemmeno un po'.
Solo rivivere ciò che era successo il giorno prima mi faceva sprofondare un po' di più sul letto, facendomi venire la voglia improvvisa di ignorare il mondo e restare per sempre nel mio piccolo mondo fatto di coperte e cuscini.
Subito dopo essere uscita da casa di Tom un uomo sulla quarantina con in viso qualche ruga di troppo con indosso un completo molto elegante con tanto di camicia, cravatta, polsini e un strano cappello in testa che mi ricordava tanto quello dei piloti degli aerei, mi aprì la portiera senza rivolgermi una parola se non un "Chiunque sia ospite in casa del signor Hiddleston può usufruire dei suoi privilegi, ordini del signore stesso". Era Fernand.
Ricordavo di averlo guardato in piena confusione, non riuscendo a capire se stesse parlando proprio con me.
Oh, se solo avesse saputo cosa avevo detto al suo signore.
L'uomo, percependo probabilmente la mia indecisione e notando solo adesso il mio pessimo stato fisico (e mentale), mi aveva rivolto un piccolo accenno di sorriso che non avrei pensato di vedere sul viso di una persona così seria.
"La prego, non potrei perdonarmi sapendo di aver lasciato sola una donna tra queste strade sconosciute". E così decisi di accettare la proposta, convincendomi che lo facevo soltanto per non deludere quell'uomo gentile.
Entrai nella costosa macchina e diedi all'uomo l'indirizzo dell'hotel che avevo prenotato qualche giorno prima. Era buffo pensare come un'ora prima fossi seduta accanto a Tom in quei stessi sedili di pelle, fingendo che non esistesse e che la sua presenza mi fosse indifferente, mentre adesso ero del tutto sola, a guardare dal finestrino con viso assente e immaginare che lì vicino ci fosse proprio lui a lanciarmi delle fugaci occhiate pensando di non essere visto.
La conversazione con Tom continuava a comparire prepotente tra i miei pensieri, accompagnata dalla sua voce dura e senza emozioni mentre mi cacciava fuori di casa e mi guardava come se avesse avuto la visita più sgradita di sempre. Era furioso. Fuori di sé. Deluso da me.
Dal vetro del finestrino mi accorsi dei miei occhi pericolosamente lucidi e questa volta non le ricacciai indietro, semplicemente le lasciai scorrere libere sul mio volto, osservando dal mio riflesso il viso che adesso Tom odiava. E non aveva tutti i torti.
Avevamo percorso soltanto qualche chilometro prima che sentii distintamente un suono simile a quello di un cellulare. Frugai nella borsa ma non era il mio telefono quello a squillare insistentemente. Era di Fernand.
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Lay Your Heart On Me [A Tom Hiddleston Fanfiction]
Fanfiction"Quando dovresti partire?" Chiese improvvisamente, cogliendomi ancora una volta di sorpresa. "Cosa c'è Hiddleston? Vuoi già cacciarmi dall'America?" Ridacchiai. Poi improvvisamente mi agitai perché forse non mi ero poi sbagliata così tanto. Rise aff...