Capitolo 1

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Sedevano impazienti in attesa di quegli ospiti poco graditi, ormai tutto era pronto, erano anni, millenni ormai che lo facevano e nessuno era mai arrivato in ritardo, ma loro sì. Loro si permettevano di ritardare, come avevano sempre fatto; ne aveva incontrati molti lungo la sua vita ma nessuno era così borioso come loro.

La porta si spalancò ed entrarono i due novellini senza neanche chiedere scusa o il permesso, si sedettero e basta come ogni volta.

«Basta con i tuoi stupidi trucchetti! Adesso ho capito da chi ha copiato l'idea Stevenson» sbuffò con esasperazione solo perché quella mano di carte gli era andata male.

«Dovresti portare rispetto per gli anziani» ribatté lei scherzando. Sedevano in quattro, o meglio, tre ora.

Le sedie che circondano il tavolo una volta erano sempre per la maggior parte occupate, ma man mano che i mondi si evolvevano, in particolare questo, era rimasta solo lei e poi si erano aggiunti i novellini, "loro" come spesso li chiamava.

Era venerdì ed era sera, e come da regola era il loro turno di ospitare la tradizionale serata del poker. Sedevano lì al tavolo, forse le persone più importanti di tutto ciò che esiste o almeno: una di quei tre lo era. In fondo le erano rimaste poche persone e se anche non erano proprio quelle di cui preferiva la compagnia doveva tenersele strette.

Giocare a carte era la cosa che più li accumunava, per ognuno era una metafora diversa.

I tre giocatori dei quali ogni mano o singola mossa o carta spiegava chi erano, cosa avevano fatto e cosa avrebbero fatto.

A discapito dei pronostici i novellini si erano rivelati dei buoni giocatori, chi avrebbe mai detto che avrebbero giocato assieme anche se le tensioni passate a volte si facevano risentire.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 10, 2017 ⏰

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