Guardando il soffitto della mia camera, ripenso a tutti i momenti passati in questi tre anni trascorsi alle medie. I litigi, le amicizie, le prime cotte, tutti brutti voti, tutte le persone conosciute. Mi domando " sono già passati tre anni?".
"Aria alzati, che devi studiare" sento mia madre urlare dal piano di sotto. Tra quattro giorni c'è la prima prova scritta, l'ansia sale, anche se per ora sono ancora abbastanza calma. Mi alzo e mi dirigo in cucina per la colazione.
"Non pensavo fossi qui" dico appena mi accorgo della presenza di Matteo, mio cugino; lui per me è come un fratello, non ci separiamo mai, anche perché, si può dire, che abita con me visto gli innumerevoli viaggi di lavoro dei miei zii. Inizio a sorseggiare il mio latte e a leggere gli appunti di matematica prestati da quel genio di Matteo, lui, a differenza mia, è sempre andato bene in qualsiasi materia, io diciamo che me la cavicchio. "pronta per sta sera?" -dice Matteo-"cazzo la festa, me ne sono dimenticata"-sussurro- "COME FAI A DIMENTICARTI UNA COSA DEL GENERE" sento urlare alle mie spalle, da quella voce inconfondibile "Mela non è che vivo per questa stupida festa" Melany, come ogni mattina era sbucata dalla porta di servizio con i soliti cornetti caldi. È la mia migliore amica, e una delle poche persone decenti che c'è in classe mia, oltre Marco e Marika.
In effetti in classe mia non ho legato con quasi nessuno, sono tutti falsi o troppo snob. Ricordo ancora il primo giorno, pensavo che sarebbe stato tutto fantastico, con tanti amici e altro. Il contrario in poche parole.
"non so se verrò" appena pronuncio queste parole Melania si gira con uno sguardo assasino " COSA?! TU NON HAI CAPITO PROPRIO NIENTE. TU CI VIENI PUNTO"-insiste- "ma mi sono tutti antipatici, poi non conosco quasi nessuno" spero che non insista troppo. È tradizione della mia scuola dare una festa con tutte le terze, mi sembra una cosa abbastanza inutile e stupida, insomma siamo in una scuola americana o cosa? "basta tu ci vieni, ci saranno tutti e non vedo il motivo per cui tu non dovresti venire" urla Matteo. "E va bene vengo vengo" urlo dirigendomi verso la mia stanza per decidere cosa mettere questa sera.
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Sesso con il nemico
Romancenon m'interessa se non mi ami più, perché io ti amo ancora. Ma io ti dimenticherò, come le salite al ritorno, i ripari nelle città costruite in verticale, le promesse fatte dai politiconi campagna elettorale, i sogni, come ha fatto il gran pubblico...