Capitolo 14

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Il sole stava ormai tramontando e Kurt si trovava ai piedi della Montagna di Keyta. Non ci era mai stato fino ad allora, non era il suo fronte di guerra quello, ma era esattamente come l'aveva visto nel suo sogno. Lui l'aveva immaginato esattamente come era nella realtà, non era possibile.

Scese dal suo Shayl dopo ore di cavalcata. Il sole era quasi tramontato del tutto. Gli ultimi raggi riscaldavano il viso di Kurt, l'unica parte dove non sentiva freddo.

Un vento forte e gelido soffiava ai piedi della Montagna. Un vento che sembrava premonire una tempesta. Aveva sognato anche questo. Forse era stato più di un sogno quello. Quella figura con il mantello gli era sembrata così strana. L'aveva addirittura chiamato per nome, con il suo nome. Quell'uomo lo conosceva. Ma Kurt non aveva proprio idea di chi potesse essere.

E poi c'era stato il suo avvertimento. "Cose terribili accadranno. Tutto il mondo sarà in pericolo". Era un avvertimento più che chiaro. Ora si trattava solo di decidere: andare dallo stregone della Montagna e salvare suo fratello per poi mettere in pericolo tutto il mondo, o non fare niente e trovare un altro modo per battere lo stregone.

Non era una scelta così difficile. L'unico modo che aveva per salvare Ivan e tutta la sua città era quello. Non ne aveva altri e non si sarebbe fermato anche se quello significava mettere in pericolo l'intero mondo. In quel caso avrebbe continuato a proteggerlo, avrebbe continuato a combattere. Era nato per quello, in fondo.

Una folata di vento gelido lo investì e gli entrò nelle ossa. Doveva trovare un posto per dormire. Solo uno sciocco avrebbe pensato di scalare la montagna in piena notte. Sarebbe morto congelato.

Si mise a circumnavigare il Monte Keyta. Era una montagna quasi completamente rocciosa, con poche forme di vita, e, soprattutto, era molto vecchia. Doveva essere stata erosa. Doveva per forza esserci una grotta. E aveva ragione.

Dopo dieci minuti di camminata vide un grosso buco nero sulla montagna. Finalmente una grotta. Un posto nel quale poteva ripararsi dal quel dannato vento gelido.

Entrò nella grotta con gran foga ma si pentì all'istante. Era buia, umida e faceva ancora più freddo di prima. Non c'era vento, questo era vero, ma non c'era modo di isolarsi da quel freddo pungente.

Doveva accendere un fuoco, solo così avrebbe potuto sopravvivere alla notte.

Vicino alla montagna c'erano dei piccoli boschi. Avrebbe potuto raccogliere i rami caduti e accendere un fuoco per riscaldarsi.

"Ora tu aspetta qua" fece al cavallo. Gli accarezzò il muso e poi la criniera. "Sarò qua quanto prima".

Il fuoco era così dannatamente caldo. Non si era reso conto di quanto fredde fossero le sue mani fino a quel momento.

Non era stato molto difficile accenderlo. Glielo avevano insegnato alla scuola militare. Qualsiasi soldato doveva saper accendere un buon fuoco.

All'interno del bosco non aveva trovato solo legno ma anche un po' di cibo. Solo frutta. Niente selvaggina in un posto del genere.

More, bacche e un frutto strano rotondo di colore giallo. Non lo aveva mai mangiato prima di allora, ma aveva un sapore dolce e delicato.

Una volta finito di mangiare quella magra cena si rannicchiò attorno al fuoco. Sentiva tanto freddo, e non riusciva a smettere di tremare.

Ad un tratto, sentì qualcosa di caloroso dietro di lui. Si girò e vide che lo Shayl si era steso per terra dietro la sua schiena per fargli calore.

Il suo manto era così caldo. Il freddo non poteva niente contro un animale divino.

"Grazie" sapeva che i cavalli dormivano in piedi, ma quello era disposto a stendersi per far caldo a lui.

Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora