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Alcuni giorni sembra proprio che questo viale non finisca più. E' una giornata come tutte le altre, sto tornando a casa dal lavoro. Vivo in una zona residenziale dove la maggior parte delle persone è così ricca da poter stare a casa senza lavorare per i prossimi anni. La mia famiglia è una di quelle che non fa parte di questa schiera di persone. Stare qui è stato davvero come vincere al superenalotto. Mio nonno Roberto originario di una regione italiana è emigrato in America in cerca di fortuna ed ha incontrato la sua sposa, ovvero mia nonna Taylor. Insieme decisero di aprire un ristorante che proponesse soprattutto la cucina del paese di mio nonno e così aprirono il 'Paradise'. Spaccò da subito! Beh, ebbero una figlia, ovvero mia mamma Eva. Che dopo la morte dei genitori fu la sfortunata a dover portare avanti questo benedetto ristorante e nel frattempo badare a due bambini, cioè me e mio fratello maggiore Andrew ... Povera donna! Entrai in casa, come sempre posai le chiavi sul marmo accanto all'entrata e mi diressi in cucina sicura che avrei trovato Ava, la nostra fantastica domestica. La trovai subito, era girata di spalla, sicuramente stava preparando qualcosa per cena. "Chica, todo bien?" Era originaria dell'America latina perciò in alcune occasioni mi deliziava della sua lingua madre. Io apprezzavo molto, era una cosa che mi legava a lei sempre di più. "Ciao Ava, tutto bene." Mi avvicinai a lei e le diedi un tenero bacio sulla guancia e andai a sedermi al tavolo per riposare qualche minuto le gambe. "Ha chiamato Drew. Ha detto che ha provato a cercarti ma avevi il cellulare staccato". Sbuffai. "Quante volte dovrò ripetergli che quando lavoro spengo il cellulare. Mah, avrà sicuramente da dirmi un'altra delle sue scemenze". Ava, smise subito di fare quello che stava facendo e mi guardò con uno sguardo materno, "Sophia, prova a comprendere tuo fratello. Ha bisogno di sentirti. Siete lontani chilometri e non è facile per lui. Ti ha sempre avuto con sé". Ava, come sempre aveva ragione. Io e mio fratello Drew eravamo inseparabili. Fin da bambina mi portava con lui ovunque andava, mi proteggeva, mi consolava. Era il mio migliore amico. La distanza del college ci ha separati drasticamente e soprattutto lui, non vede questa distanza di buon cuore.

"Andrò a richiamarlo più tardi." Sbuffai.

Ava mi guardò per alcuni minuti e dopo annuì. "Chica, non fare finta che per te sia facile."

E di nuovo aveva maledettamente ragione. Sapere mi fratello dall'altra parte del paese e non poterlo avere accanto era davvero angosciante, ma avevo provato a farci l'abitudine ed ero comunque sopravvissuta. Poi lui non era solo. Aveva Cameron con lui. Il suo migliore amico. Il nostro vicino di casa sexy. Neanche ricordo il giorno in cui arrivò qui, ero sicuramente troppo piccola. Ha una famiglia strana e lui non si distingue, anzi. E' quello più strano di tutti e forse proprio per questo io, Drew e Cam animavamo il paese. Eravamo il trio indiscusso. Poi crescemmo e restarono le risate e la voglia di fare oltre al mio sentimento per Cam. Questo nacque dal suo modo di porsi. Era sempre protettivo, gentile, simpatico, ma non ha mai dimostrato attrazione o un minimo di sentimento che vada oltre all'amicizia nei miei confronti. Il mio è un piccolo amore segreto e rimarrà sempre tale. Mi alzai e mi recai in camera. Presi il cordless e composi il numero di mio fratello che ormai sapevo a memoria. L'appoggiai all'orecchio e aspettai. Dopo tre squilli, finalmente sentii la voce del mio adorato fratellone. "Pronto?".

"Hey, Drew, neanche mi riconosci".

"Sophia. Qual buon vento ti porta a chiamarmi." Sentii qualcuno ridacchiare in sottofondo.

Sbuffai. "Apprezza. Allora, mi hanno detto che mi cercavi".

"Esatto. La prossima volta sarebbe gradita una tua risposta".

"Stavo lavorando."

"Beh scusa. Volevo solo dirti che tra una settimana tornerò a casa."

Rimasi di sasso. Tra una settimana? Era già finito il semestre? Sembrava ieri che fosse partito dopo le vacanze di Natale. Anzi, fossero partiti. Con lui c'era anche Cam. E avevamo passato delle vacanze meravigliose ... Anche quelle erano terminate troppo velocemente. Tornai con la mente al presente e cercai di non far trasparire quanto mi mancasse. "Ottimo. Io sarò qui ad aspettarti. Mica scappo". Lui ridacchiò. "C'è anche Cam che vuole darti un saluto". Ed in un attimo mi sentì mancare il terreno da sotto i piedi. Erano proprio brutti gli effetti dell'amore. Passarono pochi secondi e sentii la voce sensuale di Cam. Volevo gridare dall'emozione.

"Hey bimba, tutto bene?"

Annuii, ma dopo mi resi conto che lui non poteva vedermi e allora cercai di balbettare un misero "S-sì". Lui parve sorridere. "Bene. Allora preparati perché stiamo per tornare e trascorrere la miglior estate di sempre". Li sentii ridacchiare entrambi e riattaccare. Mi aggrappai a quelle parole. Quanto mi mancavano quei due. Così mi sdraiai a pancia in su, sul mio letto e pensai a tutto quello che avevamo combinato in questi meravigliosi anni. Sarebbe stata la miglior estate di sempre, come dicevamo ogni fottutissimo anno. Mi misi le mani sul viso e scoppiai in una fragorosa risata. Sarebbe stata anche questa ma migliore.


Il migliore amico di mio fratello.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora