Fumo

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Il sapore pregnante del fumo che gli lacerava la gola lo costrinse a chinarsi e a tossire anche l'anima. Stefan non ricordava neanche più l'ultima volta che avesse preso tra le labbra una sigaretta o comunque qualunque cosa contenesse nicotina, forse negli anni 40, quando aveva preso il vizio per sconfiggere l'altro vizio, quello che gli aveva dato il titolo di Squartatore.

Ricordava vagamente di aver letto "La coscienza di Zeno", ricordava che il vizio del fumo era legata ad un episodio particolare della vita di una persona. Stefan pensava a qualcosa che avesse scatenato quella nuova, improvvisa voglia di ricominciare ad imbrattarsi di catrame, ma non gli serviva scavare a fondo nella memoria, magari a qualche strano trauma infantile. Stefan aveva ricominciato a fumare per colmare un vuoto che ormai si era formato nella sua vita. No, non era un semplice vuoto: Damon aveva scavato una voragine pronta ad inghiottirlo.

Stefan non faceva nemmeno fatica ad ammettere che gli mancava terribilmente; forse perché la consapevolezza che lui non era lì a vegliarlo dall'Altro Lato, ma la sua essenza fosse sparita nel nulla, lo lacerava. Spinse la sigaretta nel posacenere e si asciugò gli occhi che come al solito aveva ricominciato a lacrimare. Erano passati circa quattro mesi dall'accaduto, e Stefan aveva annullato ogni tipo di relazione sociale, crogiolandosi nel suo dolore.
Caroline aveva provato a spingerlo ad uscire, ma era bastato un solo sguardo affinchè capisse che no, non era ancora pronto, anzi forse non lo sarebbe mai più stato.

"Almeno chiama Elena, sono certa che farebbe bene ad entrambi sentire la voce dell'altro"

Stefan aveva considerato l'ipotesi per mezzo secondo e poi l'aveva messa da parte. Chiamare Elena, vedere Elena o addirittura sentire la sua voce gli avrebbe fatto pensare troppo a lui. Gli avrebbe fatto pensare al fatto che era l'unica ragione di vita di suo fratello e che lei e Damon non potevano stare insieme solo perché quell'idiota si era trasformato in una mina vagante per salvargli la vita.

'Fanculo a Elena Gilbert, 'fanculo al mondo, 'fanculo a Mystic Falls, e 'fanculo lui che continuava a tenere quelle dannate emozioni accese. Aveva resistito alla costante sensazione di spegnerle quando si era ritrovato chiuso in una cassaforte e perso chissà dove per degli infiniti tre mesi, solo perché sapeva che prima o poi Damon sarebbe andato a cercarlo, e quando l'avrebbe trovato avrebbe dovuto essere perfettamente in sé. Magari affamato e claustrofobico, ma in sé stesso. Ora invece Stefan semplicemente non riusciva a trovare più alcuna ragione per non spegnere l'interruttore. Non sapeva però perché non l'avesse ancora fatto, forse per la terribile consapevolezza che senza Lexi e senza Damon non ci sarebbe stato più nessuno che lo avrebbe tirato fuori dal baratro.

Lo sguardo gli cadde fuori dalla finestra e gli occhi vagarono nel bianco della neve, che quell'anno era caduta a barili. La mente invece si perse nel ricordo della telefonata avuta alcuni giorni prima.

<< Cosa diavolo vuoi? >> grugnì uno Stefan abbastanza seccato. Quando aveva visto quel nome su display aveva deciso di ignorare la chiamata. Ma quello squillo era diventato così insistente che alla fine aveva abbandonato la sua postazione di lusso davanti al camino per terminare in fretta quella faccenda e tornare alla sua apatia.
<< Non mi aspettavo tanta sgarbatezza da parte tua, soprattutto dopo che non ci sentiamo da molto tempo, tesoro >>
Risentire la voce suadente di Klaus era stato come ritornare un po' a casa propria.
<< E' successo qualcosa? >> chiese
<< Questo dovrei chiederlo a te, dato che mi ha chiamato una certa biondina disperata, chiedendomi di tirarti un po' su il morale. E sai che non posso dire di no a Caroline quando mi chiede qualcosa... >>
Stefan sentì in quelle parole un "mi sono preoccupato da morire per te e avevo bisogno di sentirti", ma era certo che non avrebbe mai sentito uscire quelle parole dalla bocca di Klaus. Sinceramente non ne aveva neanche bisogno. Non aveva bisogno di nessuno...
<< Beh, sai com'è Caroline, tende ad esasperare ogni situazione. Quindi... >> tentò di terminare in fretta quella chiamata imbarazzante
<< Si, si certo >> rispose l'altro davvero poco convinto << Ma se ti venisse voglia di cambiare aria o anche solo di una sbronza con un amico, sai dove trovarmi. Fidati di me: New Orleans è una città magica, in un modo o nell'altro riesce sempre a darti un motivo per vivere >>

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