Capitolo 3

29 14 1
                                    

Attireró Jonh fuori cittá in una vecchia casa abbandonata, di cui mi aveva parlato Max, spiegandomi dove si trovava. Poi Max sparerá con la sua pistola mentre io distrarró Jonh. E dopo io daró il colpo finale, spero solo che vada tutto secondo i piani. Il tutto sembrava facile, ma non era cosi. Speravo solo che Jonh tornasse presto, ci eravamo messi d'accordo per stasera, prima che il sole tramonti. Dopo tutto questo, sarei tornata in albergo a prendere le poche cose che ero riuscita a portarmi dietro dalla mia partenza, avrei preso i soldi di Jonh e sarei scappata da quella situazione, senza piú rincontrare Max, e queste terribili situazioni che mi hanno rovinato la vita, ma devo ammettere che il suo aiuto era servito. Forse sarei riuscita a riunire il legame che c'era una volta tra me e mio padre, avevo perso mia madre, avevo intenzione di vivermi mio padre, forse non saremmo mai riusciti ad avere il rapporto meraviglioso di una volta, che ancora ricordo. Ma forse riuscirò a perdonarlo.

Ore 4 p.m

Stavo iniziando a perdere la pazienza, camminavo avanti e indietro per la larghezza della camera, dalla finestra alla porta e viceversa, Max era seduto nel mio letto che osservava le mie mosse, e quealche volta lo sentivo ridacchiare per i miei movimenti spazientati. Era quasi mezz'ora che Jonh era uscito dalla porta della camera, e se non fosse perché aveva lasciato le sue cose, avevo iniziato a pensare che non volesse tornare. Ero cosí in ansia per la situazione, volevo solo che il tutto potesse finire il prima possibile. E se fosse tutto una trappola?

Ore 4:15 p.m

Dopo svariati minuti a girovagare da destra e sinistra per la camera di quel dannato albergo, dalla porta di quercia alla mia sinistra, la maniglia si inclinó, fino ad aprirsi la porta, facenfo comparire Jonh. Max si alzó dal mio letto e la porta di quercia si aprii e si chiuse dinuovo conducendo Max fuori in corridoio, stava raggiungendo la casetta abbandonata di cui mi aveva parlato. Non so come mai era a conoscenza ti un tale posto, ma non mi feci troppe domande e andai a parlare a Jonh, che guardava la porta, non capendo cosa stesse succedendo. Mi arrivó un messaggio, lo schermó si illuminó, lo ignorai e dopo guarfai Jonh che non si era accorto della mia notifica.

"Jonh devo parlarti di Max riguardo il codice, ma non posso qui, andiamo seguimi" dissi diretta, cercando di tenere la voce ferma.

"Puoi parlarne anche qui, non mi freghi" disse lui capendo il mio gioco.

"Ma che cazz? Ah quindi vuoi che Max ci scopra?!!" Dissi la fine della frase a bassa voce, facendolo sospettare che Max potesse entrare da un momento all'altro. "Ok per me va bene." Lo assecondai, facendogli capire che non era un problema mio.

"Daccordo, andiamo" disse arrendendosi.

"Ok" mi limitai a rispondergli sempre con voce ferma.

~~~~~~~~~~

Stavamo andando alla casetta abbandonata, Max era arrivato da poco al posto deciso, mi aveva mandato un messaggio per confermare e in caso di problemi mi aveva scritto come agire e cosa dire. Eravamo andati con il mio motore. Jonh guardava sempre il mio viso, per vedere la mia espressione e capire se stessi escogitando qualcosa, non sa cosa gli aspetta.

~~~~~~~~~~

Eravamo arrivati, e Jonh non faceva altro che guardarsi intorno, non capiva. Dopo aver attentamente guardato il posto e la casetta abbandonata dove spostó subito il suo sguardo all'inizio, mi scrutó in viso, e mi lanció un occhiataccia, perché non capiva il significato del posto in cui l'avevo portato, dopo spostó la sua giacca per farmi intravedere la pistola, in segno di non fare cazzate.

"Non fare cose di cui ti puoi pentire Ariana" Disse con un pizzico di nervosismo nella voce.

"Non mi pento di ció che sto facendo, e datti una calmata, lí dentro si trova il codice di Max, quello che tanto cercate, in quella casetta ci viveva lui e la sua famiglia, e l'unica cosa che è rimasta è il diario di Max, dove scriveva tutti i suoi segreti, compreso il codice dato dai genitori prima della morte, glielo diedero sapendo cosa gli aspettava" dissi sicura di me, dicendo quello che mi aveva consigliato Max, dopo iniziai ad avviarmi nella casetta dove Max si sarebbe dovuto nascondere in caso che qualcosa fosse andato storto. Jonh seguí i miei passi fino ad entrare. Quella casetta era formata da una sola stanza, il che fece insospettire Jonh, come poteva una famiglia vivere in una stanza, mi guardó ed io feci un'alzata di spalle, si giró nuovamente e spostó il suo sguardo in un vecchio mobiletto a tre cassetti. Si avvicinó ad esso, aprii il primo cassetto ed era vuoto, il secondo ed era vuoto, prima che aprisse il terzo cassetto presi la pistola e gliela puntai contro, non se ne accorse e aprii il terzo e anche esso era vuoto, si giró verso di me, ero pronta a sparare un colpo, mi guardó prima sconvolto e dopo si mise a ridere, alzai un sopracciglio non capendo. Dopo dalla sua tasca tiró fuori dei proiettili, ne prese uno e ci giocó mostrandomelo per bene, guardai la ricarica della pistola ed era vuota, come cazzo aveva fatto a levare i proiettili, non ce n'era neanche uno.

"Vedi cara Ariana non si scherza con un professionista, ci sará un motivo se sono cosí bravo, li ho levati nel motore, e tu ingenua non ti sei accorta di nulla" disse iniziando a ridere.

"Ma che cazzo?!" Dissi spaventata non vedendo Max che veniva in mio aiuto.

"Volevi fregarmi, ma il tuo telefono è stato fin ora sotto controllo" disse fiero della situazione e di come si era ribaltata. Aveva visto gli ultimi messaggi??! Inizió a ricaricare la pistola che aveva nella cintura avvolta alla vita, la prese levó i proiettili che giá aveva e mise due dei miei, che si trovavano prima nella mia pistola. Inizia a fare qualche passo indietro, dove cazzo era Max. Era la mia fine? Sarei morta cosí? Avevo incontrato mio padre e lo avrei perso in un istante, era destino che io e la mia famiglia ci sciogliessimo cosí. Jonh mi puntó la pistola contro, chiusi gli occhi per la paura e dopo sentii uno sparo, aprii gli occhi toccando il mio corpo partendo dalla testa fino alla vita, non ero ferita ma allora..
Jonh era steso a terra ferito alla pancia, Max saltó giú da una trave di legno che teneva il soffitto, mi guardó e poi parló.

Da revisionare
"Credevi davvero che finisse cosí, non ti lascerei mai morire, volevo solo farti capire di stare sempre attenta, non fidarti mai di nessuno, ma stai sicura che di me ti puoi fidare.." disse lui, ma lo interruppi.

"E perché mai dovrei fidarmi di te?" Dissi pronta a ribbattere.

"Perchè altrimenti non ti avrei salvato la vita, o non ti avrei aiutato, ormai ci tengo a te.."

Feci scena muta, e mi diressi verso il corpo sanguinante di Jonh, tossiva, cercando di respirare.

"Sai Jonh, avevo temuto al peggio, ma è sempre meglio avere un piano B" dissi e dopo presi la sua pistola che stava a qualche centimetro di distanza.

"Addio Jon" mi limitai a dire, aspettai qualche secondo, non riuscivo a premere il grilletto, non ne avevo il coraggio, non volevo vite sulla mia coscienza.

"Se vuoi faccio io" mi si affiancó Max proponendomi un'altra soluzione.

"No, grazie. Voglio vendetta" dissi, presi la mira in fronte, chiusi gli occhi e sparai. Max mi poggió una mano sulla spalla, in segno di ci siamo riusciti.

Spazio autrice

Ehi, ecco un nuovo capitolo. Non vedo l'ora di finire la storia ed iniziarne un'altra. Comunque spero vi sia piaciuto il capitolo, se é cosi lasciate una stellina e commentate per supportare la storia. Non vi preoccupate non è l'ultimo capitolo, ma merita infatti è molto più lungo degli altri.....

CIAONE!!!

 || An asshole with blue eyes || Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora