7. Ancora tu! Pt.1

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I due giorni successivi si svolgono più o meno allo stesso modo. Io e Valentina non perdiamo occasione per vederci e sentirci. Abbiamo pranzato insieme per due giorni consecutivi e mi ha fatto fare un mini tour del centro storico, non gliel'ho dovuto chiedere, si è semplicemente offerta di farmi da guida sostenendo che fosse inammissibile non aver ancora visto niente del posto in cui vivo. Non ho potuto fare altro che darle ragione. Ho mangiato delle cose buonissime e visto luoghi veramente caratteristici, a tratti ho avuto la sensazione di esserci già stata, ma non ne sono sicura. Dovrò chiedere a papà.
Samuele non lo vedo da giorni, come da consuetudine non so mai se sia in casa oppure no. Delle volte ho come la sensazione di vivere da sola. Siamo alla fine della stradina dei presepi: è fantastica! A Milano non ci sono cose così caratteristiche e poi l' aria che si respira...Dio che bello! Fatico a capire il motivo che abbia portato mio padre a trasferirsi, ma credo che l'amore faccia fare cose così.
"Piaciuto il giro?" Mi chiede, mentre io scruto alcune statuette nella vetrina di una piccola bottega.
"Moltissimo, credo di esserci già stata da piccola ma non la ricordavo quasi per niente!"
"Che vuoi fare ora?" Mi torna in mente la mia lista mentale delle cose da fare.
"In realtà, dovrei fare la spesa e comprare alcune cose per la mia stanza che cade praticamente a pezzi!" Sospiro
"Ok, da dove vogliamo iniziare? Prima la spesa?" Annuisco.
Andiamo al supermercato e sono strafelice, posso finalmente comprate tutto quello che voglio senza gli sguardi accigliati di mia madre. Mi assicuro di comprare le cose fondamentali per sfamarmi e poi mi lancio, fedelmente sostenuta da Vale, alla conquista di ogni schifezza possibile. Soddisfatta, pago e andiamo via. Le buste sono più pesanti di quanto immaginassimo.
"Che dici di andare prima a casa tua a posare queste e poi andiamo a comprare il resto?"
"Si, direi che è meglio!"
Arriviamo col fiatone al mio piano, mi riprometto di non fare mai più una spesa tanto abbondante se non voglio rischiare un infarto.
Busso e infilo la chiave.
"Perché bussi se hai la chiave" sorride
"Per avvertirlo che sto entrando..."
"Avvertire chi?"ricordo solo ora di non avergliene mai parlato.
"Samuele, il mio coinquilino"
Silenzio di tomba, classico.
Inizio a disfare le buste quando sento dei rumori provenire dal bagno. Quindi è in casa...
"Vieni ti faccio vedere la mia camera"
Vorrei aver scattato una foto per immortalare la sua espressione appena varcata la soglia della camera.
"Beh, è..."
"Brutta, lo so!"
"Si...beh...si, poi questo colore è..." per una che parla tanto come lei dev'essere strano non trovare le parole.
"È orribile, so anche questo! Capisci perché devo cambiare tutto?!"
Continua a guardarsi intorno.
"Andiamo a comprare quello che serve, poi ritorniamo qui e ci mettiamo all'opera!" Lo dice con entusiasmo.
"Vuoi aiutarmi, veramente?"
"Assolutamente! Non ho idea di come fare, ma peggio di così non si può fare e poi hai bisogno di tutto l'aiuto possibile!" Mi viene da ridere, menomale che ho già tolto quei quadri bruttissimi.

Rientriamo dopo un'ora, più affaticate di prima, con due secchi di vernice, uno bianco e uno più piccolo glicine, pennelli di diverse dimensioni, chiodi, un martelletto e alcuni oggetti comprati per una miseria giusto per dare un tocco di originalità.
"Ok...come procediamo?"
"Tutorial?" propongo
Dopo aver visto svariati tutorial, di tipi discutibili e dall'aria tutt'altro che affidabile, siamo più confuse ed incerte di prima. Decidiamo comunque di procedere, tanto peggio di così non si può!
Mentre armeggiamo con secchi e pennelli, avverto una presenza alle spalle. Mi giro e vi trovo Samuele, sopracciglio alzato ed espressione di evidente curiosità.
"Iniziavo a preoccuparmi..."
"Eh?"
"Si, non ti vedo da qualche giorno..."
"Fammi capire: eri in pensiero per me?" Sorrido e lui assume un espressione che mi fa sorridere ancora di più.
"Non esageriamo, mi preoccupavo più per me che per te...'
"Per te?? Ma in che senso?"
"Si, beh...tu ti perdi di continuo, non ti ho vista per un po', ho pensato potesse esserti capitato qualcosa e non ho il tuo numero..."
"E questo cosa c'entra con te?"
"Se ti succede qualcosa, con chi pensi vadano a parlare per primo? Con me...capisci? Guardami..." cos'è questa, un'allusione al suo aspetto...particolare?!
"E poi...mi servono i soldi dell'affitto, senza offesa ma dove la trovo un'altra che accetti di venire a vivere qui?!"
Sono basita, non avevamo parlato mai per così tanto, quasi dimentico la presenza di Vale.
"Ciao, io sono Valentina." si presenta.
"Si, ciao...scusa, Samuele piacere mio!"
Guarda lei, poi me, poi il disastro intorno a noi.
"Che fate comunque? "
"Rendiamo questo posto presentabile!" Dice con entusiasmo Vale.
"Avete almeno idea di cosa state facendo?"
"A dire il vero...no!" Ammetto.
"Da qua!" Mi toglie il pennello dalle mani.
Chi l'avrebbe mai pensato che proprio l'uomo letargo mi avrebbe aiutata in questa cosa.
Dopo circa un paio d'ore, risate improvvise e tanti vestiti macchiati, decidiamo che per oggi può bastare. È più dura di quanto immaginassi. In tutto questo tempo, abbiamo ridipinto solo una parete e non è stato un successo. Ma comunque è già un passo avanti verso la quasi decenza.
Invito Valentina a cenare qui, mi sembra il minimo dopo tutto l'aiuto che mi ha dato.
"Ti unisci a noi?" Chiede lei a Samuele, cogliendolo di sorpresa.
"Perché no, ovviamente se non è un problema per te..." Si rivolge a me.
"Certo che no, cioè, mi fa piacere se mangi con noi." dico.
Tutto sommato è una persona piacevole e anche un gran chiacchierone, a dispetto di quanto credessi. Valentina gli ha fatto ogni genere di domanda, adesso so che studia ingegneria del suono e che saltuariamente lavora come dj. Ha scoperto molto più lei di lui in tre ore, che io in una settimana e mezzo.
"Domani è halloween, io suono ad architettura se non avete già altri programmi potreste passare."
Valentina, con l'entusiasmo che pare contraddistinguerla, dice che ci saremo.
È ormai mezzanotte quando annuncia di dover rientrare a casa, Samuele ha deciso che non è prudente lasciare che torni da sola a quest'ora  e dopo, un tira e molla insistente, lei accetta di farsi scortare da lui.

Sono stanca. Devo dormire, ma prima scrivo un bigliettino a Samuele:
'Questo è il mio numero...usalo quando la preoccupazione diventa eccessiva :-P '
Lo infilo sotto la porta della sua camera.

Sono in bagno a lavare i denti quando sento bussare. Sono passati appena cinque minuti da quando sono usciti, cavoli Vale abita veramente molto vicino allora! Ma perché bussare?
Apro con lo spazzolino ancora in bocca.
Diego...
È Diego e io ho un aspetto di merda!

Spazio autore:
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