Cap. 18

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Quel sabato uscìì con Dario, ma non vedevo l'ora di ritirarmi per andare al pigiama party con Alex. Sapevo di comportarmi da schifo nei confronti di tutti, ma per un periodo, finalmente, stavo pensando a me, alla mia felicità e la mia felicità era Alex, stare con lui!

<< Buona notte, piccola, ci sentiamo domani. >> Esclamò Dario, sotto casa mia.

<< Dario... >> Esitai. E se gli dicessi la verità? Forse mi sarei rovinata la serata... Infondo tenevo a lui, è riuscito a rialzarmi con la sua allegria e dolcezza. Ma non era il caso di metterlo al corrente.

<< Dimmi! Tutto bene? >>

<<...A domani! >> Gli diedi un bacio veloce sulle labbra e scappai subito oltre il portone. Non salii a casa, i miei non c'erano, potevo fare ciò che volevo.

Guardai dal buca lettere, appena Dario svoltò la soglia spuntò Alex con il suo amico e una mia compagna di classe, con cui quest'ultimo si stava frequentando.

<< Ciao ragazzi! >> Dissi, salendo in macchina.

<< Ciao! >> Rispose la mia compagna. Alex non salutò...Sapevo benissimo a cosa pensava.

Una volta arrivati a casa di quel ragazzo guardammo un film, mangiammo pacchi e strapacchi di patatine, mi divertii con la mia compagna e il suo quasi ragazzo, mentre Alex stava in disparte, seduto su un gradino, a guardarmi di tanto in tanto. Mi avvicinai.

<< Scusa...Sono qui per te e non mi calcoli? >> Gli dissi, cercando di prendere una patatina dal suo pacchetto che teneva in mano.

<< Ehy! Giù le mani! >> Esclamò, allontanando le patatine. << Sono mie! >> Disse, sorridendo. Più sorrideva più me ne innamoravo. Per un attimo rimasi perplessa nel guardarlo: era magnifico. Dopo un po' ci ritrovammo a rincorrerci per le patatine, era irraggiungibile, ma io avevo la mia tecnica migliore: fingermi offesa per farlo avvicinare. E come sempre funzionò.

<< La bimba si è seccata, vuoi le patatine? E tieni dai, mi fai tenerezza... >> Era sempre il solito, mi prendeva in giro con quella sua faccina furba e quel suo sorriso sotto i baffi.

Afferrai il pacchetto e glielo levai dalle mani.

<< Finalmente ti sei svegliato! Stavi lì, tutto da solo, in disparte...credevo ce l'avessi con me. >> Cercavo in qualche modo di fargli uscire fuori i suoi pensieri, ma sapevo che erano sforzi invani.

<< Aspettavo che ti avvicinassi! >> Mi rispose, avvicinandosi sempre di più.

Ancora un centimetro e mi avrebbe baciata, ma non lo fece, si scansò sorridendo. Non ebbi il coraggio di dire nulla, tremavo, ancora una volta. Com'era possibile che trepidavo ogni volta che il suo corpo mi sfiorava?

Il film finì e la mia compagna si rintanò in una delle tante stanze di quella casa con quel ragazzo. Io e Alex, decidemmo di metterci il pigiama e andare a letto, era tardi. Esitai nel cambiarmi, Alex lo notò

<< Che fa, ti vergogni di me? >>

<< Quanto sei scemo! >> Risposi imbarazzata. Mi abbassai i pantaloni lentamente, non lo guardai negli occhi: l'ultima volta che mi aveva spogliata rimasi incinta... Ma mi piaceva avere il suo sguardo su di me, mi sentivo desiderata, amata.

Lui guardava... dall'imbarazzo la buttai sullo scherzo per uscirne tranquilla da quella situazione.

<< Ma la smetti di guardarmi? >>

<< Perché non posso? >>

<< No, mi vergogno! >>

<< Ah si? >> Nel mentre si avvicinava il mio cuore impazziva.

<< Sei stupenda e le cose belle vanno guardate... >> Mi disse, sfiorandomi i capelli con le dita facendomi provare un brivido lungo la schiena. Ormai era quasi lì per lì per baciarmi, continuai a non dire nulla, solo a guardarlo. Prese la mia mano e la poggiò sul suo cuore.

<< Ecco cosa provo per te! >> Ribattè, alludendo al messaggio che pochi giorni prima avevo inviato. Il ritmo impazzito del suo cuore era come un martello pneumatico. Mi baciò. Le sue calde labbra sulle mie si muovevano lente fino a prendere un ritmo più marcato, un ritmo proporzionale alla voglia di noi. Mi attirò a sè con passione, lo lasciai fare, ero finalmente tra le sue braccia, non desideravo altro da un anno, per quella notte ero sua. Ci spogliammo, il mio corpo nudo accoglieva le sue mani calde e morbide che mi stringevano, mi scaraventò sul letto e si sdraiò addosso a me. Adesso il mio cuore batteva per paura e non più per emozione. Immagini accattivanti si impossessarono di me.

<< Ale,ti prego...No... >> Lo fermai, spingendolo.

<< Scusa, non volevo... Scusami, ti prego. >> Mi tranquillizzò, riavvicinandosi e dandomi un bacio sulla spalla.

Ci placammo, ci sdraiammo sul letto coccolandoci e con il suo sguardo limpido mi sussurrava parole dolci fino ad addormentarci mano nella mano. Adesso sì che ero in pace con me stessa.

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E ora? Deve o non deve dirlo a Dario? Non vuole stare con Alex per paura dei suoi genitori, ma la sua tentazione è forte....

Paura di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora