20. Alla ricerca della stronza.

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«Vuoi dirmi che tu e il mio ragazzo farete una vacanza e non mi avete invitata?» dice Beverly palesemente offesa incrociando le braccia al petto. Ormai neanche l'ascolto più, sono ore che ripete le stesse cose, mentre sto cercando di radunare le cose che mi servono per tornare a casa per circa una settimana. Spero di rimanerci il meno possibile, il tempo di firmare alcune carte e pagare la cauzione e me ne vado, sta volta per sempre. Non ho avuto il coraggio di dirlo a nessuno, neanche Ver lo sa, diciamo che non è una situazione facile per me, insomma nessuna ragazza amerebbe dire che sua madre è una spacciatrice professionista, no?
Jacob mi sta aspettando con l'auto già accesa, e se non mi sbrigo a trovare una scusa valida per la mia compagna di stanza finirà che scoppierò a piangere, e non è un bello spettacolo, fidatevi. Chiudo la valigia sospirando. Sono fatta così, piango per qualsiasi cosa, perfino quando sono arrabbiata, non ci riesco a trattenere le lacrime, è più forte di me, mi fanno sembrare ancora più debole di quello che già sono, e odio questa caratteristica di me.
«Ver, è un piccolo viaggio di famiglia, andiamo solo a trovare i nostri genitori, e se anche tu e Jacob adesso state insieme non significa che..dovete stare sempre insieme.» alza un sopracciglio abbracciandomi.
«Mi mancherai, amica!» sorrido per un instante ricambiando l'abbraccio.
«Anche a me, scema.»
Esco dalla stanza affrettandomi a raggiungere Jacob. Entro dentro l'auto beandomi del suo odore inconfondibile mentre parte in tutta velocità.
Sta in silenzio, sa che ho solo bisogno di non sentire nessuno per un paio d'ore, sa che devo riflettere su cosa fare e come riuscire a convivere ancora una volta con questa situazione. Ripeto, non è la prima volta che succede, ma stavolta mi sembravo così vicina ad una vera e propria mamma, sorrideva, pensava a me e mi chiamava almeno una volta a settimana, mi chiedeva come stavo e sembrava gli interessasse veramente, ma erano solo bugie, lei è una bugia immensa, non si sa mai quando dice la verità e quando invece mente, nessuno ormai gli crede più, e è così pietosa la situazione che vorrei sputargli in faccia e voltargli le spalle, ma non posso farlo, è mia madre e le voglio bene, nonostante tutto.
«Stai bene?» la sua mano sale e scende sulla mia coscia, mentre i suoi occhi saettano dalla mia faccia alla strada nel giro di pochi secondi. Solo ora mi accorgo che sto piangendo e mi affretto ad annuire cercando di sorridere. «So che non stai bene, Blair!» sbuffa. Roteo gli occhi guardando fuori dal finestrino.
«Allora perché me lo chiedi?» sussurro non reggendo il suo sguardo fisso su di me. Mi conosce, sa che non ne voglio parlare, sa che me ne vergogno, eppure continua a insistere su questo argomento. «Ti prego, possiamo non parlarne?»
«Blair, non devi vergognarti, non è colpa tua. Lo sai.» sbuffo quando altre lacrime minacciano di uscire dai miei occhi.
«C-cosa dovrei fare? Eh Jacob? Dovrei riderci? Dovrebbe divertirmi questa situazione?» sbotto in preda al panico. «Non puoi capire, fortunatamente non hai mai provato cosa significa vivere completamente senza la tua famiglia, perciò taci.» so che anche lui ha avuto i suoi problemi, ma sicuramente ha avuto i genitori e le sorelle vicini anche nel suo periodo buio. Io non ho mai avuto nessuno, solo e soltanto lui.
La sua mano si ferma sulla mia coscia mentre continua a guidare in silenzio, completamente spiazzato dalla mia affermazione.

Il viaggio continua senza aggiungere parola, arriviamo al carcere di Raleigh ben presto. Quel posto già lo conoscevo bene, c'ero già stata, e nonostante me ne vergognassi, conoscevo perfino alcune guardie, Bruce e Toni.

«NO! SEI TU IL PROBLEMA! CONTINUI A METTERTI NEI CASINI NEANCHE AVESSI 18 FOTTUTI ANNI, E TI ASPETTI CHE OGNI VOLTA TUA FIGLIA TI SALVI IL CULO!» ormai Jacob sta urlando contro a mia madre da non so quanto tempo, e lei continua a ribattergli contro, ritenendo pure di avere ragione.
«Jacob, basta. Per favore, aspettami fuori.» indico la porta mentre guardo mia madre con disgusto.
«No, non ho intenzione di andarmene. Non ho ancora finito!» sbotta. «TU NON SAI QUELLO CHE LEI HA PASSATO DALLA PRIMA VOLTA CHE TE NE SEI ANDATA! NON SAI QUANTO ERA SOLA A QUINDICI ANNI, NON SAI QUANTO ERA DIFFICILE PER LEI FIDARSI DELLE PERSONE, ed è colpa tua, per lei era come se voi, i loro genitori, l'aveste abbandonata, era convinta di essere odiata da tutti. TU NON C'ERI QUANDO IL SUO RAGAZZO L'HA TRADITA, era fottutamente disperata, era completamente a pezzi, e sono stato IO e soltanto io a consolarla e a farla alzare dal letto che era praticamente diventato il suo migliore amico, TU NON C'ERI QUANDO NON RIUSCIVA NEANCHE A PASSARE UN TEST A SCUOLA, TU NON C'ERI QUANDO È STATA QUASI STUPRATA AD UNA FESTA, QUANDO È RIMASTA CHIUSA IN ASCENSORE PER ORE INTERE, QUANDO HA PICCHIATO LA TESTA TALMENTE FORTE DA STARE IN OSPEDALE PER CINQUE GIORNO, QUANDO SI È DIPLOMATA, QUANDO HA TROVATO IL VERO AMORE, E QUANDO QUESTO L'HA DISTRUTTA, NON SAI LE SUE PAURE, NON SAI I SUOI PREGI, NON SAI IL SUO PIATTO PREFERITO, tu non puoi neanche essere definita una madre, hai solamente pensato a te stessa per tutto il tempo, e adesso non puoi neanche minimamente pensare che lei perdoni tutte le tue cazzate, perché non è fottutamente possibile che tu sia dispiaciuta per tutto, lo eri anche cinque mesi fa, lo eri perfino quando abbiamo iniziato il college, e adesso guardati, ancora con questa tuta arancione addosso, ancora dentro questo posto di merda sempre per la stessa fottutissima cosa!»
«Voglio soltanto rincominciare.» è l'unica cosa che dice, con le lacrime agli occhi e la testa leggermente inclinata verso il basso. Anche io ho i lucciconi agli occhi, ma voglio dimostrarmi sicura di me, e non debole come sempre sono.
«No, tu non vuoi ricominciare, vuoi che ti paghiamo la tua fottutissima cauzione del cazzo!»
«Ti prego, Blair.» mi guarda dritta negli occhi. «So di non essere un gran che, ma ti prometto che posso cambiare, recupererò il tempo perso e..magari potremmo creare qual rapporto che tra noi non si è mai creato. Blair, aiutami.»

My bad best friendDove le storie prendono vita. Scoprilo ora