Capitolo 2

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Il mio sguardo segue l'ondeggiare di quella vecchia altalena.
La stessa altalena sulla quale rivedo il fantasma di una bambina che sorride guardando suo nonno, seduto poco distante.

Lo obbligavo ad accompagnarmi in quel parco, troppo poco vissuto, solo per sentire il vento accarezzarmi i capelli ogni volta che l'altalena mi portava in alto.
E allora mio nonno diceva:"Un giorno, quando sarai grande, sentirai sempre questa sensazione. Quella di volare in alto."

Ma non voglio volare da sola nonno.

Mi siedo sulla superficie fredda della giostra e accompagno i miei movimenti con delle leggere spinte.
Ora mi sembra di non sentire neanche il vento.
Sento solo il suono sordo di una carezza. Quell'ultima carezza mai ricevuta.

Con due bicchieri fumanti vedo entrare Michael, e so che lui ha già capito il motivo per il quale sono qui.
In questo stesso parchetto lo incontrai la prima volta, da bambini.
Il nonno gli si avvicinò vedendolo triste e disse:"Mi sai dire il motivo di questo faccino?"
E Mike con la sua voce squillante, come solo quella di un bambino di otto anni poteva essere, rispose:"Non ho nessuno che gioca con me!"
Mio nonno lo portò vicino a me e gli disse che saremmo potuti diventare amici. Lui rispose solo:"È proprio bella"

Solo a ripensare a quel giorno mi sembra di risentire la fragorosa risata del nonno.
Michael gli era piaciuto da subito.
Ed anche a me.

Il mio migliore amico si avvicina e mi accorgo solo ora che devono essere passati vari minuti da quando è arrivato.
Mi allunga la mano per passarmi il mio caffè.
Macchiato, come piace a me.

Mi conosce fin troppo bene.
Tanto da dirmi:-Pensarci non diminuirá la mancanza. Ma lui è qui! E ti assicuro che vorrebbe essere ricordato con un sorriso, non con delle lacrime.-
Solo allora sento le mie labbra curvarsi verso l'alto.
-Raccontami una storia-
-Cosa?- chiede confuso dopo essersi seduto sull'altalena accanto la mia.
-Solo...raccontami una storia...-
Al che prende le mie mani e mi conduce fino ad una panchina, dove mi fa sedere sulle sue gambe accarezzandomi la schiena.
-Vediamo...Non ricordo molte storie oltre quelle che ti piacevano da bambina...quindi scusa ma sarò ripetitivo-
-Sei sempre ripetitivo Mike, non cambierebbe nulla- noto il suo volto assumere un'espressione ferita mentre sorridendo mi immobilizza e mi fa il solletico sui fianchi.
Sento delle lacrime dalle troppe risate che stanno per uscire dagli occhi.
Sono le prime lacrime di gioia dopo l'addio del nonno.
-La vuoi sentire ancora quella storia?- domanda mantenendomi delicatamente i polsi.
Lentamente annuisco e prontamente lui risponde:-Quindi zitta e non dire mai più che sono ripetitivo!- si finge arrabbiato ma noto l'ombra di un sorriso trattenuto sulle sue labbra.
-Ma lo sei!- scoppio in una risata, che viene subito fermata dalla sua mano che si poggia sulla mia bocca.
-Allora...c'era una volta...-
-Sei banale dai!-
-Okay non ti interrompo più scusa- sorrido continuando, dopo aver notato la sua faccia scocciata.
E allora sento la storia che ha deciso di raccontarmi e penso che forse sia meglio costruire la mia di storia.
Siamo restati su quella panchina finché il sole non ha deciso di andare via per lasciar spazio al buio della notte.

Davanti la porta di casa mia non c'è alcun imbarazzo quando gli domando se volesse restare a dormire con me.
Lui è il mio Michael! Con lui è tutto normale.
-Non voglio rovinare una giornata come questa con i pensieri che potrei avere...- ammetto.
-Non devi darmi spiegazioni J. Ovvio che resto. Spero sia pronta per restare sveglia tutta la notte!-
-È una sfida per caso? Ci sto!- affermo allegra entrando in casa e seguita presto da lui.

La mia camera sembra aver  riacquistato armonia con tutte le risate di questa sera.
Poi arriva il cuore della notte. Quel momento in cui i pensieri sono troppi per chiudere gli occhi eppure bisogna farlo per prepararsi al giorno successivo.

-Mike?- lo chiamo, vedendo poi il suo volto girarsi verso il mio.
-Dimmi Jay-
-Ricordi quando da piccoli ci raccontavamo i nostri sogni?-
-Ovvio. Io volevo essere un supereroe e tu una ballerina- racconta con un sorriso nostalgico.
Sembrava tutto così semplice allora.
-Ora qual'è il tuo sogno Mikey?-
-Vorrei avere la certezza che ora, come fra dieci anni, io e te staremo insieme. Non importa in quale forma. Ma, qualsiasi cosa mi riservi il futuro, voglio che tu ci sia.-
-Troppo dolce? È solo quello che penso- continua con una risata vedendo che non ho risposto.
-È un po' dolce, ma anche io voglio lo stesso. Desidero essere felice e nella mia felicità ci sei tu Mike- ammetto stringendogli la mano.

E così tra un segreto e uno sguardo ci addormentiamo.

Con la mia mano nella sua.

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