CAPITOLO 19

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Gli occhi spalancati e il pensiero fisso.

Senza dare sospetta alla classe mi pizzico sul braccio, cercando invano di risvegliarmi da questa brutta giornata.

Lucy, vicino a me, mi tira una gomitata dopo essermi addormentata per qualche breve istante.

Alzo subito la testa e la professoressa di disegno mi sbraita contro.

"Signorina Carter, questo non è un dormitorio! Deve restare sveglia! Se non riesce a sopportare le mie lezioni, così noiose a tal punto da dormire, è pregata di tornare a casa.", Mi lancia uno sguardo fulmineo e poi, come se nulla fosse ritorna a parlare con la classe.

Guardo l'ora sul mio vecchio orologio Breil che segna le dodici del mattino e quattro minuti.

Sbuffo e ributto la testa sul banco come un sacco di patate pensando che mancano ancora venti minuti, o giù di lì, prima della fine dell'ora.

Quando l'assordante rumore della campanella mi trilla nelle tempie, non spreco mezzo secondo per piombare in bagno.

Noah e Lucy dietro di me bisbigliano qualcosa di incomprensibile tra di loro.

Mi nascondo all'interno della prima porta libera dei bagni. Ci rimango fino a quando Lucy, insistente, mi urla con voce tuonante di uscire fuori.

"Lucy, non mi sento molto bene.", Cerco di allontanarla in questo modo.

"Aiden chiede di te.", A quel nome mi si offusca la vista, il cuore batte più velocemente del solito e le mie mani cominciano a tremare.

Mi raggomitolo in un angolo portando le ginocchia al petto e la testa fra di esse.

"A-Aiden?", Ribadisco con un filo di voce talmente da bassa da non capire nemmeno io se volessi calmare me stessa, o chiedere spiegazioni a Lucy.

"Aiden è qui fuori, dice che è preoccupato per te.", Pff, impossibile.

Con poco equilibrio mi rialzo e poggio la mano sulla serratura che lentamente apro.

È lui a farmi questo effetto.

Mi provoca qualcosa dentro che nemmeno io capisco, come se la mia anima ora appartenesse a lui. Come fosse un richiamo per risvegliarla.

Ogni volta che sento il suo nome o percepisco il suo profumo, mi si attorciglia lo stomaco.

Appena apro la porta mi ritrovo imbottigliata tra le braccia di Lucy che mi stringono talmente forte che da un momento all'altro potrebbero rompermi.

Mi libera dall'abbraccio e mi guarda.

Mi dà un bacio sulla fronte con le sue tiepide e carnose labbra.

"Stai bene? Sei pallida come un cadavere."

"Aiden?", Chiedo con la voce di una bambina che sta aspettando un regalo da troppo tempo.

"Non c'è, ma credevo che dirti della sua presenza fosse l'unico modo per farti uscire.", Mi rivela con aria dispiaciuta.

Lo sapevo. Non avevo dubbi.

"D'accordo."

"Ci tengo a te e lo sai che per qualsiasi cosa io ci sarò sempre, questo non lo dimenticare mai. Saró sempre pronta a difenderti e, se necessario, posso prendere lezioni per seppellire un cadavere."

Mi guarda con aria soddisfatta e mi sorride.

Sorrido con lei, ha un sorriso contagioso.

"Dai adesso entriamo in classe, o la signora Coonery ci farà scrivere alla lavagna così tante volte di non fare ritardo, che non circolerà più sangue nel polso."

Un segreto da custodireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora