[Come promesso, ecco a voi il capitolo! Grazie di cuore per aver raggiunto, e addirittura superato, la soglia minima per la pubblicazione in così poco tempo! Siete dolcissimi :*]
"If I may just take your breath away
I don't mind if there's not much to say
Sometimes the silence guides our minds"
Capitolo 16
"Mi dispiace davvero per il poco preavviso, credi si possa—" la porta dell'entrata lentamente si aprì e un Tom indaffarato con un cellulare all'orecchio comparì di fronte a me. I suoi occhi puntati sul pavimento velocemente si sollevarono, studiando la mia figura prima che entrassero in contatto con i miei e "Aileen?" Esclamò sorpreso.
Spalancai leggermente gli occhi presa alla sprovvista e sorrisi leggermente, salutandolo con un'imbarazzante cenno della mano. Nonostante sapessi di ritrovarmelo davanti, prima o poi, i suoi occhi mi avevano folgorato sul posto.
Anche lui era sorpreso di vedermi sulla soglia di casa e non cercò affatto di nasconderlo. Tenne gli occhi su di me mentre continuava a parlare al telefono.
"Sì, grazie Cassandra. Non saprei cosa fare senza di te"
Chiuse la chiamata e si poggiò contro lo stipite della porta, studiandomi con il suo solito sguardo attento.
Incrociò le braccia al petto, guardandosi brevemente attorno.
"Dov'è Fernand?" Chiese con voce profonda e roca.
Il suo sguardo adesso fuggente non nascondeva l'espressione stanca ed esausta. I suoi occhi azzurri sembravano guardarsi attorno senza però vedere, quasi fossero offuscati da un'invisibile platina che non permetteva di mettere a fuoco l'ambiente circostante. E me.
"Non hai dormito?" Chiesi senza potermi trattenere.
Lui fece spallucce, fingendo noncuranza, senza guardarmi. Ma non era necessario vedere i suoi occhi per capire che avevano cambiato leggermente la loro sfumatura.
"In realtà mi sono appena svegliato"
"No, non intendevo questo." Inclinai la testa di lato, osservandolo attentamente "Hai delle occhiaie enormi. Sei sfinito, te lo si legge in faccia" mormorai preoccupata.
Solo adesso voltò a guardarmi, forzando un leggero sorriso. Non abbassai lo sguardo, nonostante il mio corpo voleva fare esattamente il contrario.
Sapeva mettere in atto molto bene le sue tecniche. E con me puntualmente funzionava ogni dannata volta.
"Ho avuto molti impegni in questi giorni, la mia agenda è piena di appuntamenti, convention, interviste..." Si passò una mano tra i capelli "Stamattina sono andato a correre per schiarirmi le idee e...mi sono svegliato solo un paio di ore fa"
Annuii e mi morsi il labbro nervosamente.
Erano le undici passate del mattino, avevo controllato l'orario almeno una decina di volte prima di uscire dalla stanza d'albergo proprio per evitare di rischiare di svegliarlo. Conoscendo la natura mattuniera di Tom sapevo per certo di poterlo trovare sveglio in ogni caso, ma cercai di convincermi che la mia debole scusa avesse un qualche significato.
Mi maledì solo per averlo pensato, ma non potei evitare di immaginare per quanto tempo avesse parlato al cellulare con la sua segretaria.
Involontariamente e con dispiacere, mi ritornarono in mente le parole di Gabriel e le sue stupide allusioni e scossi con veemenza la testa per scacciare via quella fastidiosa vocina che mi diceva di chiedergli informazioni.
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Lay Your Heart On Me [A Tom Hiddleston Fanfiction]
أدب الهواة"Quando dovresti partire?" Chiese improvvisamente, cogliendomi ancora una volta di sorpresa. "Cosa c'è Hiddleston? Vuoi già cacciarmi dall'America?" Ridacchiai. Poi improvvisamente mi agitai perché forse non mi ero poi sbagliata così tanto. Rise aff...