•Epilogo

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La vita è fatta di piccoli momenti, Jane l'aveva imparato bene. C'erano stati momenti brutti e momenti belli, alcuni intensi, altri divertenti. Una miriade di momenti tutti diversi tra loro. Non voleva dimenticare il passato, quando ancora non conosceva né Edward né William; quando era finita addosso a quel ragazzo che aveva da subito trovato bellissimo; tutte le volte che aveva pianto per lui; il suo percorso con William, i suoi baci. Tutto quello faceva parte di lei, nonostante ora sapesse la verità. Era la sua vita, e senza tutti quei momenti lei non era nulla.
Ormai era felice da un bel po' di tempo – quasi due anni –, e poteva dirlo con certezza.
«Da quanto tempo sei sveglio?» biascicò, aprendo e strofinandosi gli occhi.
«Da un po', sai che mi piace osservarti.»
Era vero. Erano andati a vivere insieme dopo un paio di mesi, e Jane se ne era subito accorta. Quando si svegliava, lo trovava già sveglio, a guardarla sorridendo, e la riposta era sempre la stessa: "Mi piace guardarti."
«Dovresti dormire di più.»
«Dormo abbastanza.» le disse, e si sporse per darle un bacio, ma un rumore li interruppe. Lei sospirò e si alzò dal letto, andando a prendere la piccola Belle e cullandola tra le braccia.
«Mammama!» sentì all'improvviso e sorrise.
«Si dice mamma, Sebastian.»
«Papa!»
«È papà.» sospirò il ragazzo e si alzò, andando a prendere il bimbo.
«Nat!» disse il piccolo.
«Nathaniel ha bisogno di dormire, Sebastian, non puoi andare a svegliarlo.»
«Nat!» ripeté il bimbo.
«Vedrai Nathaniel più tardi, basta storie.»
Il bimbo mise il broncio, facendo sorridere il papà.
«Guardalo.» disse alla ragazza, che si voltò verso di loro, scoppiando a ridere. Sebastian stava allungando le labbra più che poteva, strizzando gli occhi.
«Piccolo diavoletto, torna a dormire, è ancora presto.» gli disse Edward.
«No!»
«Questo sai dirlo bene, eh?»
Gli scompigliò i capelli e lo mise nella culla, ma il piccolo si mise in piedi e si tenne nelle sbarre.
«Si è addormentata di nuovo.» sospirò Jane e posò la bimba.
«Quindi abbiamo tutta la mattina libera?» disse Edward, avvicinandosi a lei e baciandola, tenendola per i fianchi.
«Guarda come ti sta osservando Sebastian.»
Il bimbo era rivolto verso i suoi genitori con le sopracciglia aggrottate. La mamma sorrise.
«Torna a dormire come tua sorella, Sebastian.» gli disse il ragazzo, ma lui rimase fermo.
«Dai, fa' il bravo bimbo.» riprovò, senza risultati, e sospirò.
«Ormai la giornata è iniziata.» disse la ragazza e gli lasciò un bacio, poi andò a cambiarsi.
«Dai, vestiti, così scendiamo, probabilmente gli altri sono già svegli.» gli disse, e lui fece come aveva detto.
Si erano sistemati nella stanza di Jane, sulla torre. Lei aveva passato così tanto tempo lì che le piaceva l'idea di restarci con Edward, anche se poi con i bambini era diventato più scomodo, ma riuscivano a gestire la situazione.
La ragazza prese Belle, cullandola tra le braccia, il ragazzo invece si mise Sebastian sulle spalle, che iniziò a ridere, provocando una fitta di gioia nel cuore dei genitori.
Arrivati giù videro Marie passargli davanti, e riuscirono a malapena a salutarla. Nonostante le avessero detto che lì poteva vivere come ospite, non voleva smettere di lavorare.
«Zio!» gridò Sebastian. Da fuori stava arrivando Jonathan, quasi di corsa, rosso in viso.
«Oh, buongiorno. Avete visto Violet? Ero un attimo con Nathaniel e quando sono tornato non c'era più, non riesco a trovarla!» cominciò a dire velocemente.
«Sai come è fatta, le piace divertirsi.»
«Peccato che tra un paio di mesi deve partorire!»
«Che cos'è tutto questo rumore?» sentirono e si girarono.
La ragazza era lì, mentre mangiava un pezzo di cioccolata.
«Si può sapere dove sei stata?» le chiese Jonathan.
«A prendere questa, in cucina, perché?» disse, alzando al cioccolata.
Il ragazzo sospirò e scosse la testa. A Jane venne da ridere, chi mai avrebbe pensato di vederlo in quel modo, un giorno?
«Mi fai tenere Belle?» chiese Violet alla ragazza, che le porse la bimba. Era nervosa di non saper gestire un neonato, così Jane la faceva stare con lei quando, ad esempio, faceva il bagnetto alla piccola.
«Nat?» chiese Sebastian.
«Vedrai Nathaniel quando verrà qui.» gli disse Edward, ma il bimbo si sporse verso Jonathan, che lo prese e iniziò a giocare con lui.
«Li ho visti in giro, William e Nathaniel. Probabilmente verranno tra poco.» disse il biondo e, in effetti, una decina di minuti dopo il ragazzo spuntò, insieme al padre.
«Buongiorno a tutti. Edward, menomale che ci sei, mi faresti un enorme favore se mi aiutassi con i progetti della scorsa volta, credo di stare per impazzire.» disse subito. Si vedeva quanto fosse stanco, il suo nuovo ruolo di Re lo stressava.
«Certo, ti dò una mano.»
«Oh, grazie. Vieni, ti spiego un po' cosa dobbiamo fare. Ah, Jane, vorrei dirti una cosa prima di andare.»
«Certo, dimmi pure.»
Lui si avvicinò e la portò un po' in disparte.
«Avevi ragione.»
«Su che cosa?»
«Quando mi hai detto che avrei dovuto cambiare le leggi, tempo fa, avevi ragione. Voglio rendere i Kalos liberi.»
«Davvero?»
Lui annuì e la ragazza sorrise. «Ma è una cosa bellissima!»
«Sì, alla fine ora il popolo non è più povero come prima e non credo proprio che ci sarà una rivolta, quindi perché non farlo?»
Lei lo abbracciò. «Grazie.»
Lui le diede una carezza, sorridendo, e si rivolse a Edward: «Andiamo?»
Il ragazzo annuì e andò con l'altro, e sparirono.
«Padre.» salutò Jane l'uomo, che non era cambiato più di tanto in quegli anni. Sembrava più rilassato, meno rigido.
«Buongiorno, cara. Violet, Jonathan, come va?»
«Tutto bene, zio, grazie.»
«Céline è ancora a letto? Nathaniel non li ha fatti dormire stanotte?»
«No, sta arrivando, si stava cambiando.»
«State parlando di me?» chiese una ragazza, entrando nella stanza. Era cambiata molto, non aveva più l'uniforme delle cameriere, aveva i capelli più lunghi, e sprizzava gioia.
«Nat!» esclamò Sebastian vedendo il bimbo tra le braccia della ragazza.
Si divincolò da Jonathan e cercò di scendere, così il vecchio Re lo prese e lo mise a terra, tenendolo per le mani e facendolo camminare.
Jane si guardò intorno e sorrise: dall'altro lato della sala c'erano William e Edward con dei fogli in mano, insieme; Violet, con il pancione e in braccio Belle, parlava con Céline, che teneva Nathaniel; Marie faceva avanti e indietro tenendo in mano una spolverino; Jonathan giocava con Sebastian, insieme al padre della ragazza. Era tutto semplicemente perfetto, era la vita che aveva sognato tante volte.
Ne aveva passate tante, ma ne era valsa decisamente la pena.

||spazioautrice||
Buongiorno! Ebbene sì, questo era l'epilogo, spero vi sia piaciuto. Più tardi pubblicherò anche i ringraziamenti, quindi vi saluterò tutti lì. Vi auguro un buon sabato.
~Rob❤️

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