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"STAI LONTANO DA ME" urlò la ragazza dalla pelle candida.

Stremata e ansante la piccola figura giaceva a terra tra le ceneri di quella che un tempo era casa sua. Il ragazzo dagli occhi profondi fece per avvicinarsi, ma lei scattò all'indietro, per quanto le fosse possibile. Lui odiava vederla in questo stato ma, per quanto l'amasse, il suo scopo primario era quello di distruggere Alicante, e niente l'avrebbe fermato. Solo poche ore prima era a Edom e stava mettendo in pratica il suo piano. La madre era nella sua cella mentre i nascosti erano in quella di fianco. Lui nella sala del trono stava osservando Idris da una della due finestre.

Fu questione di attimi.

Attaccò Idris e mandò orde di demoni e ottenebrati a distruggere Alicante. Non appena mise piede nella città di vetro corse per le vie strette e affollate di gente che cercava invano di colpirlo. Una volta arrivato vide qualcosa che gli fece nascere una stretta allo stomaco. La vide piena di ferite e allo stremo delle sue forze, cercare di rimanere in piedi mentre un ottenebrato stava per assestarle il colpo finale. Lui prontamente fermò l'ottenebrato con uno sguardo glaciale e lo mandò via. Fece poi per avvicinarsi alla ragazza ma lei si ritrasse come scottata, e ora erano in questa situazione.

"Lasciati curare da me..." disse lui, ma la ragazza non volle sentire ragioni.

"Jessica cazzo lascia che ti guarisca!" Tentò una seconda volta. Stava già perdendo la pasienza, sapeva che non avrebbe resistito a lungo.

"Non provare a toccarmi!" Gli gridò contro la ragazza. Era solo colpa sua se era in quello stato e non aveva intenzione di passare un solo secondo in più con lui.

D'altro canto Sebastian l'afferrò per i capelli colorati d'azzurro e la fece alzare per poi avvicinare le sue labbra all'orecchio di lei.

"Non te lo ripeterò un'altra volta. Muovi il culo ed entra in casa così che io possa guarirti, o questi saranno dei graffietti in confronto a cosa ti farò."

Si era reso conto che aveva appena usato un controsenso, ma lui ci stava provando. Stava cercando di essere come lei lo voleva ma era difficile! Ogni suo sforzo veniva annullato da qualche sua cazzata! Anche per curarla l'aveva minacciata! Perfino nel tentativo di proteggerla aveva fallito, e questo lo faceva infuriare! Non solo l'aveva messa in pericolo con questo attacco, ma ora che non voleva più vederlo lui la stava ferendo maggiormente, e stava solo peggiorando le cose... calde lacrime scendevano lungo le guance di Jessica e, per una frazione di secondo, fu tentato di asciugarle ma qualcosa lo bloccò. Immediatamente lasciò la presa sui capelli della ragazza minuta e la guardò accasciarsi a terra. Lei si alzò il più velocemente possibile e, senza guardare Sebastian negli occhi, corse verso casa.

Lui si passò entrambe le mani nei capelli color latte e tirò un calcio ad un sasso. Un lamento gutturale si fece strada nella sua gola per la frustrazione e subito dopo entrò in casa. Lei lo aspettava seduta sui resti della cucina, e quando Sebastian fece il suo ingresso Jessica si alzò di scatto per poi stringere i denti un secondo dopo. Odiava sentirsi così esposta e impotente, soprattutto di fronte a lui. Sebastian si avvicinò molto a lei, prese lo stilo della ragazza e cominciò a disegnare qualche Iratze qua e là. Il familiare bruciore dello stilo sulla pelle di Jessica era qualcosa di fantastico. Pian piano tutte le ferite si stavano rimarginando, e le ossa stavano tornando integre. Un imbarazzante silenzio si fece vivo tra di loro.

"Jess..." erano mesi che non la chiamava in questo modo e notò un fremito da parte della ragazza.

Lei non lo guardò, ma fece un verso per fargli capite che lo stava ascoltando. Lui sospirò ma non disse nulla.

"Volevo proporti di... si insomma... se vuoi..."

Non riusciva a trovare le parole giuste. Sapeva che non avrebbe mai accettato, e questo rendeva tutto più difficile, ma con le buone o con le cattive l'avrebbe portata con se. Prese un grande respiro e parlò.

"Vuoi regnare su Idris con me?" Le parole vennero fuori più facilmente del previsto.

Jessica guardava Sebastian negli occhi scuri come la cenere che in questo momento ricopriva tutta la casa ancora in fiamme.

"No" disse con voce ferma fissando le sue iridi verdi in quelle nere di lui.

"Temevo avresti risposto così... ma sappi che ti porterò con me con o senza il tuo consenso." rispose Sebastian deciso. Jessica lo guardò di traverso

"Allora mi spieghi per quale motivo me lo hai chiesto?" Disse stizzita la ragazza.

Sebastian si trovava preso alla sprovvista da quella domanda, non ci aveva pensato, l'aveva buttata lì.

"Ehm... non lo so..." disse. Jessica lo guardava.

"Senti ci sto provando! Sto provando ad essere come tu mi vuoi ma è difficile cazzo!"

Sebastian tirò con forza un pezzo di intonaco dalla parete per lenire la rabbia. Rabbia che sapeva si sarebbe ritorta verso Jessica.

"Non puoi immaginare quanto ci stia male quando ti vedo con lui! -un pezzo del lavandino venne scaraventato verso il soggiorno- quando so che è colpa mia se stai male e vai da Marcus! Quando mi rendo conto che per colpa mia tu vai da lui a nasconderti! -Una sedia finisce fuori dalla finestra- in questo momento ti guardo negli occhi e vedo la paura che provi verso di me, ma non sono in grado di rassicurarti da ciò che ti spaventa perché quello che ti crea terrore sono io! E non sto facendo altro che peggiorare le cose ma credimi, è più difficile di quanto si creda!"

Jessica stava tremando. Vedeva negli occhi di Sebastian l'ira e il rancore verso se stesso, verso quello che era. Non provò minimamente ad interromperlo.

"Sono cresciuto credendo che l'amore sia una debolezza, e che non serva a nulla. Amare vuol dire distruggere, ed essere amato vuol dire essere distrutto ripeteva sempre mio padre a me e a Jace, perché Valentine l'ha provato sulla sua pelle. Lui amava Jocelyn e quella puttana lo ha distrutto!" Gridò l'ultima frase lanciando il tavolino da caffè che Jessica teneva in casa.

Lei sobbalzò e lui puntò i suoi occhi ormai del tutto neri verso le sue iridi verde smeraldo.

"Tu sei come lei! Vuoi distrugermi!" Ringhiò Sebastian.

Jessica spalancò gli occhi e calde lacrime caddero sui suoi zigomi candidi. Vederlo in questo stato era peggio del dolore delle ferite ormai del tutto rimarginate. Provò ad andargli vicino ma lui la fermò.

"Non ci provare! So che vuoi fare ma non te lo permetterò! Non sarò debole come Valentine!"

Sebastian prese la sua spada angelica, la chiamò per nome e la alzò in cielo. Jessica, d'altro canto, si inginocchiò ed abbassò la testa. Sapeva di aver preteso troppo da lui, e sapeva che non poteva essere come lo voleva, stava creando dolore e distruzione e lei non poteva assecondarlo. Ma, in tutto ciò, lei lo amava, e non si sarebbe opposta se aveva deciso di ucciderla. Una vita del genere non sarebbe stata comunque una vita, i suoi cari sarebbero morti tutti, i suoi amici anche, per non parlare di Jeremy, suo fratello, così piccolo...
Sebastian stava per colpirla con la spada. Jessica chiuse gli occhi, ma non sentì nulla a parte un tonfo e calde braccia che la sollevavano per poi portarsela al petto.

Si udiva solo silenzio in quella casa troppo grande e ormai completamente devastata. Nessuno dei due osava aprir bocca. Solo leggeri singhiozzi da parte di lei riempivano il vuoto di quella stanza. Gli Shadowhunters non piangono, ma in questo momento Jessica non era solo una Shadowhunter, era una ragazza che aveva bisogno di un abbraccio. Del suo abbraccio.

Come Tu Mi Vuoi || Sebastian MorgensternDove le storie prendono vita. Scoprilo ora