Capitolo 8

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I passi e le urla che sentivo arrivare dalla casa facevano solo parte del piano, un gruppo di persone, di sicuro avvisate da Plaisir, avrebbero visto quella scena e la colpa sarebbe naturalmente ricaduta su Harminius.
Questi sembrò svegliarsi al rumore dei passi e si fiondò verso di me, con un vigore incredibile mi prese per il vestito:

"Mikael devi assolutamente scappare, tu non hai colpa di questo, ho sbagliato e devo pagare per la mia colpa... ma tu devi fuggire!"

la via di fuga non era difficile da trovare, la finestra affacciava verso la strada e ci trovavamo a soli pochi metri da terra, ma non avevo intenzione di lasciarlo:

"Harminius abbiamo una spada, possiamo difenderci.."

"E uccidere quelle povere persone?
No Mikael, non è questo che ti ho insegnato in questi anni, vai adesso e rendimi fiero di te."
con una forza incredibile mi sentì lanciare verso la finestra e adesso ne sono ancora più sicuro mi sembrò di vedere Harminius sorridere ma con gli occhi resi lucidi dalle lacrime.
Dopo aver rotto la finestra caddi sulla strada, appena toccai terra sentii una fitta lancinante, mi ero rotto un braccio, ma questo era nulla, dalla finestra sentivo delle urla.
Era stato preso e chissà a cosa sarebbe dovuto andare incontro adesso, non mi potevo disperare, mi sollevai e cominciai a correre verso casa, sarei andato lì a prendere la mia spada, e avrei salvato la vita del mio maestro a qualunque costo.
La strada mi sembrò interminabile e il tempo infinito, ad ogni passo il braccio mandava lampi di dolore, e la vista cominciava a farsi appannata, ma dovevo resistere, il pensiero di Harminius maltrattato come se fosse un criminale e quel bastardo di Plaisir in libertà mi donava nuove forze.
Aprii la porta di casa e mi lanciai verso le scale.
Già il mio pensiero mi vedeva proiettato sui primi scalini, ma in realtà mi trovavo per terra, con il naso rotto e la testa che pulsava, qualcosa mi aveva fatto cadere e avevo sbattuto il viso sulle scale.
Con un enorme sforzo mi voltai, avevo la vista appannata, non vedevo nulla, ma riconobbi chiaramente il viso di Plaisir che mi guardava ridendo e l'ometto che ci aveva accolto che felice muoveva il piede che mi aveva fatto cadere in quel modo, l'ultima cosa che vidi fu lo stivale di Plaisir alzarsi e colpirmi il viso, poi il buio.

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