I'm sorry, Liu...

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Oke, ritorno su Wattpad con questa OS.
Premetto che io vedo Jeff in un altro modo da come lo possono vedere altre/i.
E da come si può leggere, ho scelto la versione più "vecchia" di Jeff, e non quella del 2015. Inoltre in questa OS l'incidente con Randy & Co è successo quando Jeff aveva 15 anni, dato che l'età non si sa qual'è, dato che qualcuno dice 13 anni, altri 16/17.
Comunque...
Spero vi piaccia...

Camminava a passo lento lungo quella stradina di sassi vicino al bosco, con le mani dentro alle grandi tasche della sua felpa bianca. Sul suo viso, oltre al profondo taglio che sembrava un sorriso, si poteva vedere una smorfia - o meglio, un brocio. Le sue sopracciglia - o almeno quanto gli era rimasto delle sopracciglia - erano leggermente incurvate. Jeff sapeva bene perché. Stava ritornando in quel posto, dove tutto era iniziato. Dove aveva picchiato quei tre ragazzi. Dove aveva ucciso i suoi genitori. Dove aveva ucciso suo fratello... Al pensiero si morse il labbro, per trattenere qualche lacrima. Non si pentiva di nulla. Solo di... Si tirò i capelli, imponendosi di non pensarci più. «Jeff, lui è morto. Non devi pentirti dei morti.» si disse tra sé e sé. Iniziò ad intravedere una casetta familiare in un vicinato. Era sicuro che nessuno ci abitasse, chi avrebbe voluto abitare in una casa dove un ragazzino di 15 anni aveva ucciso l'intera famiglia? Ormai erano pure passati due anni. Ritirò tutto ciò quando vide in lontananza qualcuno entrarci. Ghignò, dicendosi «e anche stanotte abbiamo qualcuno da mandare a dormire», per poi prendere dal fodero che teneva sui jeans il suo "amato" coltello da cucina e farlo roteare con la mano. Era notte fonda, quindi nessuno poteva né vederlo né sentirlo. Si stava avvicinando alla casa dove aveva ucciso la sua famiglia. Aprì lentamente la porta da fuori, per non fare troppo rumore e per non allarmare la persona che era dentro casa. Camminò - silenziosamente - per il salone, vedendo di schiena quella persona, che stava fissando una vecchia foto della famiglia Woods incorniciata sul muro, che ritraeva il padre, la madre e i due figli. Lo sentì sospirare e abbassare il capo. Anche Jeff si soffermò su quel quadro, senza farsi però sentire. Si soffermò soprattutto su suo fratello, l'unica persona che gli mancava veramente. Scosse leggermente la testa. Si ricordò che la sua prossima vittima era esattamente davanti a lui girato di spalle, e che non si era ancora accorto della sua presenza. Jeff allora alzò il coltello, con l'intento di prendere per la gola il ragazzo e tagliargli il collo. Poi però, il ragazzo si girò verso Jeff. Quando il killer vide chi era veramente quel ragazzo, gli si gelò il sangue. Poté riconoscere subito quegli occhi verdi - quasi lucenti -, quell'espressione leggermente impaurita e quei piccoli ciuffi marroni che cadevano sul viso. Il coltello che prima teneva in mano cadde al suolo con un piccolo rumore metallico. Liu seguì con gli occhi il coltello, per poi guardare il fratello. I suoi occhi stavano viaggiando per notare tutti i dettagli di Jeff. Era cambiato molto da due anni prima. I suoi capelli neri erano ormai lunghi da metà schiena, i suoi occhi - come già sapeva - non erano più azzurri come qualche anno prima, ma erano bianchi. La sua felpa bianca era ormai piena di sangue di tutte le povere persone morte a causa sua. Liu prese un respiro forte, chiudendo gli occhi, e convincersi che quello era solo un sogno. Ma dopo qualche secondo, quando li riaprì, Jeff era ancora davanti a lui. Il castano vide però delle piccole lacrime scendere lungo la guancia del fratello. In quel momento Liu ebbe una strana sensazione - o meglio, il misto di due sensazioni. Una parte di lui provava pietà, voleva abbracciare per una prima volta Jeff, e spendere tutto il tempo che aveva perso in quei 2 anni con lui. L'altra parte però provava odio e disprezzo, dopo tutte le sofferenze che gli aveva provocato. Ripensandoci, Liu in meno di un secondo scaraventò per terra il fratello ancora lacrimante. Prese il coltello di Jeff da terra e glielo puntò contro. Jeff intanto stava immobile per terra, guardando ancora incredulo il fratello. «L-Liu...» riuscì a dire il killer, con tono basso, guardando ancora il fratello. Il castano non sapeva come aveva avuto il coraggio di fare tutto ciò, sapeva solo che in quel momento non sapeva quello che faceva. Guardò negli occhi Jeff. Quegli occhi che gli avevano sottratto la famiglia, e gli avevano rovinato la vita. Solo che... Quegli occhi erano gli stessi che aveva sempre adorato, del fratello che aveva sempre stimato, che anni prima gli aveva fatto dire ˝voglio diventare come te˝, il fratello che lo aveva sempre difeso, con cui aveva sempre riso e con cui si era sempre confidato. A quel punto, il coltello gli cadde dalle mani, e i suoi occhi si riempirono di lacrime. «nonostante quanto io ti odi, quanto io voglia vendetta...» prese una pausa per asciugarsi le lacrime con la manica della giacca, «io non posso - non riesco ad ammazzarti». Fu in quel momento che Jeff, sentendo quelle parole, prese il coltello e lo porse al fratello, prendendolo per la lama. Liu rimase leggermente stupito e sul suo viso si poteva vedere un espressione che da sola chiedeva ˝perché?˝. Lentamente il killer si alzò in piedi, e disse abbassando lo sguardo «i-io ti ho rovinato la vita, ti ho portato via la famiglia, tutt-» venne interrotto dal fratello, e con un tono di rabbia disse «non parlo per me. Io dico per tutti quelli che hai ucciso e per tutti quelli a cui hai rubato i propri cari. Io non sono egoista quanto te.» disse velocemente, prendendolo per la felpa. Quando poi si rese conto di quello che aveva sparato, lo lasciò. «io... Non puoi capire quanti rimorsi ho, vero?» gli chiese Jeff, provando a restare calmo. Rimasero un po' in silenzio, ma poi questo venne rotto dalle risate improvvise di Jeff «tu ti ricordi di Randy? È lui che mi ha portato via la famiglia, la vita... Il mio intero futuro... Ma soprattutto te...» disse abbassando lo sguardo, continuando a piangere silenziosamente. Liu si avvicinò al fratello, e lentamente lo abbracciò. Jeff soffocò il pianto nella giacca di Liu, soffiando di tanto in tanto dei piccoli ˝mi dispiace˝. Il castano continuava a stringerlo dicendo leggeri ˝è tutto ok, sono qui ora˝ continuando ad accarezzargli la schiena. 

Oke, da come avete potuto leggere la mia "visione" di Jeff è ben diversa.
Avviso che probabilmente/forse scriverò un'altra OS sui Woods.
Soooo, alla prossima c:

I'm sorry, Liu... - OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora