Faceva un freddo cane. Non riusciva più a stare a quella quota. Voleva solo scendere e trovare un bel posto caldo dove passare la notte. Per seguire Kurt lungo il suo tragitto, aveva deciso di trasformarsi in un'aquila reale, uno dei pochi animali in grado di tenere testa ad uno Shayl. Idea ottima se non fosse stato per quel vento gelido che le entrava dentro le ossa.
Kurt entrò dentro la grotta e lei ne approfittò per scendere freneticamente in picchiata e assumere la sua forma normale. A terra si stava meglio, ma continuava a sentire freddo.
Aveva fame, aveva freddo ed era stanca morta. Non vedeva l'ora di finire quella diavolo di missione e tornare a casa sua, dove aveva un letto morbido, tre pasti caldi al giorno e spesse mura a proteggerla dalle intemperie. Se fosse stato per lei sarebbe già rientrata ma non poteva disubbidire ad un ordine della sua padrona. Lei le aveva detto che avrebbe dovuto seguire Kurt finché sarebbe stato necessario.
"E come farò a capire quando non sarà più necessario?" le aveva chiesto.
"Lo capirai".
Le sue risposte erano sempre così. Enigmatiche e coperte da un alone, anzi da un velo, uno spessissimo, di mistero. Nella sua testa frullava sempre qualcosa e se le aveva chiesto una cosa del genere significava che era davvero importante. Quel ragazzo doveva essere davvero speciale.
Perciò ora doveva solo stare lì, a guardarlo, finché non avrebbe capito che non era più necessario fare la spia. E così avrebbe fatto. Non voleva deludere la sua padrona, non di nuovo. Non voleva più ricevere le sue punizioni.
Istintivamente si portò la mano alla spalla. Lì, lì c'era un segno indelebile, che gli ricordava ogni volta perché doveva fare quel che la padrona le ordinava. Un marchio che sarebbe rimasto per sempre impresso sia sulla sua pelle che nella sua mente.
Si guardò la mano. Le dita erano già diventate viola per il freddo.
Vide un'ombra muoversi nella caverna. Era Kurt. Si stava dirigendo nel boschetto lì vicino. Doveva seguirlo. In una forma che non avrebbe destato sospetti.
Subito, divenne un lupetto bianco. Il freddo non divenne più un problema, la pelliccia del lupo la teneva al caldo. Aveva avuto un'idea brillante.
Raggiunse il ragazzo e non lo perse mai di vista, né mentre raccoglieva dei rami caduti, né mentre raccoglieva qualche frutto, né mentre tornava alla grotta.
Lui andò lì dentro, dal suo Shayl e accese un fuocherello, mentre lei si nascose dietro un albero lì vicino a morire di freddo mentre mangiava un paio di frutti che aveva raccolto nell'escursione con Kurt.
Pois si trasformò in un gufo, e si mise su un ramo. Se doveva essere vigile su Kurt anche la notte, quale miglior scelta se non l'uccello notturno per antonomasia?
Lo guardò addormentarsi vicino al suo cavallo e improvvisamente tutta la stanchezza crollò su di lei. Le palpebre iniziarono a chiudersi. Provò a sbattere gli occhi per restare in piedi ma non ci riusciva. Era troppo stanca, doveva riposare un paio d'ore.
La testa gli si buttò in avanti e vide tutto nero.
Sentì un uomo urlare e subito aprì gli occhi. Non era stato Kurt, quella non era la sua voce. Ma la situazione non era certo buona.
C'erano cinque uomini nella caverna, tutti vestiti di nero e armati fino ai denti. Erano Barbari. Aveva già avuto a che fare con loro anni addietro. Kurt era nei guai, fino al collo.
Sarebbe dovuto intervenire ma, così facendo, avrebbe rovinato la sua copertura e quello non sembrava il momento per venire allo scoperto. Gli uomini iniziarono a lottare, ma non erano neanche lontanamente al livello di Kurt. Il soldato di Aragon era forte, veloce, abile con la spada e rapido nell'organizzare dei piani d'attacco. In due minuti furono tutti e quattro al tappetto.
Che stupida che era stata, si era preoccupata per nulla. Stava per mandare in fumo la sua copertura per proteggere quel ragazzo che non aveva bisogno di essere protetto. Era abbastanza in gamba da potersela cavare da solo.
E poi...accadde l'incredibile. Kurt venne messo a terra.
Quel bastardo di un Barbaro! Lo aveva colpito alle spalle. Che mossa sleale. L'unica mossa che poteva farli vincere.
Ora Kurt era davvero in pericolo. Era da solo, circondata da quattro uomini che lo stavano per spellare vivo. Doveva intervenire.
La sua padrona si sarebbe sicuramente arrabbiata se si fosse rivelata a lui prima del tempo, ma si sarebbe a dir poco infuriata se lo avesse fatto morire. Era ormai pronta ad attaccare quando sentì uno dei Barbari, il più vecchio, urlare ai suoi compagni di fermarsi. Parlarono un po' e poi legarono Kurt.
Quando lui uscì la stava guardando attentamente e lei gli fece l'occhiolino. Sperava che lui avesse capito ma era difficile. Quando mai si era visto un gufo fare degli occhiolini.
I cinque uomini si diressero verso sud portando lo Shayl e trascinando Kurt. Lo stavano portando al loro accampamento. Lei li avrebbe seguiti e, se fosse stato necessario, sarebbe intervenuta questa volta.
Ritornò un'aquila reale e spiccò il volo, ma questa volta non sentì freddo.
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Il Soldato di Aragon (#Wattys2017)
FantasiaQuando Ivan accorre alle mura speranzoso di vedere il suo amato fratello Kurt dal ritorno della guerra non si aspetta di vedere con lui tanti prigionieri. Sperava che la guerra fosse finalmente terminata ma si sbaglia tanto. Il suo regno viene attac...