Quel minimo movimento mi procurava ancora un inatteso senso di paura, ma soltanto quando non sapevo chi era alla porta e, cosa non meno importante, quando mi trovavo in un ospedale alla mercé di chiunque potesse entrare e uscire dalla mia stanza.
Cercai di tranquillizzarmi dicendomi che era solo un' infermiera e che lui non c'era più, che non poteva più farmi del male, ma non ero mai più stata tranquilla da tre anni a quella parte.
E se prima gli ospedali riuscivo a tollerarli a malapena, dopo quel tragico evento che aveva cambiato la mia vita per sempre, non riuscivo a sopportarne neanche la vista.
Ero consapevole che doverne passare qualche ora per me era un tormento, dover stare lì dentro giorni, invece, non era altro che un vero supplizio.
"Sembra che stia dormendo forse dovremmo tornare in un altro momento..." Sussurrò una voce insolitamente familiare.
"No, voglio sedermi qui finché non si sarà svegliata." Sussurrò di rimando un' altra voce, la stessa voce che era impressa nella mia testa.
La stessa che risuonava nella mia testa da quando mi ero svegliata.
"Ne sei sicuro Ben?" Era stata la domanda successiva.
"Si" sussurrò il ragazzo di nome Ben.
Sentii prima i loro passi avvicinarsi e poi le due sedie ai lati del mio letto fare uno strano rumore sotto il peso dei loro corpi dopo che si furono seduti.
Nessuno dei due all'inizio aveva aperto bocca poi fu il ragazzo con il ciuffo biondo a parlare.
"Ha avuto un gran bel coraggio non credi? Se non fosse stato per lei a quest'ora staremmo tutti a piangere mia nipote." Furono le sue parole, sembrava che una strana emozione gli avesse incrinato la voce.
"Si, è vero. Non tutti ne sarebbero stati capaci ma saremmo dovuti stare tutti più attenti." Fu la risposta di Ben seguita da un sospiro.
Sembrava che entrambi si sentissero in colpa per ciò che era accaduto.
Forse avrebbero dovuto fare più attenzione, ma non li incolpavo per questo, non ero arrabbiata con nessuno.
Nonostante fossi costretta in un letto d'ospedale, tornando indietro avrei fatto esattamente la stessa identica cosa.
Dio mi aveva dato la forza e il coraggio necessari a salvare la vita a quella bambina e poco mi importavano le mie condizioni.
Sentii un altro respiro e fu a quel punto che decisi di aprire gli occhi.
Li guardai, ma nessuno dei due stava prestando attenzione a me.
Il ragazzo col ciuffo biondo guardava per terra rassegnato e si teneva la testa tra le mani come se avesse voluto rimuovere quegli istanti di paura dalla sua mente.
Era un bel ragazzo e riuscivo a ricordare lievemente che aveva gli occhi azzurri molto simili a quella della bambina, anche se in quel momento non potevo vederli.
Il resto dei suoi capelli erano più scuri e indossava dei vestiti abbastanza casual per un ragazzo della sua età.
Dopo aver distolto lo sguardo da lui, guardai il ragazzo di nome Ben che, invece, guardava verso la finestra assorto in chissà quali pensieri.
Era anche lui un bel ragazzo, ma al contrario dell'altro ragazzo dal ciuffo biondo, aveva i capelli castani, una T-shirt di colore nero e un giubbotto di pelle dello stesso colore.
Sembrava il classico cattivo ragazzo o uno di quelli da copertina che una sempliciotta come me aveva sempre ritenuti irraggiungibili.
Richiusi gli occhi e, con un lieve gemito, finsi di svegliarmi in quel momento.
Mi guardai intorno fingendomi stranita.
"Buongiorno bella addormentata" mi aveva detto Ben dolcemente.
"Buongiorno eroina" mi aveva detto il ragazzo con il ciuffo biondo.
"Buongiorno a voi." Gli risposi guardando ora l'uno e ora l'altro.
"Come ti senti?" Mi chiesero contemporaneamente.
"Insopportabilmente debole e stanca." Risposi sospirando e guardando davanti a me.
"È normale dato che hai sbattuto la testa... Oltretutto sei stata sotto controllo per due giorni." Mi informò Ben.
"Okay... direi che sono stata qui dentro abbastanza. Devo andarmene." Dissi con una voce piatta.
"Non puoi senza il cons.." Stava dicendo il ragazzo con il ciuffo biondo di cui ancora, mi accorgevo, di non sapere il nome.
Sapevo che ci voleva il benedetto consenso del medico, ma non mi importava.
"Non mi interessa devo andarmene..." Lo interruppi chiudendo un attimo gli occhi.
Mi era preso in capogiro mentre cercavo di alzarmi.
"Sei troppo debole..." Cercò di farmi ragionare Ben.
"Voi non potete capire..io.." Come potevo spiegargli la mia storia? Perché avrei dovuto farlo? Volevo soltanto andarmene senza dover dare delle spiegazioni in ospedale.
"Tu cosa?" Mi chiese Ciuffo Biondo mentre diverse immagini mi riempivano la testa.
"Io non posso stare qui." Dissi loro semplicemente sperando che capissero.
"che cosa ti preoccupa?" Mi chiese Ben.
Perché era così dolce con me?
Nemmeno mi conosceva.
Eppure alcune delle sue parole dopo che aveva affermato che l'ambulanza sarebbe arrivata poco dopo, mi risuonavano ancora per la testa senza trovare alcuna via di fuga.
"Tranquilla Andrà tutto bene. Non aver paura. Non mollare. Non sarai sola. Io rimango qui con te." mi ero chiesta perché uno sconosciuto mi rivolgeva quelle parole.
E ancora non avevo ricevuto una risposta degna di questo nome.
Non riuscivo a rispondere a quella domanda poiché troppe erano le cose che mi preoccupavano, come facevo a spiegar loro ciò che mi frullava per la testa?
"Andrà tutto bene." Era di nuovo la voce rassicurante di Ben.
Forse sì, forse sarebbe andato tutto bene.
Me ne ero quasi convinta quando dopo un lieve bussare, da quella porta entrò l'ultima persona al mondo che avrei voluto mai rivedere.
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Ciao a tutti:') ecco un nuovo capitolo se vi va fatemi sapere cosa ne pensate. In realtà avrei dovuto aggiornare stasera o domani, ma volevo aggiornare adesso. Un abbraccio. ❤
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//Tutti i miei problemi// Benjamin mascolo//❤
FanficTutti abbiamo storie nascoste nei meandri del nostro passato, storie,episodi che cerchiamo di dimenticare o quanto meno di non ricordare piú. Lei, Amy, é una ragazza decisa a vivere la sua vita, nonostante soltanto tre anni prima aveva vissuto un es...