Glaphyra era appoggiata al petto di Dioniso. Le sembrava strano stare vicino a un maschio. Non era abituata, soprattutto quando l'uomo in questione era Dioniso.
In quel momento il dio stava dormendo nel suo letto.
La dea si girò tenendo le braccia lungo i fianchi, doveva ancora abituarsi a quella nuova situazione. Stava dando le spalle a Dioniso.
Lui, come a leggerle nel pensiero, la circondò con le braccia e la strinse contro di sé. Non poteva permettersi che scappasse.
Glaphyra rimase immobile mentre lui le stampava un bacio sulla nuca.
Dopo quel contatto, sorrise, si stava prendendo cura di lui come se fosse la cosa a cui tenesse di più all'Olimpo. Mai avrebbe pensato che un uomo potesse trattare una donna così.
Era contenta di come era arrivata a quel punto.
Lei si trovava seduta su una panchina in marmo nel giardino. Era notte e aveva voglia di rimanere da sola. Stava osservando le stelle parlando tra sé e sé ad alta voce.
"E' strano, sai... Melissa non ha ancora capito cos'è successo e credo sia meglio per lei. Magari anche io potessi non capire" disse guardando in alto. Le stelle erano particolarmente luminose anche se qualche nube girovagava nel cielo.
"Sì! Lo so che mi diresti di non pensarci troppo, che tu sei sempre accanto a me e mi tieni d'occhio. Il problema è che tu non puoi darmi dei consigli, non puoi più dirmi cosa fare. Non potrò mai chiederti con quale vestito sarebbe meglio andare ad una festa, anche se probabilmente mi risponderesti di mettermi un sacchetto della spazzatura per non essere invasa da maschi. Non potrai consolarmi mentre soffrirò per qualche stupido che mi ha lasciato, anche se sarebbe difficile. Non potrai accompagnarmi al mio concerto preferito. Non potrai portarmi all'altare se mai trovassi qualcuno degno di starmi accanto. Mi sento persa. Ti avevo appena ritrovato e adesso ti ho perso di nuovo. Sei arrivato come la neve, leggera, candida e bellissima, ma poi è spuntato il sole e ti sei sciolto. La cosa peggiore, però, è che io sono stata quel sole." una lacrima le percorse la guancia ma subito afferrò la manica e se l'asciugò.
"Non sto piangendo" continuò a parlare Glaphyra tirando su con il naso: "Io non posso piangere, io devo essere forte. Non sono debole. Devo prendermi cura di Melissa e di Persefone, perché sì, tua moglie sta male quanto me. Io rischio di scoppiare e nessuno sta cercando di impedirlo"
Il suo sguardo rimase puntato sulle stelle, aveva sempre pensato che le stelle fossero delle anime pure che erano riuscite ad uscire dagli Inferi. Magari tra quelle c'era anche suo padre.
"Papà, io ti voglio un Olimpo di bene, spero che tu stia bene in qualsiasi posto ti trovi e spero che non ce l'avrai con me per quello che..." i singhiozzi presero il sopravvento sulle parole: "...quello...che...ho...f-fatto" non riuscì più a trattenersi. Scoppiò a piangere. Era inutile mentire a sé stessa. Lui le mancava e lei era sempre triste, non riusciva più a sorridere.
Nel frattempo, alle spalle di Glaphyra si stava avvicinando un ragazzo biondo. Aveva intenzione di portare Melissa nel parco, ma appena passato aveva visto la dea da sola. Stava parlando da sola e quello faceva ridere Dioniso. Quella ragazzina l'aveva sempre attratto. Non si era mai fissato così tanto con una ragazza e quello lo rendeva inquieto. Lei non era una ragazza chissà quanto bella, di sicuro ne erano passate di più carine tra le sue braccia. Però Glaphyra era diversa dalle solite donne. Era piccola ma allo stesso tempo grande, riusciva a fare la ragazza matura e subito dopo si trasformava nella bambina testarda che faceva rimpiangere la compagnia di Melissa.
Era una ragazza fantastica e non riusciva a togliersela dalla testa.
Si avvicinò alla dea lentamente, non aveva intenzione di spaventarla, voleva solo vedere come stava. La sentiva singhiozzare e quello lo preoccupava.
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La Madre Dell'Olimpo
Fantasy¡La continuazione de "La Figlia Degli Inferi"¡ Non tutto quello in cui credi è giusto. Ecco una frase che Glaphyra conosce bene e che non riesce a togliersi dalla testa. Probabilmente perché se ne fosse stata a conoscenza prima, niente di tutto ciò...