"alza quel passè Catherine" urló Miss.Lilian nelle orecchie della ragazza stremata dalla fatica, da quella correzione eccone altre mille: dietro il ginocchio, spalle basse, pancia dentro, stendi le gambe, ruota l'en dehors, tira le punte.
Finito l'ultimo esercizio Catherine prese l'asciugamano e cercò di togliere il sudore dal suo corpo con scarsi risultati, si posizionò nuovamente al centro della sala aspettandosi gratificazioni che però non arrivarono. "Catherine, sei una ballerina di danza classica, non uno scaricatore di porto. Devi essere più aggraziata, dove hai la testa? eh?" urlò l'insegnante "ora torna alla sbarra e ricominciamo, forza, veloce" aggiunse poi. "Miss. Lilian, sto facendo lezione da quasi quattro ore e sono le 20" cercò di controbattere Catherine.
"dovrebbe importarmi qualcosa? La danza è dolore e sacrificio e tu, signorina, non uscirai da qui fino a quando non farai una lezione perfetta"
La ballerina si avvicinò alla sbarra, si mise in quinta posizione assicurandosi che fosse ben stretta e incominciò, di nuovo, la sua lezione."Bene, un po' meglio Cat, ora puoi andare" affermò sorridendo Miss.Lilian.
Catherine prese la sua borsa e si diresse dolorante verso gli spogliatoi dove, con il respiro pesante, non ebbe nemmeno la forza di spogliarsi e mise il jeans e la felpa sopra alle calze e al body, prese il cappotto, la borsa e uscì dalla scuola di danza dove ormai passava la maggior parte del suo tempo. Il freddo era insopportabile e nonostante Catherine si stringesse sempre di più nel cappotto il caldo non si impossessò del suo corpo fino a quando non entrò in casa sua dove le luci erano già tutte spente, buttò la borsa a terra e si diresse in cucina per bere un bicchier d'acqua e il suo sguardo cadde sull'orologio che segnava già le 22:55, posó il bicchiere e si fece un panino, finita la sua cena, se così si poteva chiamare, si diresse verso la camera dei suoi genitori. Il padre di Catherine, Tristan, era un medico e spesso partiva per convegni o faceva i turni di notte, quindi in casa non era molto presente, tuttavia lui era il suo eroe. Invece, Nicole, la madre, era una giornalista ed era una madre molto aperta e disponibile. Si poteva dire che fosse la famiglia perfetta, l'unica cosa era che non erano i suoi genitori biologici, sì, Catherine era stata adottata, ma per la ragazza non era mai stato un problema poiché, come affermava qualcuno di cui Catherine non si ricordava mai il nome, l'adozione è quando un bambino cresce nel cuore della sua mamma, invece che nella sua pancia. Arrivata davanti alla porta della camera dei suoi vide sua madre dormire beatamente tra le coperte, si diresse in bagno dove si buttò sotto la doccia e si infilò il suo caldo pigiama e tornó da sua madre, si infilò nella parte del letto che solitamente era occupata da suo padre e abbracciò la donna da dietro. "Sei tornata finalmente" sussurrò Nicole dopo qualche minuto "ti stavo aspettando ma mi sono addormentata" aggiunse poi
"Non preoccuparti mamma, ora però dormiamo che sono distrutta e domani è scuola"
"Buonanotte tesoro"
"Notte" disse la ballerina dando alla madre un sonoro bacio sulla guancia.spazio "autrice"
ehilà amici di wattpad, io sono Lorenza e questa è la mia storia. Parto dal fatto che sono una persona abbastanza incostante ma spero di riuscire a portare avanti almeno questa storia.
All the love x.
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pas de duex||H.S.
Fanficil cuore le sbatte nel petto come se volesse uscire, ha il fiato corto e ogni tanto si porta la mano alla fronte per asciugare il sudore. Appoggiata alla sbarra per due minuti e poi si ricomincia. Catherine Davies, una ragazza strana la definiscono...