Quel posto le faceva schifo. Non sapeva nemmeno perché diavolo ci era venuta.
Molti le avevano detto che era un locale dove ci si divertiva molto ma doveva aspettarselo, aveva parlato solo con uomini. E nessun uomo avrebbe potuto resistere al fetore di birra di quel posto e alle sue cameriere scollate che passavano più tempo a scoparsi i clienti che servire ai tavoli.
Proprio in quel momento una cameriera si avvicinò al suo tavolo con un piccolo bicchiere di legno in mano.
"Questo è per te" poggiò il bicchiere sul tavolo con un sorriso a trentadue dente.
"Non l'ho ordinato" ripose lei brusca.
"Lo so, te lo offre quel fusto là" disse la cameriera continuando a sorridere e ammiccando con l'occhio destro e indicando qualcuno con il dito.
Lei si girò a guardare. Al bancone era seduto un giovanotto di una trentina d'anni, con un caschetto ramato, delle folte sopracciglia e occhi verdi come un prato d'estate. Seduto vicino a lui c'era un uomo molto più anziano, grasso, peloso e sicuramente ubriaco.
Non appena si girò, il ragazzo le fece l'occhiolino e il vecchio le sorrise.
"È il miglior rum che abbiamo. Io fossi in te ci penserei" squittì.
"Va' via" le disse gelidamente.
Odiava quelle sgualdrine. Si sarebbero vendute a chiunque purché avesse un po' di soldi. Le odiava quelle come lei. Donne che non avrebbero mai combinato nulla nella loro vita. Che pensavano solo al loro aspetto fisico senza interessarsi dei veri problemi di quel mondo, o di come uscire da quella vita da schifo.
Lei non era mai stata come loro e non lo sarebbe mai diventata. Neanche per il miglior rum sul mercato.
Prese il bicchiere tra le mani e si alzò, lasciando più della metà del pasto che aveva ordinato. Stufato di agnello, dicevano ma la carne non aveva il sapore di agnello. Lei lo aveva mangiato il vero agnello, più volte. Sapeva che sapore aveva, se lo ricordava ancora, dopo tutto quel tempo.
Arrivò al bancone e sbatté il bicchiere di fronte al fusto.
"Vedo che non hai apprezzato" disse lui con tono sprezzante.
Odiava le persone che si davano tante arie. I suoi genitori le avevano sempre insegnato a non vantarsi, ad essere gentile e cortese con tutti. Niente a che vedere con l'educazione che aveva ricevuto quel ragazzo.
"No. E ti do un consiglio, se non vuoi farti male, sta' alla larga da me".
"Farmi male? E forse una minaccia?"
"Sì" urlò lei. Quel ragazzo era così vanitoso. Dio, avrebbe voluto dargli un pugno e rovinargli quel sorriso beffardo. "Le tue tecniche possono funzionare con una cameriera di questo squallido posto, ma non con me. Non sono una puttana".
"Ehi, ehi, ehi" fece il vecchietto accanto a lui. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò a lei barcollando. Era ubriaco fradicio, riusciva a sentire la puzza di alcol provenire dalla sua bocca. "Hai la minima idea di chi sia questo ragazzo, puttanella?"
Lei lo guardò, non aveva la minima idea di chi fosse e non le importava minimamente. Non sarebbe mai andata a letto con lui.
"Può anche essere il principe in persona, non mi importa. Trovasse qualcuno altro con cui divertirsi. Se è davvero così ricco non sarà di certo un problema per lui".
Si girò per andare via ma una mano la prese e la spinse indietro.
"Tu non vai da nessuna parte". Il vecchio si avvicinò a lei come un leone alla sua preda. La sua puzza di alcol le faceva vomitare. "Conosco le ragazze come te. So di cosa hanno bisogno".
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Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)
FantasíaQuando Ivan accorre alle mura speranzoso di vedere il suo amato fratello Kurt dal ritorno della guerra non si aspetta di vedere con lui tanti prigionieri. Sperava che la guerra fosse finalmente terminata ma si sbaglia tanto. Il suo regno viene attac...