''In che aula devi andare?'' ho come la sensazione di avere un babysitter, o per meglio dire nella circostanza uno studentsitter. Non capisco come siamo passati dal disprezzo, alle prese in giro sul mio abbigliamento e tutto il resto a questo!
Ricordo di aver letto un libro, mi sfugge il titolo adesso, ma parlava di un individuo che soffriva del disturbo della personalità multipla e ne aveva ben ventisei. Beh, Diego in un solo giorno credo mi abbia mostrato almeno tre personalità differenti, forse dovrei iniziare a preoccuparmi. Di sicuro è meglio tenermi a distanza da lui, ma poi perchè mi segue? Non siamo amici, non siamo niente di lontanamente simile. E poi questo doveva essere il mio momento e, invece, no.Non sono mai stata per natura una persona scortese e mi piacerebbe continuare a non esserlo, ma questa situazione mi destabilizza. Un attimo prima mi mette in imbarazzo sul peso e un attimo dopo si offre di farmi da guida personale.
''In aula tre''
''Ti accompagno così non ti perdi e non rischi di perdere altro tempo.'' Non perdere tempo? Beh, poteva pensarci prima di tergiversare dieci minuti per un cappuccino, per esempio!''No, non occorre so dov'è! E se anche non lo sapessi ci sono delle belle indicazioni proprio li...'' indico le indicazioni che si trovano in alto proprio dietro di lui ''...ma grazie, comunque.''
''Non ti farai mai degli amici se continui ad avere questo atteggiamento sai?'' e riecco la personalità numero uno.
''Magari non voglio farmi nessun nuovo amico o, più semplicemente, non voglio fare amicizia con uno come te!'' bene, la parte del non voglio diventare una persona scortese è andata a farsi fottere con questa bella risposta. Molto bene Mia, continua così!
''E com'è esattamente uno come me?'' domanda da un milione di euro.
''Ancora non lo so e, ad voler essere onesti, non mi interessa neanche saperlo, adesso se non ti spiace avrei un corso da seguire.'' Gli faccio ciao con la mano e vado verso l'aula tre.
''Si, vai vai, ma ricorda che uno come me può sempre far comodo!''
Ribadisco: non sono un'acida, con la puzza sotto al naso, ma lui mi fa diventare così. E lo conosco da appena ventiquattro ore, figuriamoci in cosa mi trasformerebbe se lo frequentassi nell'avvenire.
Che cos'avrà voluto dire poi con << uno come me può sempre far comodo>> ?Arrivo in aula, già gremita di gente, noto diversi posti liberi nelle prime file, ma non ci penso proprio a sedermi lì, non sono mai stata tipa da primi posti, tantomeno m'importa che i professori ricordino il mio viso. C'è qualche altro posto nelle ultime tre file, ma sedermi lì equivale a non esserci affatto in aula, tanto valeva restare al casa o al bar. E poi non vedo bene da lontano e gli occhiali li odio e mi stanno da schifo.
Intravedo, infine, due posticini liberi in zona più o meno centrale, territorio neutrale, quello che preferisco.Mi siedo sulla sedia esterna a sinistra, di fianco ad una ragazza. Mi guardo un po' intorno, c'è un chiacchiericcio bello diffuso. Mi giro a sbirciare che aspetto abbia il mio vicino, ma ha la testa china sul cellulare. Mi chiedo se io non abbia una taglia sulla testa o un cartella sulla schiena con su scritto << Che nessuno dia a parlare a questa ragazza!>>. Dopo dieci minuti a rigirarmi i pollici, finalmente, entra il professore di Diritto pubblico la cui presenza riporta subito l'ordine.
Inizia con una breve presentazione di se, indica i testi da adottare e, senza alcun preavviso, inizia a spiegare. Nei dieci minuti precedenti avevo, per fortuna, già preparato un notebook e una penna con cui prendere appunti.
Mentre scrivo le prime tre parole capite, noto una certa agitazione da parte della ragazza sedutami accanto.
''Ehi, scusami...hai una penna in più?'' mi chiede.
Ecco la mia occasione, a rischio di perdere la parte iniziare della spiegazione, frugo nella borsa e trovo una penna in più da prestarle. Gliela do e mi sussurra un <<grazie>> seguito da un leggero sorriso.
Mi pento di aver preso il cappuccino piuttosto che il caffè, la voce di quest'uomo ha un non so che di soporifero e fatico veramente a restare concentrata quando l'unica cosa che farei in questo momento è appoggiare la testa sul banco e dormire!
Dopo un'ora e mezzo di spiegazione, otteniamo una pausa di quindici minuti, dovrà essersi accorto che l'attenzione generale stava colando a picco.
''Grazie mille per la penna...io sono Valentina, piacere!''
''Mia, piacere mio...e per la penna nessun problema.'' le ricambio il sorriso.
''Fumi?'' mi chiede e annuisco.
Perché ho annuito? Perché? Io non fumo.
Potrei sempre rettificare, ma finirei per fare la figura della stupida e non è proprio quello che mi ci vuole adesso.
Solo qualche tiro, che male potrà mai farmi?!''Ti va allora di andare in cortile? Magari dividiamo un caffè e fumiamo una sigaretta...''
''Mi hai letto nel pensiero! Ho gli occhi che mi si chiudono a momenti.''
Andiamo al primo piano a prendere un caffè alle macchinette e poi in cortile. Fingo di frugare nella borsa, senza neanche chiedere Valentina mi offre una Camel Blu e mi passa l'accendino. Accendo la sigaretta, ma non la fumo per davvero, trattengo il fumo in bocca e poi lo caccio fuori. Forse così mi farà meno male.
Dio se mi vedessero i miei si incazzerebbero di brutto!''Non sei di qua, vero?''
''No, sono di Milano in realtà...''
''L'avevo capito dall'accento, come mai hai deciso di venire a Napoli?''
''Non lo so se devo essere sincera...mio padre è nato e cresciuto qui, ci sono venuta qualche volta per far visita ai nonni e non mi è mai dispiaciuta, ma in realtà non la conosco quasi per niente...'' e lo dimostra la mia continua tendenza a perdermi per vicoli vari.
In verità, sono venuta qui perché questo è l'unico posto in cui i miei hanno accettato di farmi venire, il fatto che la nonna viva in zona immagino li faccia sentire più tranquilli.
Mentre lei è intenta a dirmi qualcosa, noto Diego in lontananza impegnato a parlare con un gruppo di ragazzi. Credo mi abbia vista, ma eviti di guardare da questa parte. Forse sarà ancora offeso per poco prima, anche se non mi pare tipo che si offende facilmente.
''...ci tocca risalire, il quarto d'ora d'aria è finito, purtroppo!''
Al termine dei tre corsi che seguo, incontro nuovamente Valentina, che avendo un anno in più a me non segue tutti i miei stessi corsi, in cortile e mi fermo a parlare con lei per qualche minuto. E' veramente una ragazza carina, fa un sacco di domande, ma a parte questo mi sembra una tipa a posto. Mi ha detto di abitare nei pressi di piazza Borsa e mi ha giurato che non dista moltissimo da dove abito io. Ci diamo appuntamento per il giorno seguente all'ingresso e ci scambiamo i numeri di telefono.
La mia prima potenziale amica, grazie penna.Mia 1 - Diego 0
STAI LEGGENDO
Caos (in Corso)
Romance#20 in Forever Mia è tutta la vita che vive come se fosse sotto una campana di vetro fino a quando decide di trasferirsi a Napoli. Strano che una ragazza del nord si trasferisca al sud per studiare, quando normalmente succede l'inverso. Lei però h...